Anticipo Tfs statali, conto alla rovescia per la svolta: le ultime novità

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Anticipo Tfs statali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 giugno il Dpcm sull'anticipo della liquidazione per gli ex dipendenti pubblici. Dal 30 giugno si potranno ottenere fino a 45.000 euro dalle banche. La metà degli interessi pagati potranno essere detratti nella dichiarazione dei redditi. Le domande si rivolgeranno all'Inps tramite Pin e patronati.

Anticipo Tfs statali, conto alla rovescia per la svolta: le ultime novità

Anticipo Tfs statali, si avvicina il momento in cui anche i dipendenti pubblici potranno usufruire dell’anticipo della “buonuscita”.

È stato infatti pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 15 giugno scorso il Dpcm che consente la possibilità per i pensionati della pubblica amministrazione di richiedere fino a 45.000 euro del proprio Trattamento di fine servizio.

La pubblicazione viene dopo l’ok al decreto da parte della Corte dei Conti arrivato all’inizio di questo mese e che ora, dal 30 giugno, diverrà finalmente operativo.

In tema di anticipo del Tfs (il tfr degli statali) dovrà intervenire l’accordo quadro tra lo Stato e l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, per garantire l’anticipazione a tassi particolarmente bassi (si parla di valori sotto il 2%).

Tuttavia, nemmeno la stesura dell’accordo sancirà il lieto fine sulla vicenda dell’anticipo del Tfs perché dovrà essere seguito da alcuni altri passi sebbene di natura formale: il testo infatti dovrà ricevere il parere favorevole di ben tre amministrazioni (Garante della Privacy, Antitrust e Inps) e infine la sottoscrizione dei tre dicasteri interessati, Lavoro, Funzione Pubblica ed Economia e finanze.

Anticipo Tfs, le modalità: tutte le novità nel decreto attuativo

Di fatto, l’anticipo del Trattamento di fine servizio per gli ex dipendenti delle amministrazioni pubbliche è una conseguenza di “Quota 100”, il Decreto legge 4 del 2019 che ha permesso anche ai lavoratori pubblici di andare in pensione a 62 anni e con 38 anni di contribuzione.

In effetti, con la definizione del Dpcm di aprile sarà possibile a questi pensionati di non dover attendere 12 mesi per ricevere la buonuscita nel caso di raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o addirittura 24 per un’anticipazione del pensionamento.

Gli interessi che i pensionati dovranno pagare alle banche per ricevere l’anticipazione sino al tetto massimo di 45.000 euro saranno invece detraibili per la metà dell’importo complessivo dalla dichiarazione dei redditi.

Peraltro, i tassi d’interesse dovrebbero essere particolarmente bassi in virtù del fatto che l’anticipo viene considerato ai sensi dell’articolo 122 del Testo unico bancario (Decreto legislativo 385 del 1 settembre 1993) tra le:

“iniziative di microcredito ai sensi dell’articolo 111 e altri contratti di credito individuati con legge relativi a prestiti concessi a un pubblico ristretto, con finalità di interesse generale, che non prevedono il pagamento di interessi o prevedono tassi inferiori a quelli prevalenti sul mercato oppure ad altre condizioni più favorevoli per il consumatore rispetto a quelle prevalenti sul mercato e a tassi d’interesse non superiori a quelli prevalenti sul mercato”.”

Infine, le domande dovranno essere inoltrate all’Inps tramite il Pin personale del richiedente o tramite i patronati. L’Inps risponderà al richiedente entro 90 giorni, dopodiché sarà possibile presentare la richiesta di anticipo alla banca prescelta.

Anticipo Tfs, un passo avanti, ma rimane la discriminazione

Con l’ok definitivo all’anticipo del Trattamento di fine servizio anche per i pensionati della pubblica amministrazione indubbiamente si fa un primo passo avanti, ma non si rimuove del tutto una storica discriminazione tra lavoratori pubblici e privati a danno dei primi.

A ricordarlo è arrivato in corrispondenza con la pubblicazione del decreto in Gazzetta un comunicato della Flc Cgil, uno dei più rappresentativi sindacati di categoria della scuola e quindi di una parte rilevante di lavoratori del pubblico impiego:

“L’anticipo del TFR/TFS tramite prestito bancario è un atto necessario soprattutto per coloro che andando in pensione con la così detta quota 100 dovranno aspettare anche 6 anni prima di accedere al proprio TFR/TFS.
Ma è più importante per la CGIL restituire a tutti i lavoratori del pubblico impiego tempi brevi per la riscossione del TFS/TFR, per sanare quella che si configura come una vera ingiustizia verso il lavoro pubblico”
.

D’altra parte è sufficiente ricordare che 45.000 euro sono una somma ben lontana dal costituire l’integralità del trattamento di fine rapporto di un lavoratore e che comunque solo la metà degli interessi pagati alle banche sarà detraibile.

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