Bonus casa, utilizzo della detrazione in 5 anni in luogo dei 10 previsti attualmente: questa una delle possibili novità della Manovra 2026, con possibili effetti negativi. Resta il nodo del rischio taglio per gli incapienti, cioè per i titolari di redditi bassi

Bonus casa con utilizzo in un lasso temporale più ristretto. Questa una delle novità in cantiere e che potrebbe approdare nella Manovra 2025.
L’ipotesi allo studio è di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di recupero delle detrazioni, una via per rendere più vantaggioso e tangibile, nell’immediato, il beneficio derivante dall’accesso alle agevolazioni.
La novità, che si affianca alla proposta di prorogare i bonus casa al 50 per cento anche nel 2026 (sempre solo per i lavori sulla prima casa), presenta però dei contro da tenere in considerazione. Per i titolari di redditi bassi il rischio è di un taglio indiretto alle detrazioni teoricamente spettanti.
Bonus casa in 5 anni nella Manovra 2026: le novità allo studio
Il capitolo dei bonus casa arricchisce la discussione sulle novità fiscali attese con la Manovra 2026.
Salvo contromisure, dal prossimo 1° gennaio scatterà l’ulteriore taglio alle detrazioni per l’edilizia ed è partito il lavoro per correggere il tiro rispetto a quanto già messo nero su bianco dalla Legge di Bilancio 2025.
Vale la pena ricordare che per tutto l’anno in corso l’ecobonus e il bonus ristrutturazione seguono due binari: spettano al 50 per cento per l’abitazione principale e al 36 per cento per i lavori sugli immobili diversi.
Nel 2026, così come nel 2027, le soglie scenderanno al 36 per cento per la prima casa e al 30 per cento per le altre tipologie di immobili.
Come dichiarato dall’Onorevole Vannia Gava, Viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è partito il confronto con il Ministero dell’Economia per evitare la nuova tagliola alle agevolazioni edilizie. Una possibile proroga alla quale si affianca l’idea di velocizzare i tempi per il recupero delle detrazioni.
In campo entra quindi la proposta di ridurre a 5 anni il periodo di fruizione dei bonus casa.
Come noto, i lavori sono detraibili in dichiarazione dei redditi, a partire da quella relativa all’anno di sostenimento delle spese e in quelle successivi.
Una procedura di ripartizione annuale che ad oggi prevede l’utilizzo in 10 anni, e quindi il rimborso in 10 quote, del bonus spettante. L’ipotesi di accorciare i tempi si lega alla volontà di garantire un beneficio più corposo e immediato, ma si tratta di un correttivo da valutare con attenzione. Il motivo? I titolari di redditi bassi potrebbero esserne penalizzati.
Bonus casa in 5 anni, per gli incapienti c’è il rischio taglio
Le detrazioni per i lavori in casa spettano, così come la maggior parte dei bonus fruibili in dichiarazione dei redditi, nel rispetto della capienza IRPEF.
Il presupposto per l’utilizzo dei bonus edilizi in dichiarazione dei redditi è quindi il possesso di un’imposta sufficiente ad assorbire integralmente la quota di detrazione riconosciuta per ciascuna annualità. L’importo eccedente non può essere richiesto a rimborso e non può essere riportato all’anno successivo.
Cosa succede se invece si è esenti IRPEF, cioè totalmente incapienti, oppure si è titolari di redditi bassi, per i quali l’imposta dovuta è inferiore rispetto alle detrazioni spettanti?
Pur avendo sostenuto spese agevolabili, non è possibile utilizzare il bonus fiscale spettante in dichiarazione dei redditi e la rata annuale è di fatto persa.
Ridurre il periodo di utilizzo dei bonus casa da 10 a 5 anni potrebbe quindi portare all’effetto collaterale, per i titolari di redditi bassi, di non avere sufficiente IRPEF da poter scontare la rata annuale spettante, anche considerando che l’importo della detrazione annuale fruibile in dichiarazione non può infatti essere riportato sull’annualità successiva.
Ovviamente, al momento non è noto se l’ipotesi di ridurre il periodo di utilizzo dei bonus casa dal 2026 andrà in porto, se sarà opzionale o se si applicherà in via obbligatoria.
Il rischio incapienza resta in ogni caso un tema sul quale soffermarsi, per evitare che l’idea di rendere i bonus edilizi più immediati e tangibili si trasformi in un boomerang.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus casa in 5 anni nella Manovra 2026? Rischio taglio alle detrazioni per i redditi bassi