DEF 2023: cos’è e cosa contiene il testo del Documento di Economia e Finanza

Rosy D’Elia - Fisco

Che cos'è il DEF e cosa contiene? Il Documento di Economia e Finanze contiene gli elementi per pianificare le strategie economiche e finanziarie e deve essere presentato al Parlamento ogni anno entro i primi dieci giorni di aprile. Atteso oggi, 11 aprile, il testo del 2023 in Consiglio dei Ministri

DEF 2023: cos'è e cosa contiene il testo del Documento di Economia e Finanza

Che cos’è il DEF, Documento di Economia e Finanza atteso in Consiglio dei Ministri nel pomeriggio di oggi, 11 aprile 2023?

Si tratta del testo che contiene tutti i numeri utili per pianificare le strategie economiche e finanziarie. L’aggiornamento del quadro macroeconomico deve essere presentato ogni anno al Parlamento entro la prima decade di aprile e rientra nei documenti di finanza pubblica che indicano le linee guida di politica economica del Paese.

Il DEF tra gli altri dati indica le stime sul Prodotto Interno Lordo, PIL, e sul deficit.

I dati messi nero su bianco sono frutto dei tempi: negli anni scorsi a dettare lo scenario è stata la pandemia, poi il conflitto in Ucraina e il caro energia hanno avuto un loro peso.

Secondo le prime anticipazioni, per il 2023 il primo dato sarebbe in crescita per circa l’1 per cento e il secondo sarebbe al 4,5 per cento.

Ma il Consiglio dei Ministri che darà il via libera sul testo si riunirà questo pomeriggio, 11 aprile, alle ore 15.

DEF 2023: cos’è e cosa contiene

Il Documento di Economia e Finanza, DEF, è stato introdotto in Italia dalla Legge numero 362 del 1988 ed è stato poi adeguato agli impegni e ai tempi dettati dall’Europa.

Il DEF è un testo programmatico che il governo, entro il 10 aprile di ogni anno, propone al Parlamento: i suoi contenuti rappresentano la base per pianificare strategie economiche e finanziarie da realizzare nei tre anni successivi.

“Definisce la manovra di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale”, come recita l’articolo 3 della legge numero 362 del 1988.

A Camera e Senato spetta il compito di approvarlo, e dopo l’ok deve essere inviato alla Commissione Europea entro il 30 aprile.

Non è un testo di legge: ciò che viene inserito nel Documento di Economia e Finanza, quindi, non trova un’applicazione concreta e immediata seguendo un iter già definito. Ma ha un’importanza cruciale perché rappresenta la posa della prima pietra di tutte le misure economiche e finanziare che il governo vuole adottare ed è il primo banco di prova nel confronto con l’Europa.

Obiettivi, strategie, direzioni sono le tre parole chiave del DEF e tracciano la strada economica e finanziaria che il paese intraprende.

DEF: quando si presenta, i tempi della programmazione economia e finanziaria

Dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri, l’iter del DEF passa allo step successivo.

Il documento programmatico, ogni anno, segue un ciclo preciso di passaggi e scadenze. Elaborazione e discussione devono rispettare i tempi dettati dalla legge numero 39 del 7 aprile 2011 che ha inquadrato le tempistiche nei ritmi del semestre europeo.

Se infatti in passato il termine ultimo per la presentazione del DEF al Parlamento era il 15 maggio di ogni anno, oggi il calendario del Documento di Economia e Finanza è stato definito nel modo che segue.

PROGRAMMAZIONESCADENZA
Presentazione del DEF al Parlamento 10 aprile
Programma di stabilità e programma nazionale di riforma 30 aprile
Presentazione alle Camere del disegno di legge di assestamento di bilancio 30 giugno
Rendiconto generale dello Stato 30 giugno
Presentazione alle Camere della Nota di aggiornamento del DEF 27 settembre
Presentazione alla Commissione e all’Eurogruppo e trasmissione alle Camere del progetto di documento programmatico di bilancio (DPB) 15 ottobre
Presentazione alle Camere del disegno di legge del bilancio dello Stato 20 ottobre
Approvazione Legge di Bilancio 31 dicembre
Eventuali disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica 31 gennaio

DEF 2023, quali sono i contenuti del Documento di Economia e Finanza?

Il documento programmatico contiene obiettivi da raggiungere, analisi della situazione attuale e previsioni future ed è composto da tre sezioni.

La prima sezione contiene lo schema del Programma di stabilità con gli elementi e le informazioni richieste dai regolamenti dell’Unione europea e dal Codice di condotta sull’attuazione del patto di stabilità e crescita, e fa riferimento agli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico.

Le voci da inserire sono numerosissime e i contenuti vanno dal quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica alle diverse ipotesi di evoluzione dell’indebitamento netto e del debito rispetto a scenari di previsione alternativi riferiti al tasso di crescita del prodotto interno lordo, della struttura dei tassi di interesse e del saldo primario.

La seconda sezione del DEF contiene l’analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell’anno precedente e degli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici indicati nel DEF e nella Nota di aggiornamento. Inoltre nella seconda parte del documento trovano spazio una serie di previsioni sui conti e di confronti anche con le indicazioni contenute nei precedenti documenti programmatici.

La terza sezione del DEF ospita lo schema del Programma nazionale di riforma e in particolare riporta:

  • lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell’eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti;
  • gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;
  • le priorità del Paese e le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nella prima sezione del DEF;
  • i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell’economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell’occupazione.

Altri dettagli ed elementi, poi, trovano spazio negli allegati che devono accompagnare ogni anno il testo del Documento di Economia e Finanza.

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