Decreto Rilancio, agevolazioni imprese: dai contributi a fondo perduto all’esenzione IRAP

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Decreto Rilancio, la misura pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio 2020, ed in vigore dalla stessa data, prevede numerose agevolazioni per le imprese: dai contributi a fondo perduto all'esenzione IRAP, dal credito d'imposta per gli affitti e all'abolizione della prima rata dell'IMU. Ecco le nuove agevolazioni della manovra anti Coronavirus.

Decreto Rilancio, agevolazioni imprese: dai contributi a fondo perduto all'esenzione IRAP

Decreto rilancio, nel testo della nuova manovra del Governo, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio 2020 ed in vigore dalla stessa data, sono previste nuove agevolazioni per le imprese.

Già nella conferenza del 13 maggio 2020, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva anticipato le nuove misure dell’esecutivo per sostenere le aziende in difficoltà durante l’emergenza coronavirus.

Contributi a fondo perduto ed esenzione dall’IRAP sono solo alcune delle misure messe in campo.

C’è poi il credito d’imposta sugli affitti e gli interventi per il rafforzamento patrimoniale delle piccole e medie imprese.

Ecco il riepilogo delle agevolazioni per le imprese nel decreto Rilancio.

Decreto Rilancio, le agevolazioni per le imprese: dai contributi a fondo perduto all’esenzione IRAP

Il decreto Rilancio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio 2020 ed è in vigore dalla stessa data.

Nella conferenza stampa del 13 maggio 2020, il Presidente Conte, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Gualtieri e il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli hanno anticipato le agevolazioni per le imprese del testo ufficiale per rispondere all’emergenza Coronavirus.

Con le nuove disposizioni, il Governo mette a punto le seguenti azioni:

Ecco i dettagli delle azioni del Governo.

Decreto Rilancio, le agevolazioni per le imprese: a chi spettano i contributi a fondo perduto?

Tra le agevolazioni per le imprese del decreto Rilancio ci sono contributi a fondo perduto per determinate categorie di soggetti.

Sono interessati gli esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, ed imprese agricole o commerciali, anche se svolte in forma di impresa cooperativa.

Il requisito di fatturato da rispettare, nell’ultimo periodo d’imposta, deve essere inferiore a 5 milioni di euro.

L’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2020 deve essere stato inferiore ai due terzi di quello relativo allo stesso periodo ma all’anno 2019.

Per chi ha iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche in assenza del requisito del calo di fatturato o dei corrispettivi.

La misura del contributo segue i criteri indicati:

  • 20 per cento per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 400.000 euro nell’ultimo periodo d’imposta;
  • 15 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e fino a un milione di euro nell’ultimo periodo d’imposta;
  • 10 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro nell’ultimo periodo d’imposta.

Il contributo non concorre alla base imponibile delle imposte sui redditi e verrà erogato dall’Agenzia delle Entrate entro il mese di giugno, mediante accreditamento diretto in conto corrente bancario o postale intestato al beneficiario.

Un’altra importante misura a favore delle imprese è l’esenzione dell’IRAP.

Nello specifico sono interessati il saldo per il periodo di imposta dell’anno 2019 e la prima rata, pari al 40%, dell’imposta dovuta per il 2020.

Le imprese e i lavoratori autonomi che possono usufruire dell’esenzione sono quelli che hanno un volume di ricavi compresi tra 0 e 250 milioni di euro.

Rimane l’obbligo del pagamento dell’acconto del periodo di imposta 2019.

Decreto Rilancio, le agevolazioni per le imprese: il credito d’imposta per gli affitti e l’abolizione della prima rata dell’IMU

Nel decreto Rilancio un’altra agevolazione per le imprese riguarda il credito d’imposta sui canoni di locazione degli immobili utilizzati per l’attività.

I destinatari sono i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50 per cento rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente, con riferimento ai mesi di marzo, aprile e maggio.

La misura del credito d’imposta è il 60% dell’ammontare mensile del canone di affitto degli immobili a uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo.

Hanno diritto al credito i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d’imposta precedente.

Le strutture alberghiere hanno diritto all’agevolazione indipendentemente dal volume di affari registrato nel periodo d’imposta precedente.

In caso di contratti di servizi a prestazioni complesse o di affitto d’azienda, comprensivi di almeno un immobile a uso non abitativo destinato allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all’esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo, il credito d’imposta spetta nella misura del 30 per cento dei relativi canoni.

Il credito non concorre alla formazione del reddito, può essere ceduto al locatore o può essere utilizzato in compensazione nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui la spesa è stata sostenuta.

Dal decreto Rilancio viene inoltre prevista l’abolizione del versamento della prima rata dell’IMU, sia la parte relativa allo Stato sia quella relativa al Comune, in scadenza alla data del 16 giugno 2020 per gli immobili di categoria catastale D/2, ovvero alberghi e pensioni, a condizione che i possessori degli stessi siano anche gestori delle attività svolte negli stabili.

Stessa agevolazione anche per gli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali.

Le agevolazioni del decreto Rilancio: la riduzione delle spese delle utenze elettriche e le misure per piccole e medie imprese

Tra le azioni a sostegno dei soggetti colpiti dall’emergenza Coronavirus è la riduzione per le spese sostenute relative alle utenze elettriche connesse in bassa tensione diverse dagli usi domestici.

Tali spese sono individuate nella bolletta come “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali di sistema”.

Per i mesi di maggio, giugno e luglio, le tariffe per la distribuzione e gli oneri dell’energia elettrica sono ridefinite dall’autorità di regolazione per energia reti e ambiente.

Per le piccole e medie imprese è previsto un pacchetto specifico di misure che comprende la detraibilità per le persone fisiche e la deducibilità per quelle giuridiche, per il 2020, del 20 per cento della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più società per azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata, anche semplificata, cooperativa, che non operino nel settore bancario, finanziario o assicurativo.

L’importo detraibile massimo è 2 milioni di euro.

I periodi d’imposta entro i quali si può fruire dell’agevolazione sono quelli entro il terzo successivo a quello di riferimento.

Alle stesse società è riconosciuto, a seguito dell’approvazione del bilancio per l’esercizio 2020, un credito d’imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale e comunque nei limiti previsti dal decreto (con un tetto massimo di 800.000 euro).

Le agevolazioni del decreto Rilancio: il Patrimonio Rilancio e il Fondo Patrimonio PMI

Oltre a nuove norme per semplificare e velocizzare le operazioni di raccolta di capitali di rischio mediante aumenti di capitale delle società, nel decreto Rilancio viene data l’autorizzazione a Cassa depositi e prestiti per costituire un patrimonio dedicato, con il nome di “Patrimonio Rilancio”.

Le risorse saranno impiegate per il sostegno e il rilancio del sistema economico produttivo italiano.

L’oggetto degli interventi sono le società per azioni che hanno sede legale in Italia, non operano nel settore bancario, finanziario o assicurativo e presentano un fatturato annuo superiore a cinquanta milioni di euro.

Viene inoltre prevista l’istituzione del Fondo Patrimonio PMI, la cui gestione sarà affidata ad Invitalia. Il fondo sarà finalizzato a sottoscrivere, entro il 31 dicembre, strumenti finanziari partecipativi, emessi dalle società già indicate al punto precedente.

Tra gli altri interventi, ci sono anche azioni destinate specificamente alle startup innovative.

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