Riforma fiscale 2023: verso un taglio delle detrazioni IRPEF, salvando spese sanitarie, istruzione, bonus casa

Rosy D’Elia - Irpef

Nel progetto di riforma fiscale centrale è l'intervento sull'IRPEF con l'obiettivo di ridurre il carico sui cittadini e sulle cittadine. Tagliare e riordinare deduzioni, detrazioni, crediti d'imposta è una delle strategia per farlo. Le cosiddette tax expenditure valgono il 4 per cento del PIL. Ma bisogna salvaguardare spese sanitarie, istruzione, bonus casa

Riforma fiscale 2023: verso un taglio delle detrazioni IRPEF, salvando spese sanitarie, istruzione, bonus casa

Il cantiere della riforma fiscale è ufficialmente aperto: un posto centrale spetta all’intervento sull’IRPEF, “finalizzato a semplificare il sistema e garantire l’equità orizzontale”. Come più volte sottolineato dal Governo, l’obiettivo è quello di avviare la revisione del sistema tributario partendo proprio dall’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Le intenzioni sono quelle di procedere con una riduzione della pressione fiscale.

La strada da percorrere passa da un taglio e un riordino di deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta: ma sono da salvaguardare le spese sanitarie, l’istruzione, i bonus casa, la previdenza complementare.

Si tratta di rivedere le cosiddette tax expenditure, spese fiscali, che riducono l’imposta da versare per i contribuenti.

Secondo lo studio pubblicato dall’Ufficio Valutazione Impatto a luglio 2023, il loro valore è pari al 4 per cento del PIL, prodotto interno lordo.

Riforma fiscale 2023: verso un taglio delle detrazioni IRPEF

Fin dalla prima impostazione, nel progetto di riforma fiscale delineato dal Governo spicca l’intervento sull’IRPEF che ha un peso specifico importante per la platea di cittadini e cittadine interessate e per il valore delle entrate tributarie che rappresenta: l’Imposta sul reddito delle persone fisiche nel 2022 ha avuto un valore di 205,8 miliardi di euro su un totale di circa 544 miliardi di euro complessivi.

L’obiettivo dichiarato dal Governo Meloni è quello di ridurre la pressione fiscale appiattendo progressivamente la tassazione, in una prima fase sono previste aliquote più basse e il passaggio da 4 a 3 scaglioni di reddito. Ma il Fisco, si sa, è una coperta corta:

“Dovremo vedere come coordinare la riduzione delle aliquote con la revisione delle tax expenditures. (...) Se si fa una revisione attenta si possono trovare le risorse per calibrare meglio le aliquote”.

Aveva anticipato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo ai giornalisti presenti all’evento “Ripresa economica e crescita sociale: un’unica ricetta con molti ingredienti” organizzato per il 6 marzo 2023 dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano a ridosso dell’approvazione del disegno di legge delega in Consiglio dei Ministri.

Le spese fiscali consistono in detrazioni, deduzioni, imposte sostitutive, aliquote ridotte, i crediti di imposta che per i contribuenti agiscono come una sorta di sconto sull’imposta da versare.

Ciclicamente si parla di riorganizzarle e di rivederle in un’ottica di risparmio, attualmente nel sistema fiscale ne sono presenti 626.

Solo il 60 per cento è quantificabile, nonostante ciò: il loro valore ammonta a 82 miliardi di euro e la parte più importante, pari a 34,3 miliardi, riguarda proprio il capitolo Casa e assetto urbanistico. Sono questi i dati evidenziati nel rapporto dell’Ufficio Valutazione Impatto del Senato pubblicati a luglio 2023.

Con la riforma fiscale 2023 l’intervento non sembra più rimandabile: in particolare nell’idea di revisione dell’IRPEF trova spazio anche un taglio di deduzioni, detrazioni e crediti d’imposta con l’obiettivo di riordinare le tax expenditure.

Verso un taglio delle detrazioni IRPEF: salvaguardando spese sanitarie, istruzione, bonus casa

Il taglio delle detrazioni IRPEF e degli altri bonus dovrà tenere conto delle loro finalità.

Un occhio di riguardo sarà riservato alle spese sanitarie e a quelle per l’istruzione e per la previdenza complementare, ma anche al panorama dei bonus legati alla casa, dalla detrazione legata agli interessi passivi sui muti prima casa a quella per i lavori di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico. Si terrà conto, inoltre, della composizione del nucleo familiare.

L’ipotesi che si è fatta largo nei mesi scorsi è anche quella di una forfettizzazione delle agevolazioni in base agli scaglioni: in altre parole si valuta l’introduzione di un tetto massimo ai benefici prevedendo una soglia inversamente proporzionale alla condizione economica che rischia, però, di essere in termini assoluti più alta per i redditi più alti.

“Occorrerà fare degli interventi attenti perché alcune tax expenditures, mi riferisco per esempio agli interessi sui mutui, alle spese sanitarie, all’istruzione devono essere salvaguardate, soprattutto per le fasce più deboli. (...) Stiamo poi ragionando di sistemi che tengano conto della situazione personale del contribuente”.

Ha sottolineato sempre il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo il 17 marzo durante il videoforum del quotidiano Il Sole 24 Ore sul testo della riforma fiscale 2023 appena approvata dal Consiglio dei Ministri.

Ma tutto resta ancora da definire e il compito di lavorare sull’IRPEF spetta in prima battuta a una delle 13 commissioni di esperti istituite proprio per dare attuazione al progetto di riforma fiscale delineato nella legge numero 111 del 9 agosto 2023.

Verso un taglio delle detrazioni IRPEF: i dati delle spese fiscali e le prospettive future

In occasione dell’audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale che si è tenuta al Senato il 14 marzo 2023, anche la Corte dei Conti per il 2022 ha indicato un costo delle agevolazioni pari a 82 miliardi di euro sottolineando che “l’effetto finanziario previsto per il 2023 è pressoché uguale a quello censito per il 2022”.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, nella stessa sede della Commissione Finanze e Tesoro del Senato e nella stessa giornata, ha completato il quadro delle informazioni utili a tracciare il panorama in cui si inserirebbe il taglio delle detrazioni IRPEF, delle dedizioni e degli altri bonus allo studio del Governo per la riforma fiscale 2023.

Dal 2016 ad oggi le voci delle spese fiscali sono passate da 444 a 626, complici anche le agevolazioni introdotte a causa delle emergenze degli ultimi anni legate alla pandemia e al caro energia.

Salve dal riordino saranno le detrazioni per le spese sanitarie, l’istruzione, la previdenza complementare, la casa. Ma su quali fronti agiscono attualmente le agevolazioni?

Solo per fare degli esempi:

  • 112 sono legate a “competitività e sviluppo delle imprese”;
  • 102 a “diritti sociali, politiche sociali e famiglia”;
  • 90 a “politiche economico-finanziarie e di bilancio e tuteladella finanza pubblica”;
  • 55 voci di spesa fiscale relative a “politiche per il lavoro”;
  • 55 voci di spesa relative a “casa e assetto urbanistico”.

Sempre dal direttore dell’Agenzia delle Entrate è arrivata la risposta, ma anche una precisazione importante: la revisione delle agevolazioni fiscali non può e non deve essere solo l’occasione per recuperare risorse e ridurre l’IRPEF.

“A ben vedere, la razionalizzazione delle spese fiscali non è solo finalizzata a recuperare risorse finanziarie da destinare ad altri obiettivi (come la riduzione del carico fiscale per le persone fisiche), ma anche e soprattutto come uno strumento per correggere, con interventi strutturali, le principali “anomalie” del sistema tributario (quale l’erosione della base imponibile), con lo scopo ultimo di garantire una maggiore equità al prelievo fiscale complessivo”.

D’altronde, sottolinea Ruffini, ci sono agevolazioni così difficilmente accessibili, a causa degli adempimenti richiesti, che spostano valori poco rilevanti: anche queste spese fiscali allo stesso tempo e a maggior ragione richiedono un intervento.

Il lavoro da fare su detrazioni, deduzioni e altri bonus, quindi, è chirurgico e necessario a prescindere dal risparmio della spesa pubblica che ne deriva e da come questo sarà utilizzato.

E va considerato un ultimo aspetto: difficile essere in disaccordo sull’esigenza di razionalizzare 626 tax expenditure, più complicato trovare un accordo come farlo e su dove impiegare eventuali nuove risorse che ne deriveranno.

Ma da questo punto di vista l’approvazione della legge delega per la riforma fiscale rappresenta il primo passo: il passaggio dalla teoria alla pratica comincia adesso.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network