Controlli dell'Agenzia delle Entrate, quadruplicati gli accessi previ nel primo semestre 2025 rispetto allo scorso anno. L'obiettivo è favorire la regolarizzazione prima dell'avvio degli accertamenti. A parlarne il Direttore Carbone

Controlli dell’Agenzia delle Entrate anche “in presenza”: nel primo semestre del 2025 sono notevolmente cresciuti gli accessi brevi, con il fine di consentire ai contribuenti di mettersi in regola prima dell’avvio delle attività di accertamento.
I dati sono stati forniti dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, nella prima intervista rilasciata dopo l’assunzione dell’incarico alla fine del mese di dicembre dello scorso anno.
Nelle parole pubblicate sulle pagine del Sole24Ore si evince una strategia di controlli per il contrasto all’evasione che punta sulla compliance. Un mix di accessi in sede e lettere di invito all’adempimento spontaneo, con il fine ultimo di favorire i contribuenti che intendono mettersi in regola.
Controlli dell’Agenzia delle Entrate: dagli accessi alla compliance, i primi dati del 2025
Un’Agenzia delle Entrate che punta a trovare soluzioni alle questioni poste dai contribuenti, che evita il contenzioso (definito “una sconfitta per tutti”), e che punta sempre di più sulla compliance.
È questa l’immagine dell’hub del Fisco che il Direttore Carbone presenta nella sua prima intervista, momento utile per delineare un primo quadro delle attività svolte nel corso del 2025.
Al centro del confronto le attività in campo per il contrasto all’evasione fiscale e, in particolare, i controlli che puntano a individuare e correggere situazioni di rischio.
Non solo i controlli ordinari e tradizionali, ma anche le attività di analisi e verifica dei dati dichiarati trasmessi dal contribuente, così come le lettere di compliance, entrano nel “bacino” delle attività anti-evasione.
I controlli fiscali non sono quindi in flessione, specifica Carbone, e a differenza di quanto evidenziato dalla Corte dei Conti, sulle pagine del Sole24Ore spiega che è necessario tener presenti anche le attività che non rientrano nelle statistiche, collocandosi in una fase precedente agli accertamenti.
Tra gli esempi, il Direttore dell’Agenzia menziona i controlli sulle dichiarazioni dei redditi, con 6,5 milioni di comunicazioni di irregolarità generate in media, ma anche le lettere di compliance che lo scorso anno hanno portato ad entrate per lo Stato pari a 4,5 miliardi di euro.
Controlli fiscali, al centro la compliance ma anche gli accessi brevi e in sede
La compliance è quindi centrale per il contrasto all’evasione e, nei fatti, si è rivelato uno strumento utile per i contribuenti che intendono mettersi in regola ed evitare l’avvio degli accertamenti.
Si tratta poi della prova pratica della volontà del Fisco di agire a monte, instaurando un dialogo preventivo con il contribuente. Un’Agenzia che collabora e concede la possibilità di adempiere spontaneamente, ma che non rinuncia alle strategie di controllo tradizionali.
Ne è la prova il numero elevato di accessi brevi effettuati nel 2025: si tratta di oltre 22.000 attività di verifica, a fronte dei 5.500 del primo semestre 2024. Si tratta di controlli finalizzati anche in questo caso a favorire la messa in regola da parte del contribuente e che, dal punto del vista del Fisco, permettono di segnalare irregolarità riscontrate dall’analisi dei dati confluiti nelle banche dati dell’Amministrazione.
La strategia delineata è quindi un mix di tradizione e modernità.
I controlli ordinari non sono stati sacrificati in favore della compliance, ma si tratta di attività che corrono in parallelo e che puntano al fine ultimo comune di contrastare l’evasione, ma con un approccio collaborativo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Controlli dell’Agenzia delle Entrate, boom di accessi brevi nel 2025: la strategia del Direttore Carbone