Sugli stipendi non si torna indietro, ma tutelare il netto in busta paga non è facile

Rosy D’Elia - Fisco

L'intenzione del Governo è quella di continuare a garantire gli aumenti sugli stipendi che derivano dal taglio del cuneo fiscale e contributivo. Si prosegue sulla linea intrapresa, ma la tutela del netto in busta paga non è facilissima, come ha ammesso la stessa premier Meloni

Sugli stipendi non si torna indietro, ma tutelare il netto in busta paga non è facile

Con la Legge di Bilancio 2024, sono stati stanziati oltre 10 miliardi per confermare il taglio del cuneo fiscale e contributivo introdotto lo scorso maggio e continuare a garantire ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti aumenti fino a 100 euro sugli stipendi di tutto l’anno.

E anche per il futuro le intenzioni sono quelle di continuare a tutelare il netto in busta paga: operazione, però, non facilissima, come ha ammesso la stessa premier Giorgia Meloni durante l’intervista con Bruno Vespa per il programma Porta a Porta il 4 aprile.

Nel DEF nessuna conferma sugli stipendi, le intenzioni ci sono, ma la tutela del netto in busta paga non è facile

L’esonero contributivo previsto ormai dal 2021 è stato potenziato con il Decreto Lavoro e portato al 6 e al 7 per cento, con un’accelerata che non permette drastiche inversioni di tendenza.

Lo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti lo scorso autunno ha definito il taglio del cuneo fiscale e contributivo come una ipoteca sulle Manovre a venire a beneficio di lavoratori e lavoratrici.

E sebbene l’anno sia appena cominciato, si parla già delle prospettive future, anche in vista della presentazione del DEF prevista per il 9 aprile 2024 che avvia i lavori della prossima Manovra.

Come ha anticipato alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato Giancarlo Giorgetti, il Documento di Economia e Finanze in arrivo avrà una conformazione “più leggera, diversa rispetto al passato” e segnerà la fine della programmazione di Bilancio per come la conosciamo ora.

Si va verso nuove regole a livello europeo e anche per questo nel testo che dovrà essere presentato la prossima settimana non ci saranno le anticipazioni sulle misure che potrebbero trovare spazio nella Manovra da scrivere, come accaduto negli anni scorsi.

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Più tempo per far quadrare i conti, ma l’operazione resta complessa: le spese di partenza per il prossimo anno tra cuneo fiscale e IRPEF (ameno) a tre aliquote solo alte.

Il Governo spera di recuperare risorse anche attraverso il concordato preventivo biennale, il patto che le partite IVA potranno stringere con l’Agenzia delle Entrate per bloccare gli importi da versare. Ma soltanto a ottobre si avrà un quadro dei potenziali frutti da raccogliere, oggi difficili da stimare.

In ogni caso il tema degli stipendi è caldo: fare un passo indietro vorrebbe dire far perdere ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti fino a 100 euro al mese sugli stipendi dal prossimo anno.

Dalle poltrone di Porta a Porta Giorgia Meloni, infatti, ha confermato l’intenzione di conservare la misura per tutelare il netto in busta paga: “sono assolutamente per mantenerlo”.

E allo stesso tempo ha sottolineato: “quando hai 200 miliardi quasi di bonus edilizi che ti compromettono sette leggi finanziarie non è facilissimo, però cerchiamo di fare il nostro meglio.”

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