Manovra 2024: ecco gli emendamenti del Governo, testo in Aula il 18 ma il tempo stringe

Il Governo ha presentato quattro emendamenti al DDL Bilancio 2024, tra questi anche quello con i correttivi per le pensioni di medici, infermieri e altri dipendenti pubblici. Si allentano le penalizzazioni con l'introduzione di una sorta di Quota 46 ma si allungano le finestre per l’accesso

Manovra 2024: ecco gli emendamenti del Governo, testo in Aula il 18 ma il tempo stringe

L’arrivo della Legge di Bilancio 2024 nell’Aula del Senato slitta a lunedì 18 dicembre. Il Governo ha presentato quattro emendamenti al testo del disegno di legge, relativi a pensioni, sicurezza, investimenti ed enti locali.

Si allungano i tempi, già stretti per via delle festività natalizie, anche perché le modifiche all’articolo 33, quello relativo alle pensioni di medici, infermieri e altri dipendenti pubblici non convincono appieno.

La settimana di Fisco porta anche la proroga della rottamazione quater: la scadenza di prima e seconda rata slitta al 18 dicembre secondo quanto previsto da un emendamento approvato al DL anticipi.

Buone notizie, poi, per i possibili beneficiari del nuovo assegno di inclusione: la domanda per il sussidio si potrà inviare già dalla metà di dicembre.

Manovra 2024: ecco gli emendamenti del Governo, testo in Aula il 18 ma il tempo stringe

Il tempo per l’approvazione della Legge di Bilancio 2024 stringe e c’è ancora molto lavoro da fare, con il rischio di arrivare a ridosso della scadenza di fine anno.

L’arrivo del testo nell’Aula del Senato previsto per la settimana appena trascorsa è slittato al 18 dicembre. L’attenzione ora è tutta sugli emendamenti presentati dal Governo, quattro in totale, ad un testo che secondo le previsioni non avrebbe dovuto vedere proposte di modifica da parte della maggioranza.

Con le novità si interviene, come detto, su quattro tematiche: pensioni, sicurezza, investimenti ed enti locali.

Uno dei più discussi è certamente quello relativo alle pensioni di medici, infermieri, e altri dipendenti pubblici. Arriva l’allentamento delle penalizzazioni inizialmente previste dall’articolo 33, ma solo per le pensioni di vecchiaia, i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e le pensioni di collocamento a riposo per età o servizio.

Per le pensioni anticipate si introduce, solo per medici e infermieri, una sorta di Quota 46: lavorando fino a 3 anni in più si può azzerare tutta la penalizzazione. Le finestre di accesso, però, diventano più ampie per tutti:

  • 3 mesi per il 2024;
  • 4 mesi per il 2025;
  • 5 mesi per il 2026;
  • 7 mesi nel 2027;
  • 9 mesi a partire dal 2028.

Ecco, quindi, che un medico che nel 2024 raggiunge i requisiti per il pensionamento (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne) ma decide di aspettare a ritirarsi per non perdere quote di pensione e lavora altri 3 anni, arrivando nel 2027 a 45 anni e 10 mesi di contribuzione, si troverà a dover attendere anche ulteriori 7 mesi di finestra.

Rottamazione quater: c’è la proroga, prima e seconda rata al 18 dicembre 2023

La scadenza per il pagamento della seconda rata era fissata al 5 dicembre (considerando il periodo di tolleranza di 5 giorni dal 30 novembre) ma alla fine, anche se in ritardo, è arrivata la proroga per la rottamazione quater.

L’adempimento, tra l’altro, è stato condizionato anche dai diversi disservizi che hanno interessato PagoPA, uno dei principali servizi per effettuare il pagamento, proprio nella giornata del 5 dicembre.

Una situazione che ha portato ad aggiungere la richiesta di una rimessione in termini a quelle di una proroga del termine ultimo di versamento legate alle difficoltà economiche degli aderenti alla rottamazione quater.

Un emendamento presentato al DDL anticipi e approvato in Senato prevede, però, che i versamenti con scadenza il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023 si considerano tempestivi se effettuati entro il 18 dicembre 2023.

Una riapertura dei termini di pagamento, quindi, che accoglie sia chi non ha pagato la seconda rata del 5 dicembre che la prima dovuta a novembre, una “via d’uscita” per non decadere dai benefici accordati.

Regime forfettario: dalle Entrate la circolare sulle novità della Legge di Bilancio 2023

In settimana sono arrivate novità anche dall’Agenzia delle Entrate che, con la circolare del 5 dicembre, ha fornito i chiarimenti sui nuovi limiti introdotti al regime forfettario dalla scorsa Legge di Bilancio.

Il documento di prassi ha fornito le istruzioni sui requisiti di ingresso, permanenza e fuoriuscita dal regime agevolato, ammesso in caso di ricavi o compensi non superiori a 85.000 euro. Le novità riguardano in particolare il superamento nel corso del periodo d’imposta della soglia di 100.000 euro di ricavi e compensi:

  • se in corso d’anno si percepiscono ricavi o compensi superiori alla soglia di 85.000 euro, ma sotto i 100.000 euro, è prevista la possibilità di permanere nel regime forfettario nell’anno in corso e si fuoriesce in quello successivo, con rettifica dell’IVA non detratta;
  • in caso di superamento della soglia di 100.000 euro di incassi, il passaggio al regime ordinario avviene già in corso d’anno e in particolare, sul fronte dell’IVA, sarà necessario assoggettare ad imposta gli incassi che hanno comportato lo sforamento del limite di 100.000 euro.

Pertanto, quello che rileva ai fini del superamento della soglia dei 100.000 euro non è l’emissione della relativa fattura ma l’incasso di ricavi e compensi. Le agevolazioni in materia di IVA per chi applica il regime forfettario, quindi, vengono meno dall’incasso del corrispettivo che comporta il superamento della soglia dei 100.000 euro.

Assegno di inclusione: le domande si potranno inviare già da metà dicembre

Per quel che riguarda il Lavoro, importanti novità sono arrivate per i possibili beneficiari dell’assegno di inclusione, una delle nuove misure introdotte in sostituzione del reddito di cittadinanza. Stiamo parlando delle famiglie con almeno un minore, una persona disabile, con più di 60 anni o in condizioni svantaggiate.

La prima riguarda l’approvazione, il 6 dicembre, in sede di Conferenza Unificata, dei due decreti attuativi del Ministero del Lavoro.

Uno di questi prevede che per le domande presentate fino a febbraio 2024 senza un ISEE in corso di validità, l’INPS, ai fini della verifica e dell’erogazione della misura per i primi due mesi dell’anno, prenderà in considerazione l’indicatore ISEE in vigore al 31 dicembre 2023.

Si ricorda, infatti, che uno dei requisiti necessari per richiedere il sussidio è un valore ISEE non superiore a 9.360 euro. L’altro, invece, definisce nel dettaglio le persone che possono rientrare nella definizione di “condizione di svantaggio”.

L’altra novità è arrivata proprio nel fine settimana e riguarda la presentazione delle domande per richiedere l’assegno. Secondo quanto annunciato dal direttore generale dell’INPS, Vincenzo Caridi, in un’intervista a Repubblica, gli interessati potranno presentare le richieste già dalla metà di dicembre, così da ricevere l’importo dal mese di gennaio.

In questo modo si eviterà anche il rischio di un click day, con la possibilità di un sovraffollamento della piattaforma SIISL che potrebbe impedire ad alcune famiglie di richiedere subito l’assegno.

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