Covid-19, FNC e CNDCEC: nel 2020 il costo per ogni italiano è 5.420 euro

Tommaso Gavi - Lavoro

Covid-19, a quanto ammonta il costo dell'emergenza nel 2020? Per ogni italiano a 5.420 euro. Lo studio di FNC e CNDCEC, diffuso il 5 febbraio 2021, elabora i dati del Fondo monetario internazionale: il sostegno statale è stato pari a 1.858 euro.

Covid-19, FNC e CNDCEC: nel 2020 il costo per ogni italiano è 5.420 euro

Covid-19, quanto è costata la pandemia nel 2020? Per gli italiani 5.420 euro: 2.371 euro di minore PIL pro capite e 3.049 euro di incremento di debito.

I numeri emergono dalla rielaborazione dei dati del Fondo monetario internazionale “IMF, World Economic Outlook, Update January 2021” che è confluita nello studio “Il debito pubblico italiano e il Covid-19” realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

Lo studio in questione misura l’impatto dell’emergenza sull’economia italiana mettendola a confronto con quella dei paesi del G20.

Per ogni italiano il sostegno statale è stato pari a 1.858 euro, dietro alla Germania, la Francia, gli Stati Uniti e il Regno Unito.

Il 2020 segna un calo del PIL del 9,2%, secondo i dati ISTAT si attesta all’8,9%.

Covid-19, FNC e CNDCEC: nel 2020 il costo per ogni italiano è 5.420 euro

Lo studio, realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti e diffuso con il comunicato stampa del 5 febbraio 2021, rielabora i dati del Fondo monetario internazionale aggiornati a gennaio 2021 e misura l’impatto dell’emergenza coronavirus sull’economia italiana.

FNC e CNDCEC - Documento di studio diffuso con il comunicato stampa del 5 febbraio 2021
Il debito pubblico italiano e il covid-19.

Nel documento è presente un confronto con le altre economie dei paesi del G20.

Diversi dati meritano particolare attenzione, a partire dal costo pro-capite della pandemia che, per l’anno 2020, si attesta a 5.420 euro.

Di questi 2.371 euro sono di minore PIL pro capite e 3.049 euro di incremento di debito.

Tali dati mostrano segnali di una duplice situazione di difficoltà economica: legata al momento presente e proiettata nel futuro.

Per quanto riguarda il presente, anche i principali indicatori macroeconomici mostrano una situazione di crisi: il PIL segna un calo del 9,2% che, secondo i dati ISTAT, si attesta invece all’8,9%.

Nel confronto con gli altri stati della variazione tra il 2019 e il 2020, l’Italia è in fondo alla classifica, al terzultimo posto: dati peggiori sono solo dell’Argentina e del Regno Unito.

Ad influire sul dato negativo sono, senza dubbio, le azioni per ridurre i contagi e sostenere le attività interessate dalle restrizioni.

I vari bonus 600 e 1.000 euro per determinate attività, così come le misure di detassazione, hanno impegnato molte risorse economiche.

A riguardo il documento di approfondimento di FNC e CNDCEC evidenzia che:

“Nel complesso i ristori, gli sgravi fiscali e le altre forme di sostegno introdotte nel 2020 ammontano a 108,3 miliardi di euro pari al 6,6% del PIL, mentre le garanzie e le moratorie sui prestiti hanno sostenuto l’erogazione di credito per circa 450 miliardi di euro.”

In media per ogni italiano, il sostegno statale è stato pari a 1.858 euro.

Una somma che è nettamente inferiore rispetto ai seguenti stati:

  • Germania, con 4.414 euro;
  • Francia, con 2.677 euro;
  • Stati Uniti, con 9.311 euro;
  • Regno Unito, con 5.752 euro.

Covid-19, FNC e CNDCEC: la situazione nel lungo periodo

Lo scenario prospettato mostra una situazione di difficoltà economica nell’immediato e nel medio periodo.

Nell’anno 2020 la perdita media pro-capite del PIL si è attestata a 2.371 euro.

Di contro, il sostegno statale si è fermato a 1.858 euro. Tale somma non riesce a coprire a sufficienza la perdita e genera quindi un dato negativo di 513 euro a persona.

Nel documento di approfondimento vengono riportati i dati del Fondo monetario internazionale che mostrano un confronto tra i vari stati presi in esame.

A commento, nel documento si evidenzia che:

“A fronte di un crollo del Pil di tale portata, secondo l’aggiornamento del Fiscal Monitor di gennaio 2021, l’Italia, tra i paesi più avanzati, è quello che ha fatto meno ricorso a misure di espansione fiscale e quindi all’indebitamento.”

Eppure il debito pubblico pro-capite italiano, pari a 39.864 euro nel 2019, sale a 42.913 euro nel 2020 e a 45.285 nel 2021.

Nel biennio l’incremento è del 13,6%.

Non sono particolarmente incoraggianti neppure i dati relativi al rapporto tra il debito e il PIL.

Il dato da 134 punti percentuali del triennio precedente al 2020 schizza a 161,8%. Non sembrano positive neppure le proiezioni del FMI fino al 2025. In tale periodo, infatti, il rapporto scenderebbe fino al 152,6%, un valore di gran lunga superiore a quello precedente al coronavirus.

La tabella mostra il confronto con gli altri stati presi in esame.

In uno scenario tutt’altro che roseo buona parte della ripresa economica dipenderà dall’utilizzo dei fondi europei.

La proposta del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 12 gennaio, dovrà essere discussa in Parlamento e presentata all’UE in tempo utile.

Nel complesso dei quasi 312 miliardi di euro, circa 224 provengono dal Next Generation EU.

Nello scenario incide profondamente la crisi politica con il cambio di governo che si inserisce in una situazione che necessita di una decisa accelerazione per fronteggiare gli effetti economici della crisi nel breve e lungo periodo.

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