Cedolare secca partite IVA, il Ministro Giorgetti ribadisce il no all’estensione

Anna Maria D’Andrea - Cedolare secca sugli affitti

Cedolare secca per i conduttori con partita IVA, il Ministro dell'Economia ribadisce lo stop all'estensione. Sulle pronunce della Cassazione si valuta il ricorso alle Sezioni Unite. Le dichiarazioni nel Question Time in Senato del 25 settembre

Cedolare secca partite IVA, il Ministro Giorgetti ribadisce il no all'estensione

Stop alla cedolare secca per le partite IVA: il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dichiara che la questione sarà rimessa alla valutazione delle Sezioni Unite.

È nel corso del Question Time in Senato del 25 settembre che dal titolare del MEF arriva un nuovo segnale di chiusura, nonostante vada ormai consolidandosi l’orientamento opposto della Cassazione.

Due recenti sentenze gemelle, datate 7 maggio 2025, hanno evidenziato che anche per i conduttori che agiscono nell’esercizio di attività d’impresa è ammessa la possibilità di optare per la tassazione flat. Pronunce arrivate dopo un anno esatto dalla prima apertura e che hanno riacceso la discussione.

Si tratta quindi di orientamento estensivo che si consolida e sul quale, anche in relazione ai riflessi a livello di finanza pubblica, il MEF punta a un passo indietro, anche mediante “la richiesta di remissione della questione alle Sezioni Unite”.

Cedolare secca partite IVA, il MEF ribadisce il no all’estensione

È una nuova puntata quella andata in onda in Senato oggi, 25 settembre, in relazione all’estensione della cedolare secca per le partite IVA e che ha visto protagonista il titolare del MEF.

Prima di soffermarci sulle parole pronunciate da Giorgetti, è bene evidenziare che due recenti sentenze della Corte di Cassazione, la numero 12076 e la numero 12079 del 7 maggio 2025 hanno nuovamente aperto alla possibilità di applicazione del regime della cedolare secca per contratti conclusi con conduttori titolari di partita IVA.

L’Agenzia delle Entrate contestava la possibilità di accedere al regime sostitutivo IRPEF per le locazioni nei confronti di professionisti o imprenditori. Una cesura che per la Cassazione è infondata e che ha messo quindi in bilico una linea interpretativa da tempo sostenuta dal Fisco.

Nonostante il chiaro orientamento della giurisprudenza di merito, nulla si smuove e anzi l’intento è di rivedere la posizione stessa della Cassazione.

Come evidenziato dal Ministro Giorgetti, a giudizio dell’Agenzia delle Entrate:

“il recente orientamento di legittimità risulterebbe non del tutto condivisibile lì dove non valorizza adeguatamente la circostanza che il legislatore ha espressamente previsto che l’opzione per la cedolare secca ’può essere esercitata anche per le unità immobiliari abitative locate nei confronti di cooperative edilizie per la locazione o enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti universitari e date a disposizione dei comuni con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione”.

Un’eccezione prevista per legge che conferma la regola secondo la quale il locatario non può essere un titolare di partite IVA.

La linea del Fisco quindi non si sposta e, anzi, l’intento è ribadire una posizione dettata anche da questioni finanziarie:

“Visti anche i riflessi a livello di finanza pubblica, allo stato si è ritenuto opportuno valutare con l’organo legale la possibilità di addivenire ad un mutamento del recente indirizzo giurisprudenziale, anche tramite la richiesta di remissione della questione alle Sezioni Unite”.

Un segnale chiaro di chiusura.

Cedolare secca partite IVA, il sì della Cassazione non è più un caso isolato

La pagina del sito dell’Agenzia delle Entrate dedicata al regime della cedolare secca evidenzia che, sul fronte dei requisiti per gli inquilini, la tassazione agevolata non può essere applicata ai contratti conclusi con conduttori titolari di partita IVA, “indipendentemente dal successivo utilizzo dell’immobile per finalità abitative di collaboratori e dipendenti”.

Un’esclusione per i contratti stipulati da esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo che, sin dall’introduzione del regime fiscale sostitutivo IRPEF, è stata alla base di numerosi contenziosi.

La sentenza n. 12395 del 7 maggio 2024 ha “cambiato le carte in tavola” e ha di fatto smentito la linea del Fisco, evidenziando come l’esclusione prevista dall’articolo 3, comma 6 del decreto legislativo n. 23/2011 debba intendersi riferita solo ai locatori.

In sostanza, secondo la Cassazione l’applicazione della cedolare secca è esclusa in caso di affitto effettuato da parte di titolari di partita IVA, mentre nel rispetto della finalità abitativa dell’immobile resta possibile optarvi anche se il conduttore - persona fisica - esercita attività d’impresa, di arti e professioni.

È il caso ad esempio degli imprenditori che affittano immobili a finalità abitativa ad uso foresteria, e quindi per soddisfare le esigenze abitative dei dipendenti.

Sulla stessa scia si muovono, come detto, le sentenze gemelle della Cassazione n. 12076 e 12079 del 7 maggio 2025, arrivate esattamente un anno dopo la prima apertura alla cedolare secca per le partite IVA.

In ambedue i casi, la Corte evidenzia di aver già affermato il principio - al quale si ritiene di dare continuità - secondo il quale il locatore può optare per la cedolare secca anche qualora il conduttore concluda il contratto di locazione ad uso abitativo nell’esercizio della propria attività professionale,

“atteso che l’esclusione di cui all’art. 3, comma 6, d.lgs. n. 23/2011 si riferisce esclusivamente alle locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo effettuate dal locatore nell’esercizio di una attività d’impresa o di arti e professioni (Cass. 7 maggio 2024, n. 12395).”

A un anno esatto, e dopo un botta e risposta che ha coinvolto anche il Parlamento, si riaccende la discussione ma la linea restrittiva dell’Agenzia delle Entrate viene difesa dal MEF.

Cedolare secca anche per i conduttori titolari di partita IVA, Cassazione VS Agenzia delle Entrate

Vale la pena ricordare che già lo scorso 26 marzo, proprio alla Camera, il Fisco aveva ribadito il proprio no all’estensione della cedolare secca, tenuto conto che quella degli Ermellini era definita come una decisione isolata.

Nello specifico, nella risposta letta dal MEF in Commissione Finanze della Camera, l’Agenzia delle Entrate difendeva la propria interpretazione, secondo la quale:

“non rientrano nell’ambito applicativo del regime in questione i contratti di locazione stipulati con conduttori che agiscono nell’esercizio di un’attività di impresa o di lavoro autonomo, ancorché l’immobile sia utilizzato per finalità abitative di dipendenti e collaboratori. Tale soluzione viene inoltre ritenuta dall’Agenzia delle entrate maggiormente coerente con la ratio della norma, individuabile nel contrasto all’evasione fiscale nel settore della locazione di immobili abitativi.”

Con l’intervento in Commissione l’Agenzia delle Entrate quindi aveva stoppato ogni possibile apertura e, pur segnalando che sulla questione si è sviluppato un filone di contenzioso, il fatto che vi fossero esiti contrastanti anche successivi alla sentenza di maggio 2024 aveva fatto prevalere la linea della cautela.

Cedolare secca per conduttori titolari di partita IVA - la risposta dell’Agenzia delle Entrate
Scarica il testo della risposta fornita in Commissione Finanze della Camera il 26 marzo 2025

Le pronunce di maggio della Cassazione hanno rimesso la questione al centro dell’attenzione. L’apertura alla cedolare secca per le partite IVA non è più quindi un caso isolato, ma un orientamento che si consolida.

Le porte del modello RLI, utilizzato per esercitare l’opzione della cedolare secca, restano però chiuse alle partite IVA e con le dichiarazioni di Giorgetti la palla torna a centro campo. L’ultima parola spetterà alle Sezioni Unite.

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