Quali sono le partite IVA più controllate dal Fisco? In testa il settore delle costruzioni, seguito da commercialisti, bar, pasticcerie e avvocati. I dati della Corte dei Conti, che evidenziano però la frequenza limitata degli accertamenti

Controlli fiscali, accertamenti con impatto diverso in base alla tipologia di attività svolta.
Sono i dati contenuti nel Rendiconto generale dello Stato della Corte dei Conti, pubblicato il 26 giugno 2025, a fornire il dettaglio sulle partite IVA più “attenzionate” dal Fisco.
Il settore dell’edilizia è in testa, considerando complessivamente le attività dalle costruzioni e dell’intonacatura, rivestimento, tinteggiatura ed altri lavori di completamento. Numeri elevati anche per gli intermediari del commercio, così come per bar, pasticcerie e gelaterie.
Sul fronte delle attività professionali, nei controlli del Fisco sono in testa commercialisti e studi legali.
Nel complesso però il rischio di controlli fiscali resta molto basso: solo il 3,8 per cento delle partite IVA soggette agli ISA ha dovuto far fronte a verifiche sostanziali.
Controlli fiscali, le partite IVA più attenzionate: in testa edilizia, bar e commercialisti
Sono circa 400.000 le attività di accertamento in materia di imposte dirette, Irap, IVA e Registro effettuate dall’Agenzia delle Entrate nel corso del 2024, un dato in crescita dell’8 per cento rispetto all’anno precedente.
Numeri che però la Corte dei Conti definisce modesti, considerando l’ampiezza e la numerosità dei fenomeni di evasione fiscale. La mancanza di personale incide sulle capacità del Fisco di effettuare accertamenti, così come la difficoltà nella piena e tempestiva possibilità di utilizzo delle banche dati fiscali (fatture elettroniche e dati finanziari in primis).
Questa una premessa doverosa, prima di scendere nel dettaglio per capire chi sono i contribuenti più “attenzionati” dal Fisco. Tra i dati diffusi dalla Corte dei Conti nel Rendiconto 2024, è interessante infatti soffermarsi sulla frequenza dei controlli sostanziali per le diverse attività.
Guardando nello specifico alle partite IVA soggette all’applicazione degli ISA, nella Tavola 49 di seguito riportata viene fornito il dettaglio delle dieci attività con il maggior numero di soggetti sottoposti a controllo, dal 2020 al 2024.
Nel 2024 sono state le attività del settore costruzioni, insieme agli intermediari del commercio, le più soggette a controlli del Fisco, con un’incidenza del 5,1 per cento sul totale.
A seguire ulteriori attività del campo edilizio (intonacatura, rivestimento, tinteggiatura), con un 3,9 per cento di controlli, e subito dopo i commercialisti, ragionieri e periti commerciali (3,6 per cento).
Seguono i controlli su gelaterie, bar e pasticcerie (3,1 per cento) e gli studi legali (3 per cento).
Settori come locazione, valorizzazione, compravendita di beni immobili e studi medici e laboratori di analisi cliniche presentano percentuali di controllo più basse, generalmente al di sotto del 2,5 per cento.
In ogni caso, è bene tornare su quanto precedentemente già evidenziato: gli accertamenti sono di numero ridotto e, guardando alle attività più attenzionate, interessano solo 1 soggetto su 20. Dal punto di vista complessivo, e quindi in relazione a tutti i 2,5 milioni di soggetti ISA, gli accertamenti interessano solo il 3,8 per cento del totale.
Per ricevere via email gli aggiornamenti gratuiti di Informazione Fiscale in materia di ultime novità ed agevolazioni fiscali e del lavoro, lettrici e lettori interessati possono iscriversi gratuitamente alla nostra newsletter, un aggiornamento fiscale al giorno via email dal lunedì alla domenica alle 13.00
Crescono accessi brevi, controlli mirati e verifiche fiscali
Diversi i dati interessanti che è possibile estrapolare dalla Relazione della Corte dei Conti. Andando oltre le partite IVA soggette agli ISA, emerge il numero ancor più basso dei controlli fiscali complessivi, che nel 2024 hanno interessato solo l’1,4 per cento dei contribuenti.
Tornando ai dati relativi alle partite IVA, spicca la percentuale relativa ai controlli nei confronti delle piccole attività, pari al 38,5 per cento del totale (73.056 verifiche complessive).
Rilevante anche l’aumento dei controlli in sede: nel 2024 è aumentato dell’84,7 per cento, rispetto al biennio precedente, il dato relativo ad accessi brevi, controlli mirati e verifiche fiscali.
In ogni caso resta la constatazione di un Fisco poco incisivo sul fronte dei controlli. Se è vero che il 2024 è stato un anno record sul fronte del recupero delle imposte, con un importo complessivo pari a 22,8 miliardi di euro, la Corte dei Conti evidenzia lo squilibrio tra attività di compliance e controlli sostanziali. L’accertamento vero e proprio resta ormai una quota ridotta del lavoro degli Uffici.
Rottamazione delle cartelle? Un pericolo più che una via per aumentare gli incassi
La Relazione della Corte dei Conti si sofferma anche sui dati relativi agli incassi derivanti dalla rottamazione delle cartelle, nell’ambito dell’analisi delle attività di recupero relative all’Agenzia delle Entrate Riscossione.
I risultati non sono positivi.
A fronte di un guadagno da definizioni agevolate, pace fiscale e definizione delle liti pendenti di 3,5 miliardi nel 2024, la rottamazione quater, nonostante proroghe e riaperture, ha perso 11,2 miliardi: è questo il valore delle rate scadute e non versate nel 2023 e nel 2024.
La distanza tra gli incassi potenziali e quelli effettivi è da rintracciare nello stesso sistema di pace fiscale: “probabilmente”, scrive la Corte dei Conti, “una quota cospicua delle adesioni alla rottamazione è finalizzata a ritardare la riscossione coattiva”.
La discussione sull’efficacia delle diverse forme di rottamazione delle cartelle è sempre viva e accesa, ancor più negli ultimi mesi alla luce dell’attesa quinta edizione di definizione agevolata. Mentre il Governo prende tempo e rimanda il tutto alla fine dell’anno, viene da chiedersi se è questa la via per recuperare gli oltre 1.200 miliardi di crediti che affollano il magazzino della Riscossione. Stando alle considerazioni della Corte dei Conti, la risposta sembra essere negativa.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Controlli fiscali, le partite IVA più attenzionate: in testa edilizia, bar e commercialisti