Concorsi pubblici: niente prova orale fino al 2026 e spazio ai giovani, tutte le novità del Decreto PA

Francesco Rodorigo - Pubblica Amministrazione

Le nuove regole per lo svolgimento dei concorsi pubblici sono tra i provvedimenti inclusi nel DDL di conversione del decreto PA, approvato definitivamente al Senato. Una delle novità riguarda la possibilità per le pubbliche amministrazioni di assumere giovani laureati e studenti under 24 tramite contratti di apprendistato e di formazione e lavoro

Concorsi pubblici: niente prova orale fino al 2026 e spazio ai giovani, tutte le novità del Decreto PA

Si è concluso l’iter di conversione in legge del decreto PA, con nuove misure per per il rafforzamento della pubblica amministrazione. Dopo l’approvazione da parte della Camera lo scorso 7 giugno è arrivata anche l’approvazione definitiva da parte del Senato.

La riforma relativa allo svolgimento dei concorsi pubblici è uno degli interventi principali in materia di nuove assunzioni.

L’intenzione è quella di sbloccare le procedure di reclutamento grazie alla velocizzazione dei tempi legati alle procedure e alla digitalizzazione delle stesse, in particolar modo promuovendo l’utilizzo del portale inPA, attraverso il quale sono gestiti i vari bandi.

Concorsi pubblici: niente prova orale fino al 2026 e spazio ai giovani, tutte le novità del Decreto PA

Il cosiddetto Decreto PA, n. 44/2023, con “disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche” è legge.

Dopo l’approvazione della Camera, il DDL di conversione è stato approvato il 20 giugno nell’aula del Senato, con 130 voti favorevoli, 72 contrari e 1 astenuto. Si attende ora solamente la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Tra i principali interventi, il decreto prevede novità importanti per quanto riguarda le nuove assunzioni, in particolare in relazione allo svolgimento dei concorsi pubblici.

Una di queste novità, inserita con un emendamento al testo, riguarda le prove concorsuali per accedere alle varie posizioni. Per velocizzare lo svolgimento delle procedure fino al 31 dicembre 2026, infatti, i bandi di concorso per i profili non apicali possono prevedere la sola prova scritta. Per essere assunti, quindi, non sarà necessario sostenere anche l’esame orale.

I concorsi saranno svolti interamente con modalità digitali, anche per le posizioni negli enti locali. L’intera procedura, dalla pubblicazione del bando alla candidatura, fino alla pubblicazione dei risultati sarà svolta attraverso il portale inPA, al quale si accede tramite registrazione.

Ai fini della graduatoria finale, saranno considerati idonei i candidati che occupano il 20 per cento dei posti successivi all’ultimo di quelli messi a bando. Ci sarà maggiore possibilità, dunque, per essere chiamati in seguito ad eventuali scorrimenti.

I concorsi unici, poi, possono essere organizzati su base territoriale, e in questo caso il candidato potrà presentare la domanda di partecipazione per uno solo dei profili oggetto del bando e per non più di un ambito territoriale.

Inoltre, si prevede una riserva di posti nelle assunzioni di personale non dirigenziale del 15 per cento in favore dei volontari che hanno concluso il servizio civile senza alcun demerito.

Le PA poi possono conferire incarichi dirigenziali a persone esterne all’amministrazione in qualità di soggetti attuatori del PNRR, nel limite del 12 per cento della dotazione organica e fino al 31 dicembre 2026.

Si prevede, infine, anche il potenziamento delle strutture della pubblica amministrazione, in particolar modo quelle direttamente coinvolte nell’attuazione del PNRR o nella tutela della salute e della sicurezza pubblica. Nello specifico, si autorizzano circa 3.000 nuove assunzioni, per la maggior parte nei corpi delle forze dell’ordine.

Assunzioni PA: si apre al contratto di apprendistato e di formazione e lavoro

Un altro emendamento al testo della conversione in legge del Decreto PA ha introdotto novità importanti anche per i cittadini e le cittadine più giovani, che intendono intraprendere una carriera nella pubblica amministrazione.

Parte, infatti, la sperimentazione di nuove forme di impiego. Fino al 31 dicembre 2026, data di scadenza per l’attuazione del PNRR, gli enti pubblici potranno assumere dipendenti con contratto a tempo determinato di apprendistato o di formazione e lavoro, nel limite del 10 per cento delle facoltà di assunzione.

Le amministrazioni, dunque, potranno impiegare in apprendistato per massimo 3 anni dei giovani laureati individuati su base territoriale tramite gli apposti avvisi pubblicati nel portale del reclutamento inPA.

Inoltre, avranno la possibilità di stipulare convenzioni con le università per individuare, sempre tramite il portale istituzionale, degli studenti con meno di 24 anni che abbiano concluso gli esami previsti dal piano di studi da assumere a tempo determinato con contratto di formazione e lavoro.

Criteri e modalità di reclutamento saranno poi determinanti da un apposito decreto.

Il personale assunto con queste tipologie di contratto sarà inquadrato nell’area dei funzionari. Alla scadenza dei contratti, in presenza dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego e della valutazione positiva sull’attività svolta, il rapporto di lavoro si trasformerà in rapporto a tempo indeterminato, sempre nei limiti delle facoltà assunzionali.

“Un importante tassello, che si aggiunge al lavoro di semplificazione, modernizzazione e rafforzamento della pubblica amministrazione.

Con questo provvedimento rispondiamo in modo concreto alle esigenze delle nostre amministrazioni per offrire servizi di qualità a cittadini e imprese ed essere pronti ad affrontare le sfide che ci attendono.”

Questo il commento del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, come si legge nel comunicato stampa sul sito istituzionale.

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