Aumento pensioni 2023: verso il pagamento anticipato del conguaglio

Francesco Rodorigo - Pensioni

Il conguaglio con l'adeguamento delle pensioni previsto per il 2024 potrebbe arrivare già il prossimo novembre. Parte dei 3,2 miliardi di extra deficit saranno usati per anticipare gli aumenti delle pensioni al 2023. Lo si legge nella relazione di accompagnamento alla NADEF

Aumento pensioni 2023: verso il pagamento anticipato del conguaglio

Aumento delle pensioni già a novembre 2023? L’erogazione della somma che di norma arriverebbe nel 2024 potrebbe essere anticipata e concessa subito ai pensionati e alle pensionate italiane.

Si tratta della rivalutazione degli assegni in base all’inflazione per la quale potrebbero essere anticipati i tempi.

Il Governo, infatti, come si legge nella relazione al Parlamento sulla NADEF 2023, destinerà parte dei 3,2 miliardi di euro di extra deficit al conguaglio anticipato dell’adeguamento ISTAT.

L’aumento è quello dello 0,8 per cento non erogato a inizio anno che, secondo la normativa, sarebbe dovuto arrivare il prossimo anno.

Aumento pensioni 2023: verso il pagamento anticipato del conguaglio

Il Governo potrebbe anticipare l’aumento delle pensioni previsto per il 2024 già al mese di novembre. I pensionati e le pensionate italiane, dunque, potrebbero ottenere prima del previsto la quota di adeguamento all’inflazione non riconosciuta a inizio anno.

Nel 2023, infatti, i pensionati hanno beneficiato della rivalutazione del 7,3 per cento. Una maggiorazione pensata per compensare l’aumento dei prezzi del 2022 che, successivamente, l’ISTAT ha determinato all’8,1 per cento.

Il restante 0,8 per cento in base alle regole in vigore sarà erogato ai pensionati nel 2024. Come si legge nella relazione al Parlamento della NADEF, il Governo intende anticipare i tempi del conguaglio, utilizzando alcuni dei 3,2 miliardi di euro di extra deficit.

“Queste risorse nel 2023, attraverso un provvedimento d’urgenza, saranno destinate, in particolare, al conguaglio anticipato dell’adeguamento ISTAT per i trattamenti pensionistici previsto per l’anno 2024, a misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei flussi migratori.”

Un decreto nelle prossime settimane, dunque, stabilirà l’anticipo del versamento del conguaglio dovuto ai pensionati e alle pensionate nella mensilità novembre o al massimo in quella di dicembre.

In concreto, i titolari di reddito da pensione riceveranno un aumento dell’importo spettante, differenziato in base agli scaglioni individuati dalla Legge di Bilancio 2023. La somma dovrebbe variare dai 50 euro per le pensioni minime (525 euro) ai 200 euro per i titolari di un trattamento quattro volte superiori il minimo (2.101,52 euro). Ad ogni modo, per i calcoli esatti sarà necessario attendere i dettagli e le istruzioni della norma che il Governo intende approvare.

Oltre a questo, poi, dovrebbe arrivare anche la rivalutazione spettante per il 2024, la quale si stima attorno al valore del 6 per cento.

Le possibili novità per le pensioni nella Legge di Bilancio 2024

In vista del 2024, poi, la nuova Legge di Bilancio dovrebbe contenere anche una serie di altre novità in materia di previdenza, anche se l’auspicata riforma delle pensioni con tutta probabilità non ci sarà, almeno per quest’anno.

Viste le poche risorse a disposizione per la Manovra 2024, infatti, si preannunciano poche novità da questo punto di vista.

Nonostante questo, l’ipotesi che va per la maggiore è quella di una proroga delle misure in vigore attualmente, cioè Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, le quali, in particolare le ultime due, potrebbero essere ritoccate con l’obiettivo di ampliare la platea di beneficiari.

Se, infatti, Quota 103 dovrebbe restare sostanzialmente invariata, per Opzione Donna si valutano interventi che permetterebbero a più persone di andare in pensione anticipatamente, uno su tutti l’eliminazione del criterio dei figli. Un’altra ipotesi, invece, è quella di ricorrere ad un modello sulla falsariga dell’Ape Sociale con un trattamento di accompagnamento fino alla pensione di vecchiaia.

Per l’Ape Sociale, poi, si valuta un ampliamento dell’elenco delle misure gravose e usuranti in favore di nuove professioni.

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