Spese sanitarie pagate in contanti: la detrazione è salva, ma non sempre

Alessio Mauro - Imposte

Anche quando le spese sanitarie sono pagate in contanti è possibile beneficiare della detrazione, ma non in tutti i casi: ci sono precise regole da rispettare

Spese sanitarie pagate in contanti: la detrazione è salva, ma non sempre

Le spese sanitarie, anche quelle pagate in contanti, si traducono in uno sconto IRPEF se inserite nella dichiarazione dei redditi. Non tutti i costi, però, fanno eccezione rispetto alla regola generale della tracciabilità dei pagamenti introdotta con la Legge di Bilancio 2020.

La normativa indica in maniera specifica quando la detrazione del 19 per cento è garantita, a prescindere dalle modalità di pagamento.

Spese sanitarie detraibili anche se pagate in contanti: in quali casi?

In linea generale solo le somme pagate con metodi tracciabili sono considerate detraibili, mentre i pagamenti in contanti non danno diritto alle agevolazioni: è questo l’obbligo introdotto dalla Legge n. 160 del 2019 per le spese che danno diritto agli sconti IRPEF.

Per ogni regola, però, si scrive anche una eccezione. E in questo caso riguarda proprio i costi sostenuti per la salute.

Alcune spese sanitarie si possono pagare in contanti, senza perdere il diritto alla detrazione:

  • acquisto di medicinali;
  • dispositivi medici;
  • prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche;
  • prestazioni sanitarie rese da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale.

In tutti gli altri casi, come ad esempio la visita presso uno specialista privato, si ha diritto alla detrazione solo se si paga con carta o bancomat o comunque con mezzi tracciabili.

Nel modello 730/2025 precompilato tutte le spese sanitarie detraibili

Alla luce di queste regole e sulla base dei dati sanitari in suo possesso, l’Agenzia delle Entrate elabora la dichiarazione dei redditi precompilata.

Nel modello 730/2025 pronto all’uso, quindi, cittadini e cittadine troveranno tutte le spese sanitarie che danno diritto alla detrazione IRPEF del 19 per cento sulla base di scontrini, fatture e ricevute che arrivano dal Sistema Tessera Sanitaria, a sua volta alimentato da tutti gli operatori del settore. Dovranno inserirli manualmente, invece, se si sono opposti all’utilizzo delle informazioni.

Prima di trasmettere la dichiarazione dei redditi, in ogni caso, è sempre utile fare una verifica approfondita dei dati inseriti per correggere e integrare eventualmente le informazioni che sono state già inserite dall’Amministrazione finanziaria.

Come specificato dall’Agenzia delle Entrate lo scorso 17 luglio tramite una FAQ sul tema, in alternativa ai singoli scontrini, alle ricevute e alle fatture è possibile documentare i costi sostenuti per la salute, oggetto di detrazione, tramite il prospetto di dettaglio delle spese sanitarie disponibile nel Sistema Tessera Sanitaria.

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