Rimborso 730 subito in busta paga? Non sempre il pagamento arriva in tempi celeri sullo stipendio. In alcuni casi il Fisco può fare controlli più approfonditi e bisognerà aspettare (anche fino al prossimo anno)

A luglio arriveranno i primi rimborsi del modello 730/2025.
Chi invierà la dichiarazione dei redditi entro il 31 maggio potrà ricevere i rimborsi spettanti in busta paga in tempi celeri.
Non sempre però la via per il riconoscimento delle somme emerse dal 730 è immediata. In caso di modifiche rilevanti alla dichiarazione precompilata, ma anche se si superano determinati importi, l’Agenzia delle Entrate effettua controlli aggiuntivi.
Chi rischia di dover aspettare, nella peggiore delle ipotesi, fino al mese di marzo del prossimo anno.
Rimborso 730 subito in busta paga? Non sempre: chi rischia più controlli
Come noto, i tempi per il pagamento dei rimborsi del 730 dipendono in primis dal tempismo nell’invio della dichiarazione. Cinque gli slot temporali da monitorare e il primo interessa i contribuenti che procederanno all’invio entro il 31 maggio.
Il flusso di comunicazione tra Agenzia delle Entrate e datori di lavoro consentirà di erogare i primi rimborsi del 730 a luglio (agosto per i pensionati), e successivamente si proseguirà mese per mese fino ad arrivare all’ultima tornata di pagamenti tra ottobre e novembre.
I tempi dei rimborsi IRPEF si allungano però nei casi in cui l’Agenzia delle Entrate effettua controlli più approfonditi. Si tratta di casistiche che vengono individuate anno per anno dalla stessa Agenzia, e sulle quali per il 730/2025 si attende ancora il relativo provvedimento.
Tuttavia, le situazioni meritevoli di controlli aggiuntivi da parte del Fisco sono pressoché le stesse anno per anno. Chi rischia quindi di dover attendere di più?
Troppe modifiche al 730 precompilato e rimborsi superiori a 4.000 euro: più controlli da parte del Fisco
Come indicato nel provvedimento del 17 giugno 2024, i principali elementi che portano ai controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate sono:
- lo scostamento per importi significativi dei dati risultanti nei modelli di versamento, nelle certificazioni uniche e nelle dichiarazioni dell’anno precedente;
- la presenza di altri elementi di significativa incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni o a quelli esposti nelle certificazioni uniche.
In sostanza, chi modifica in maniera rilevante la dichiarazione rispetto allo scorso anno, ma anche rispetto ai dati comunicati da soggetti terzi e inseriti nel modello 730 precompilato, viene sottoposto a verifiche aggiuntive.
Non solo. Le verifiche possono riguardare anche chi negli anni precedenti ha commesso irregolarità fiscali, ed è quindi già stato destinatario di controlli e recuperi di bonus e detrazioni non spettanti.
Un ulteriore caso riguarda chi è beneficiario di rimborsi superiori a 4.000 euro. In tali casi l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli preventivi in via automatizzata o richiedendo la documentazione giustificativa.
Rimborsi IRPEF 730/2025, in caso di controlli il pagamento potrebbe arrivare solo nel 2026
Il fatto che il Fisco effettui controlli aggiuntivi in caso di situazioni specifiche, come nel caso di grosse modifiche al 730 precompilato o rimborsi elevati, non è di per sé un motivo di preoccupazione.
Se infatti il contribuente è in regola, e quindi ha inserito in dichiarazione dei redditi detrazioni effettivamente spettanti o ha modificato i redditi presenti nella precompilata in caso di effettiva incongruenza rispetto a quelli a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, non ci sarà nulla di cui preoccuparsi. Basterà presentare la documentazione richiesta.
La questione principale è tuttavia relativa ai tempi di effettuazione di queste verifiche e alle conseguenze sul fronte del pagamento delle somme spettanti.
Il periodo di tempo entro il quale possono essere effettuati i controlli è di quattro mesi, considerati:
- dalla scadenza della dichiarazione dei redditi;
- dalla trasmissione di tale dichiarazione, se avvenuta oltre la scadenza.
Ipotizzando il caso di un contribuente che effettua l’invio del 730 nei termini, e quindi entro il termine del 30 settembre, l’Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di fare le proprie verifiche fino al mese di gennaio 2026.
Il rimborso che risulta spettante dopo le operazioni di controllo è erogato direttamente dall’Agenzia entro i sei mesi successivi alla scadenza del 730. Nella peggiore delle ipotesi quindi, bisognerà aspettare fino al mese di marzo del prossimo anno.
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