Rinnovo dei CCNL e tassazione agevolata degli aumenti: le soluzioni del Governo contro gli stipendi bassi

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Durante l'intervento alla Camera del 29 marzo 2023 la Ministra del Lavoro ha ribadito la volontà del Governo di ripartire dal rinnovo e dall'estensione della copertura dei CCNL per contrastare la perdita del potere d'acquisto degli stipendi italiani, troppo bassi. Tra le possibili soluzioni anche la tassazione agevolata sugli aumenti frutto della contrattazione

Rinnovo dei CCNL e tassazione agevolata degli aumenti: le soluzioni del Governo contro gli stipendi bassi

Il problema degli stipendi troppo bassi in Italia, che limitano il potere d’acquisto di famiglie e lavoratori, si risolve con la contrattazione collettiva.

L’obiettivo del Governo è di potenziare questo strumento e di estenderlo a quei settori che attualmente non lo prevedono.

Lo ha ribadito la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, durante le interrogazioni a risposta immediata alla Camera il 29 marzo 2023.

Dopo la chiusura ad una possibile introduzione del salario minimo, la linea del Governo è quella di puntare sulla contrattazione collettiva, proseguendo sulla strada aperta dalla Legge di Bilancio 2023 che ha previsto il taglio del cuneo fiscale.

Una delle ipotesi che si fa largo è anche quella dell’introduzione di una tassazione agevolata di quelli che sono i frutti della contrattazione e gli aumenti salariali.

Rinnovo dei CCNL e tassazione agevolata degli aumenti: le soluzioni del Governo contro gli stipendi bassi

La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, è intervenuta alla Camera per le interrogazioni a risposta immediata del 29 marzo 2023.

Alla domanda relativa alle iniziative di competenza da mettere in pratica con l’obiettivo di contrastare la perdita del potere d’acquisto dei salari italiani, troppo bassi rispetto alla media degli altri Paesi OCSE, ha ribadito la linea che il Governo intende perseguire.

A questo proposito, la stessa Premier, Giorgia Meloni, qualche giorno prima aveva chiuso alla possibilità di introdurre in Italia un salario minimo per legge, che non sarebbe la giusta soluzione da attuare in sistema come quello italiano, caratterizzato da una elevata copertura dalla contrattazione collettiva.

La soluzione prospettata dal Governo e ribadita in più occasioni è proprio quella di insistere sulla contrattazione collettiva, potenziandola ed estendendola a tutti i settori per cui al momento non è ancora prevista.

Il problema principale al momento, però, è che molti contratti sono scaduti, alcuni anche da molto tempo, e andrebbero rinnovati al più presto in modo da adeguarli a tutti i cambiamenti degli ultimi tempi, in primis l’aumento dell’inflazione.

“Il problema degli stipendi bassi è una preoccupazione del Governo. L’intenzione è quella di estendere i contratti collettivi anche in settori lavorativi ancora non coperti.

Confermo la più ampia disponibilità a convocare formalmente presso il Ministero le parti sociali interessate al rinnovo dei contratti scaduti da maggior tempo al fine di stimolare, supportare e sollecitare il dialogo sociale.”

La Ministra Calderone, dunque, ha aperto al dialogo con le parti sociali per cercare di velocizzare il rinnovo di quei contratti scaduti da più tempo.

Stipendi bassi e rinnovo dei CCNL: ipotesi tassazione agevolata degli aumenti

L’obiettivo del Governo per fronteggiare la perdita del potere d’acquisto dei salari, è dunque il potenziamento dei contratti collettivi, con il rinnovo di quelli scaduti e l’estensione ai settori che al momento non li prevedono.

Una delle ipotesi possibili in questo senso sarebbe l’introduzione di una tassazione agevolata sugli aumenti di stipendio che derivano dall’applicazione della contrattazione collettiva.

“Stiamo valutando le modalità con cui adottare strumenti normativi che facilitino l’efficace soluzione di una questione come quella dei rinnovi dei contratti collettivi, che in taluni casi si protrae da anni, anche individuando forme di tassazione agevolata di quelli che sono i frutti della contrattazione e gli aumenti salariali.”

Alcuni interventi a tutela dei lavoratori e del potere d’acquisto delle famiglie sono stati introdotti con la Legge di Bilancio 2023, in particolare il rinnovo del taglio del cuneo fiscale di due punti percentuali e l’aggiunta di un ulteriore punto percentuale per i redditi più bassi, fino a 25.000 euro annui.

“Solo primi passi, ovviamente, verso l’obiettivo che il Governo si è posto, che è, ovviamente, aumentare i salari dei lavoratori, garantendo retribuzioni dignitose, retribuzioni che siano adeguate al lavoro svolto e al contesto socio-economico.”

Queste le parole del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del suo intervento alla Camera lo scorso 16 marzo.

L’obiettivo, dunque, come ribadito dalla Ministra Calderone, è quello di aumentare i salari dei lavoratori garantendo dei compensi dignitosi e la progressione delle carriere e delle retribuzioni, commisurata alla crescita delle competenze, e lo strumento adatto per farlo sarebbe dunque la contrattazione collettiva.

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