DdL IA, novità sul lavoro: obblighi per aziende e limiti per i professionisti

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Il DdL sull'Intelligenza Artificiale al voto del Senato. Il disegno di legge introduce novità anche in materia di lavoro, dagli obblighi per le aziende alle novità per i professionisti. Un focus sul testo

DdL IA, novità sul lavoro: obblighi per aziende e limiti per i professionisti

Il DdL sull’intelligenza artificiale arriva in aula al Senato e, dopo lo stop estivo, parte l’iter per l’ok al testo.

L’obiettivo è delineare una cornice per l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale in vari contesti, tra cui quello del lavoro.

L’uso dell’IA nel contesto lavorativo deve essere trasparente, oltre che sicuro e affidabile.

Per le aziende che scelgono di integrare algoritmi intelligenti nell’organizzazione lavorativa è necessario darne apposita comunicazione ai lavoratori.

Anche i professionisti che si avvalgono dell’intelligenza artificiale per le proprie prestazioni dovranno darne specifica comunicazione al cliente.

Queste alcune delle regole previste dal DdL sull’Intelligenza Artificiale, all’esame del Senato oggi 17 settembre.

Intelligenza artificiale in azienda: le regole per i datori di lavoro nel DdL AI

Presentato il 20 maggio 2024, il DdL contenente disposizioni e deleghe al Governo in materia di Intelligenza Artificiale ha incassato quasi un anno dopo, il 20 marzo 2025, il primo via libera da parte del Senato.

Approvato con modificazioni dalla Camera lo scorso 25 giugno, il testo è tornato in terza lettura al Senato, che dopo l’ok delle Commissioni arrivato il 30 luglio si prepara a vagliare nuovamente le novità previste.

L’obiettivo del disegno di legge è fissare una “cornice” per l’uso dell’IA in diversi ambiti, dalla Pubblica Amministrazione, alla Giustizia, fino alla Sanità.

Se sul fronte dell’uso in ambito “pubblico” si tratta di norme che anticipano l’ingresso dell’intelligenza artificiale come strumento di supporto al lavoro umano, così non si può dire sul fronte privato.

L’uso dell’IA nel mondo del lavoro è già una realtà in molti settori e il DdL detta ex post i criteri generali da seguire, con il fine di fare delle nuove tecnologie uno strumento a supporto dei lavoratori, nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone e secondo una logica antropocentrica.

Queste le finalità generali da perseguire anche sul fronte dell’uso dell’IA in materia di lavoro. L’Intelligenza Artificiale potrà essere impiegata in ambito lavorativo per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psico-fisica delle persone, accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività.

L’articolo 11 del DdL prevede, in ogni caso, che le aziende che scelgono di avvalersi di sistemi di IA per l’organizzazione del lavoro dovranno darne apposita comunicazione al lavoratore, secondo le modalità già adottate nel caso di utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati.

Sicurezza, affidabilità e trasparenza sono i criteri generali da seguire e, in ogni caso, l’IA applicata al lavoro dovrà garantire la dignità umana e rispettare i diritti in materia di privacy.

Uso dell’Intelligenza Artificiale, un Osservatorio al Ministero del Lavoro

Se quindi l’Intelligenza Artificiale è un’opportunità per tutti, è necessario saperne governare le potenzialità e mitigarne i rischi.

Il Ministero del Lavoro sarà chiamato a monitorarne l’utilizzo, mediante l’istituzione di un Osservatorio sull’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro.

All’Osservatorio spetterà il compito di definire una strategia per l’utilizzo dell’IA in ambito lavorativo e valutarne l’impatto. Sarà inoltre impegnato nella promozione della formazione di lavoratori e aziende.

Intelligenza Artificiale per i professionisti, utilizzo da comunicare al cliente

Il DdL regolamenta anche l’uso dell’IA in materia di professioni intellettuali.

Secondo quanto stabilito dall’articolo 13, la possibilità di avvalersi delle nuove e più evolute tecnologie è finalizzato al solo esercizio delle attività strumentali e di supporto all’attività professionale e con prevalenza di lavoro intellettuale oggetto della prestazione d’opera.

A tutela del rapporto fiduciario tra professionista e cliente, l’uso dell’IA per lo svolgimento della prestazione concordata dovrà essere trasparente. Sarà necessario comunicare le informazioni sui sistemi di IA utilizzati, con un linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo.

Come evidenziato dal dossier disponibile sul portale del Senato, il pensiero critico umano deve in ogni caso risultare sempre prevalente, non tanto dal punto di vista quantitativo quanto qualitativo.

Insomma, l’IA come alleata del ragionamento umano, e non come sostituta. Uno strumento che può supportare i professionisti ma che non deve mai mettere in secondo piano il lavoro intellettuale fatto di carta, penna e studio.

DdL IA: le novità nel testo
Scarica il dossier del Servizio Studi di Camera e Senato

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