Affitti brevi, aumento dell’evasione con le novità sulla cedolare secca: il monito della Corte dei Conti

Anna Maria D’Andrea - Cedolare secca sugli affitti

Affitti brevi, la nuova cedolare secca del 26 per cento prevista dalla Legge di Bilancio 2024 rischia di portare all'aumento dell'evasione. A evidenziarlo è la Corte dei Conti nel corso dell'Audizione presso le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato del 13 novembre

Affitti brevi, aumento dell'evasione con le novità sulla cedolare secca: il monito della Corte dei Conti

La nuova tassazione degli affitti brevi non piace alla Corte dei Conti.

La Legge di Bilancio 2024 introduce la cedolare secca del 26 per cento per chi affitta più di un appartamento all’anno per periodi brevi e, a fronte di maggiori entrate pari soltanto a 8,8 milioni di euro, c’è il rischio di un aumento dell’evasione fiscale.

L’aumento dell’aliquota marginale prevista in caso di locazioni brevi non solo rischia di incrementare il sommerso ma non rappresenta neppure la soluzione al problema dell’indisponibilità di locazioni ordinarie.

Affitti brevi, aumento dell’evasione con le novità sulla cedolare secca: il monito della Corte dei Conti

Nel corso dell’Audizione del 13 novembre presso le Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, la Corte dei Conti si è espressa in maniera negativa per quel che riguarda le novità sugli affitti brevi previste dalla Legge di Bilancio 2024.

Nel mirino l’articolo 18 del disegno di Legge presentato dal Governo al Parlamento, che porta ad una nuova frammentazione del prelievo dei rendimenti immobiliari.

La cedolare secca è l’imposta sostitutiva dell’IRPEF che si applica ai redditi derivanti dalle locazioni di immobili a fini abitativi e, attualmente, prevede due diverse aliquote pari al 21 o al 10 per cento.

Nella Legge di Bilancio 2024 trova spazio una terza aliquota, pari al 26 per cento, che stando alle novità ad oggi previste si applicherà a partire dal prossimo anno agli affitti brevi, ossia di durata inferiore a 30 giorni, da due a quattro appartamenti, mentre dal quinto immobile locato è confermato l’obbligo di apertura della partita IVA.

L’aliquota della cedolare secca resterà in pratica pari al 21 per cento per chi concede in locazione per brevi periodi una sola unità abitativa. In presenza di un secondo immobile affittato per non più di 30 giorni scatterà invece la nuova e più gravosa tassazione.

Una novità che, stando a quanto riportato nella Relazione Tecnica al testo della Legge di Bilancio 2024, dovrebbe comportare maggiori entrate contenute, pari a soli 8,8 milioni di euro.

Effetti quindi più che blandi sul fronte del maggior gettito atteso, ma più rilevanti guardando più in generale al rischio di un aumento dell’evasione fiscale:

“se anche l’incremento di aliquota va nella direzione di maggiore equità orizzontale e di un disincentivo all’eccesso di offerta delle locazioni brevi, introduce nuove forme di segmentazione del sistema fiscale e potrebbe portare a un incremento dell’evasione sul rendimento dell’eventuale secondo immobile affittato, visto che il passaggio da uno a due immobili comporterebbe una aliquota marginale elevata.”

Quella della Corte dei Conti è quindi una valutazione tutt’altro che positiva e, anzi, da un’ulteriore segmentazione del sistema di tassazione dei redditi potrebbe derivare un incremento dell’evasione fiscale.

L’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi non è la soluzione al calo delle locazioni ordinarie

Per la Corte dei Conti le novità previste dalla Legge di Bilancio 2024 non rappresentano inoltre una soluzione al problema dell’incremento delle locazioni brevi, a sfavore di quelle ordinarie:

“il rapido stravolgimento del mercato immobiliare delle maggiori città italiane, ricollegabile all’incremento dei flussi turistici, con conseguente riduzione delle locazioni ordinarie e di quelle destinate agli studenti universitari, non possa essere affrontato semplicemente attraverso una modifica del differenziale fiscale.”

Aumentare la cedolare secca per gli affitti brevi quindi non è una misura risolutiva ma per la Corte dei Conti servirebbero interventi più organici, con maggiore attenzione all’edilizia pubblica, agli alloggi per gli studenti e non solo.

Nell’Audizione del 13 novembre viene evidenziato anche il problema della complessità degli sfratti in caso di morosità e per la Corte dei Conti servirebbero maggiori e più agevoli tutele per i proprietari.

Sul tema però non sembrano esservi per il momento segnali di apertura a modifiche da parte del Governo. I lavori sulla Legge di Bilancio 2024 si presentano quantomai blindati e, almeno per il momento, resta confermata la stretta a partire dal prossimo anno.

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