La cooperative compliance si rinnova: dai requisiti di accesso, con i limiti di ricavi che si riducono gradualmente dal 2024 alla riduzione delle sanzioni amministrative e penali, sono diverse le novità in arrivo per l'adempimento collaborativo. Le modifiche al regime attuale sono contenute nello schema di decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale approvato nel Consiglio dei Ministri di oggi, 16 novembre

La riforma fiscale cambia anche la cooperative compliance: nello schema di decreto legislativo di attuazione, approvato oggi, 16 novembre, in Consiglio dei Ministri, prende forma il nuovo regime di adempimento collaborativo.
L’Amministrazione Finanziaria avrà più dati a disposizione su operazioni potenzialmente rischiose e i soggetti interessati dovranno dotarsi di un sistema certificato di controllo del rischio fiscale con il coinvolgimento anche di commercialisti e avvocati: sono questi i punti di partenza del nuovo dialogo che si instaurerà tra Fisco e un numero sempre più ampio di contribuenti. Oltre a modificare la soglia di accesso, infatti, sarà previsto anche un regime premiale alternativo per chi non rispetta i requisiti.
Semplificando in maniera estrema, prevenire è meglio che curare: si punta sullo scambio di informazioni, attivando meno controlli e riducendo i contenziosi. “Senza abbassare la guardia sui comportamenti non corretti dal punto di vista fiscale”, ha sottolineato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri.
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Dai limiti di ricavi previsti per la cooperative compliance alla riduzione delle sanzioni: una panoramica delle novità in arrivo con il decreto legislativo che dovrà essere approvato dal Governo e poi passare all’esame delle commissioni parlamentari.
Novità sulla compliance: cambia il limite di ricavi per l’accesso all’adempimento collaborativo
La riforma fiscale avanza e gli ulteriori passi avanti riguardano il regime di adempimento collaborativo che, la relazione illustrativa dello schema di decreto legislativo in via di approvazione messa a disposizione dal quotidiano ItaliaOgii, definisce come di seguito:
“È un istituto che prevede l’adesione volontaria del contribuente qualora sia in possesso di determinati requisiti dimensionali e di un sistema, di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, inteso quale rischio di operare in violazione delle norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario”.
L’obiettivo, come sottolinea l’Agenzia delle Entrate, è quello di instaurare un rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente per raggiungere un elevato livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti, facendo leva su un dialogo costante e preventivo con il contribuente su elementi di fatto, che comprende anche il controllo e la comune valutazione delle situazioni che potrebbero generare rischi fiscali.
Attualmente la soglia di accesso alla cooperative compliance è pari a un volume di affari o di ricavi non inferiore a un miliardo di euro.
Una delle grandi novità in arrivo riguarda proprio la riduzione del limite minimo di accesso che passerà, come anticipato su queste pagine, a 750 milioni di euro.
A ipotizzarlo durante il Congresso Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili 2023, lo scorso ottobre, Vincenzo Carbone Capo divisione aggiunto divisione contribuenti dell’Agenzia delle Entrate.
“Quando venne introdotta con la legge numero 128 2015 l’iniziale soglia di accesso era pari 10 miliardi, poi è passata a 5, oggi è di un miliardo c’è da immaginarsi, provo a fare un parallelismo con l’imposta sui servizi digitali, sulla global minimum tax, 750 milioni potrebbe essere una soglia di accesso”.
Questo nuovo limite scenderà progressivamente: dai 750 milioni di euro a partire dal 1° gennaio 2024 si arriverà a 100 milioni di euro dal 2028.
Il raggio d’azione della nuova compliance, però, toccherà anche coloro che non hanno i requisiti per l’accesso all’adempimento collaborativo: in alternativa sarà possibile accedere a un regime di benefici premiali in caso di adozione di un sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale certificato da professionisti qualificati.
Come cambia l’adempimento collaborativo con le novità della riforma fiscale
Ma non è solo la platea di soggetti che possono accedere al regime di adempimento collaborativo a cambiare, le novità della riforma fiscale toccheranno anche l’intero processo che si innesca.
Le principali modifiche, come si evince dai testi in circolazione, possono essere sintetizzate nei seguenti punti:
- viene introdotta la certificazione del sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale (Tax Control Framework o TCF);
- rientrano nella cooperative compliance anche questioni pregresse, quindi più antiche rispetto all’ingresso nel regime;
- si prevedono nuove e più ampie forme di contraddittorio preventivo, in particolare per ciò che riguarda le istanze all’interpello o gli altri pareri, con la necessità di un’interlocuzione preventiva rispetto alla notifica di un parere negativo;
- procedure semplificate di regolarizzazione in caso di adesione a indicazioni dell’Agenzia delle entrate che portano a ravvedimenti operosi;
- prende forma un codice di condotta che disciplini i diritti e gli obblighi dell’Amministrazione e dei contribuenti;
- in caso di violazioni fiscali non gravi, si fuoriesce dal regime solo dopo un periodo transitorio di osservazione;
- si riducono ulteriormente fino all’eliminazione le sanzioni amministrative in presenza di rischi di natura fiscale comunicati in maniera preventiva, tempestiva ed esauriente;
- in caso di comportamenti collaborativi e considerando alcune eccezioni, si escludono le sanzioni penali tributarie, in particolare per ciò che riguarda il reato di dichiarazione infedele;
- si riducono di due anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento, che passano a tre se il professionista incaricato alla certificazione del sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, attesta di aver accertato la conformità dei dati esposti nelle dichiarazioni predisposte dal contribuente alle risultanze delle scritture contabili e alla relativa documentazione extracontabile, l’esatta applicazione delle norme tributarie sostanziali di aver eseguito gli adempimenti, i controlli e le attività.
Nuova cooperative compliance: il ruolo centrale di commercialisti e avvocati
Dalle novità emerge con forza il ruolo centrale che si riconosce agli avvocati e ai commercialisti con qualificata esperienza: saranno i professionisti a redigere personalmente la certificazione e ad aggiornarla periodicamente.
“In questo nuovo contesto, sarà fondamentale che commercialisti e funzionari del fisco parlino la stessa lingua, una sorta di esperanto ispirato a principi di reciproca trasparenza e collaborazione, perché solo attraverso questo percorso virtuoso gli obiettivi della Legge Delega potranno essere efficacemente raggiunti”.
Ha sottolineato Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, commentando le novità in arrivo durante il Congresso Nazionale che si è tenuto a Torino dal 17 al 19 ottobre 2023.
Anche gli ordini professionali interessati, infatti, saranno coinvolti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero della Giustizia per stabilire il regolamento alla base del rilascio della certificazione TCF.
“Dovrà essere un cambiamento epocale anche e soprattutto per l’Amministrazione finanziaria e per le sue capacità di gestire un simile cambiamento su larga scala, che impone un potenziamento della macchina pubblica per un fisco al quale, nel rispetto dei ruoli, non si chiede di essere amico, ma di essere efficiente nel dipanare incertezze e nel rapporto quotidiano con i contribuenti e i professionisti che li assistono”.
Ha aggiunto, poi, Salvatore Regalbuto, tesoriere con delega all’Area Fiscalità del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, che ai lavori di attuazione della riforma fiscale, sul fronte degli adempimenti e dei versamenti, ha partecipato in prima persona.
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Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cambia la compliance: dai requisiti alla riduzione delle sanzioni, le novità sull’adempimento collaborativo