La nuova scadenza della rottamazione quater delle cartelle esattoriali, fissata al 30 novembre, si incrocia con l'attesa sulla quinta edizione della pace fiscale. Nella Manovra 2026 si attendono dettagli sulla chance riammissione per i decaduti

Rottamazione delle cartelle verso una nuova scadenza.
È il 30 novembre la data da segnare in calendario per il pagamento delle somme dovute da parte di chi ha aderito alla definizione agevolata.
I contribuenti in regola con i pagamenti precedenti, così come coloro che hanno presentato domanda di riammissione, dovranno versare un’ulteriore rata ormai a breve.
L’appuntamento fa però i conti con l’attesa rottamazione quinquies che, salvo passi indietro, dovrebbe approdare in Legge di Bilancio 2026.
Non è chiaro se nella nuova pace fiscale ci sarà spazio anche per i decaduti dalla definizione agevolata in corso e, sopratutto, se le porte si apriranno anche a chi salterà la prossima scadenza.
Rottamazione delle cartelle, rata del 30 novembre rinviabile fino al 9 dicembre 2025
Partendo dalle regole messe ad oggi nero su bianco, è bene soffermarsi su chi deve annotare in calendario la scadenza del 30 novembre 2025.
Si tratta in linea generale di chi ha presentato domanda di adesione alla rottamazione quater, partita dal 2023 e arrivata ormai al decimo appuntamento. La stessa scadenza interesserà anche i riammessi alla definizione agevolata, chiamati a versare la seconda quota del nuovo piano accordato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione.
L’appuntamento di novembre è l’ultimo da segnare in calendario per il 2025, sul quale continua ad applicarsi la tolleranza in caso di lievi ritardi.
Grazie al termine extra di cinque giorni e, per effetto dei differimenti previsti in caso di scadenze coincidenti con giorni festivi, saranno considerati validi i pagamenti effettuati entro il 9 dicembre.
Un differimento ampio che gioca a favore di chi è in attesa di sapere se la rottamazione quater si intreccerà con l’edizione quinquies in ballo con la Manovra 2026.
Rottamazione quinquies e quater, un incrocio pericoloso
Non è un mistero che nella definizione dei confini della rottamazione quinquies siano in ballo diverse ipotesi per i decaduti: da un lato un’esclusione generalizzata, dall’altro una riammissione con vincoli più stringenti.
Stando alle ultime novità, la pace fiscale attesa nel 2026 potrebbe accogliere anche chi ha già richiesto l’accesso ad una delle quattro edizioni di definizione agevolata delle cartelle susseguitesi dal 2017 al 2022, mentre dovrebbe restare fuori chi ha una rottamazione in corso.
Una riapertura a chi non ha onorato il piano accordato concesso dall’AdER, con possibilità di saldare il debito maturato al netto di sanzioni e interessi e in un massimo di 96 rate spalmate su otto anni.
Questa regola si applicherà anche a chi salterà la scadenza del 30 novembre? È questo, evidentemente, uno dei nodi che caratterizza l’appuntamento del prossimo mese.
L’incrocio tra la quarta e la quinta edizione di definizione agevolata presenta diverse criticità, in primis il rischio di disincentivare il versamento di quanto dovuto nell’attesa di una via all’apparenza più conveniente per fare pace con il Fisco.
Decaduti dalla rottamazione, confini della nuova pace fiscale da definire
Sarà quindi centrale attendere e valutare con cura i confini della rottamazione quinquies, nella forma che sarà definita dal Governo, sulla base dei paletti dettati dal Ministero dell’Economia. Ad oggi il testo del disegno di legge in discussione in Senato prevede un’ampia possibilità di accesso per i decaduti da precedenti forme di definizione agevolata, senza vincoli temporali precisi.
Proprio per evitare la fuga dall’edizione quater della definizone agevolata, è tuttavia plausibile che la coperta della nuova pace fiscale si estenda alle decadenze intervenute entro una data specifica, e non è quindi escluso che chi non salderà il conto dovuto entro il prossimo 9 dicembre perda in toto i vantaggi concessi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rottamazione cartelle, la scadenza del 30 novembre incrocia la nuova pace fiscale