Pensioni: perché aumenteranno da dicembre

Vanda Soranna - Pensioni

Aumento delle pensioni previsto dal prossimo 1° dicembre 2023: ciò in quanto partirà il conguaglio della perequazione del 2022. La novità nel testo del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2024

Pensioni: perché aumenteranno da dicembre

In questi giorni sentiamo spesso che - per fortuna - ci sarà un aumento delle pensioni dal 2024, in parte come conseguenza di alcuni effetti fiscali.

Parte di questi aumenti tuttavia si avranno già quest’anno grazie all’anticipo del conguaglio della perequazione degli assegni che determinerà un aumento delle pensioni dal prossimo 1° dicembre 2023.

La novità trova spazio nel testo del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 18 ottobre. Il pagamento degli aumenti slitta di un mese rispetto alle prime anticipazioni, con il fine di consentire all’INPS di avere il tempo necessario per l’adeguamento degli importi.

Dal valore degli aumenti in arrivo alle novità sulle pensioni, un focus sulle misure previste dall’articolo 1 del decreto legge n. 145/2023.

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Pensioni in aumento dal 1° dicembre 2023: al via il conguaglio della perequazione 2022

Rinnovo dei contratti della PA, taglio al cuneo fiscale, uno stanziamento aggiuntivo per la sanità, nuove misure per l’immigrazione, la sicurezza e le attività emergenziali legate alla crisi ucraina: sono queste alcune delle misure contenute nella Legge di Bilancio approvata il 16 ottobre scorso dal Consiglio dei Ministri.

Una manovra per complessivi 24 miliardi, ricavati in gran parte da extragettito e tagli di spese pubbliche, che il Premier Meloni definisce “seria, realistica, che non disperde risorse ma le concentra su grandi priorità”.

Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 e dal decreto-legge con misure economiche e fiscali anche le nuove regole sul pensionamento: l’aumento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini per accedere alla pensione anticipata e nuovi requisiti per le donne, quota 104 che sostituisce quota 103 e l’anticipo del conguaglio della perequazione dell’anno 2023.

Il decreto-legge n. 145/2023 in vigore dal 19 ottobre prevede, all’articolo 1, che:

“al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2023 e sostenere il potere d’acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni, di cui all’articolo 24, comma 5, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, per l’anno 2022 è anticipato al 1° dicembre 2023.”

L’inflazione effettiva per il 2022 si è attestata sull’8,1 per cento: sulle pensioni verrà perciò calcolato un aumento pari allo 0,8 per cento, con arretrati, che si andrà ad aggiungere al 7,3 per cento già applicato.

Il pagamento scatterà dal 1° dicembre, con un mese di anticipo rispetto ai tempi abituali che prevedevano il conguaglio a gennaio.

Pensioni, di quanto aumenta l’importo a dicembre 2023: conguaglio pieno per gli assegni bassi

A beneficiarne maggiormente saranno le pensioni più basse.

Le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (2.100 euro lordi mensili) riceveranno infatti un aumento corrispondente al 100 per cento e dunque all’intera quota dello 0,8 per cento.

Quelle di importo superiore avranno invece un incremento a fasce, ossia con percentuali decrescenti secondo l’importo lordo del trattamento mensile complessivo.

Come anticipato già dalla Legge di Bilancio 2023, infatti, si applicheranno le seguenti percentuali:

  • 0,68 per cento ossia l’85 per cento del tasso per le pensioni tra 2.101,53 e 2.626,90 euro;
  • 0,424 per cento ossia il 53 per cento del tasso per le pensioni tra 2.626,91 e 3.152,26 euro;
  • 0,376 per cento ossia il 47 per cento del tasso per le pensioni tra 3.152 e 4.203,04 euro;
  • 0,296 per cento ossia il 37 per cento del tasso per le pensioni tra 4.203,05 e 5.253,80 euro;
  • 0,256 per cento ossia il 32 per cento del tasso per le pensioni superiori a 5.253,81.

Le previsioni ci dicono che gli aumenti potrebbero riguardare circa 16 milioni di pensionati, con aumenti che arriveranno a 20 euro al mese.

Per fare degli esempi, una pensione di mille euro, verrà rivalutata a 1.008 euro; il pensionato riceverà a novembre arretrati per 80 euro.

Aumento delle pensioni a dicembre 2023: i beneficiari

Gli aumenti derivanti dalla perequazione riguarderanno tutte le pensioni, dirette e di reversibilità, gli assegni di invalidità civile e gli assegni sociali.

Nel complesso, le nuove misure varate dal Governo porteranno risparmi nelle casse dello Stato: gli aumenti saranno calcolati sul totale degli assegni mensili piuttosto che sul montante pensionistico, come era avvenuto in passato.

Si tratta dunque di una misura vantaggiosa per i pensionati con redditi bassi e meno conveniente per i percettori di pensioni medio-alte.

Ma quale è la reale novità della misura?

L’aumento, sulla base delle leggi vigenti, sarebbe comunque stato riconosciuto a tutti i pensionati ma dal 1° gennaio 2024, per l’adeguamento della quota di inflazione non riconosciuta all’inizio dell’anno.

Il decreto-legge in vigore dal 19 ottobre ne anticipa il pagamento al 1° dicembre 2023 e con effetto retroattivo: saranno calcolati gli arretrati da gennaio a novembre 2023 e liquidati in unica soluzione sulle pensioni del mese successivo.

Come sopra anticipato, rispetto alle previsioni iniziali che parlavano di aumenti già a novembre, nella versione ufficiale del decreto collegato alla Legge di Bilancio 2024 si prevede l’erogazione da dicembre. Un rinvio necessario per consentire all’INPS di avere tempo per gestire le procedure di ricalcolo degli assegni.

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