La trasmissione alla Camera del DDL delega della riforma dell‘ordinamento della professione di Commercialista ed Esperto Contabile è lo spunto per evidenziare i punti di contatto tra le diverse categorie professionali che si occupano a vario titolo di fisco

È stato trasmesso alla Camera il testo del Disegno di Legge di Riforma della professione di Commercialista ed Esperto Contabile, individuabile quale Atto A.C. 2628, accompagnato, durante il suo iter preliminare da spinte volte a dare voce alle legittime rivendicazione di titoli e riserve, con l’intento di estendere queste ultime alle attività che la norma attualmente in vigore individua come tipiche, ma non esclusive.
Si tratta principalmente di adempimenti che il contribuente potrebbe svolgere in autonomia e che possono essere svolte professionalmente anche dai non iscritti ad un albo professionale.
Adempimenti dichiarativi e tenuta delle contabilità sono le più comuni tra queste e ancora oggi rappresentano la voce principale di ricavo della maggior parte degli studi professionali.
Vero è che il termine commercialista, il cui utilizzo da parte degli iscritti all’albo è tutelato dalla legge, nel linguaggio comune dei cittadini identifica spesso, genericamente ed erroneamente, categorie in realtà molto diverse fra loro:
- CAF;
- Consulenti del Lavoro;
- Dottori commercialisti;
- Esperti contabili;
- Ragionieri commercialisti;
- Revisori Contabili;
- Tributaristi.
Ma tornando al punto, dicevamo ambizione “frenata” dalla previsione, contenuta nel testo licenziato dal CdM dell’11 settembre scorso, che la riforma dovrà tener conto delle competenze concorrenti non solo delle altre professioni ordiniste ma anche di quelle non regolamentate di cui alla Legge 4/2013, in questo caso i Tributaristi, che svolgono anch’esse attività contabili riconosciute come tipiche dei commercialisti e degli esperti contabili, ma come detto non riservate.
Cosa prevede la Legge 4/2013 (in estrema sintesi)
Il diritto ad una regolamentazione delle attività non soggette all’obbligo di iscrizione ad un albo, che ha portato il Parlamento alla approvazione della Legge 4 del 2013 è stato guadagnato sul campo da questa categoria di lavoratori autonomi, grazie alla reputazione costruita in anni di esercizio delle diverse professioni riconosciute.
La Legge ne ha definito l’oggetto e ha regolato le norme sull’aggregazione, la relativa regolamentazione volontaria, la definizione delle certificazioni di conformità, questa particolarmente importante in quanto affida ad un soggetto terzo qualificato la verifica della competenza sulla materia.
Ed in ultimo assoggetta lo svolgimento di queste attività alla vigilanza:
- del Ministero delle Imprese e del Made in Italy;
- alla Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, quale autorità competente per l’applicazione dell’esecuzione della normativa definita dal Codice del Consumo, a tutela della clientela.
I punti di contatto tra la professione di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile e le associazioni dei tributaristi
Facendo riferimento all’ambito economico contabile, pur nel rispetto delle riserve espressamente elencate dalla legge, sono diversi i punti di contatto tra le professioni ordinistiche del settore ed i tributaristi iscritti alle associazioni regolamentate dalla Legge 4/2013 ovvero:
- Gli obblighi di aggiornamento professionale;
- Il dotarsi di polizza assicurativa professionale;
- Gli obblighi antiriciclaggio e privacy;
- L’applicazione dello stesso CCNL ai nostri dipendenti.
Per effetto di quest’ultimo, i Tributaristi datori di lavoro versano a favore dei propri dipendenti gli stessi contributi dedicati al welfare, così fruendo della medesima Cassa Sanitaria di Assistenza come pure delle prestazioni dello stesso Ente Bilaterale Nazionale.
Il riferimento alle altre professioni del Ddl di “Delega al Governo per la riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile” non è stato accolto con favore da chi sperava di vedere ampliate le proprie riserve di legge a scapito di altri, non solo dei Tributaristi, si pensi, a titolo di esempio, ai diversi punti di sovrapposizione con avvocati, consulenti del lavoro, notai e revisori contabili.
La reputazione crea rispetto
Proprio grazie alla reputazione acquisita sul campo, grazie allo svolgimento con serietà e impegno delle proprie attività, rientranti tra le competenze tipicamente attribuite anche ai Tributaristi, queste professionalità si sono rese agli occhi del Legislatore meritevoli di essere ricomprese tra coloro che possono iscriversi all’albo nazionale dei CTU.
Sono ormai da decenni compresi nell’elenco degli Intermediari Fiscali Abilitati alle trasmissioni di atti documenti comunicazioni e dichiarazioni al fisco (dpr 322/1998).
Sono abilitati a rappresentare ed assistere il contribuente dinanzi agli uffici con potere di autenticare la firma della delega conferita.
Sono interlocutori non secondari delle istituzioni parlamentari, dove più volte i rappresentanti delle associazioni di riferimento vengono convocati ed ascoltati nelle commissioni sui temi che riguardano il fisco e gli adempimenti.
Sono interlocutori affidabili di enti e istituzioni quali Ministero delle Finanze, Ministero delle Imprese, Agenzia delle Entrate, AdER, Inps, Inail ecc … sia per quanto all’espletamento degli adempimenti, anche tramite canali a loro riservati, sia in ordine allo sviluppo e all’aggiornamento della prassi.
È corretto che vengano rispettate le competenze espressamente riconosciute dalla legge e siamo tutti favorevoli alla lotta contro l’abusivismo del titolo di commercialista, da perseguire giustamente in ogni ambito, ma è altrettanto evidente che il Legislatore ha dimostrato, ancora una volta, di reputare degne di attenzione in egual misura le legittime aspettative di entrambi gli schieramenti, prescindendo dai titoli.
Dettate le regole dal Legislatore, e rispettati reciprocamente i propri ruoli da ciascuna delle professioni citate, è giusto che venga lasciata al mercato la selezione naturale di chi tra questi riuscirà a fornire una adeguata risposta alle esigenze di imprese e contribuenti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Alla Camera il DDL sulla riforma dei commercialisti