Sciopero scuola del 10 dicembre 2021: poche le risorse per il rinnovo dei contratti

Stefano Paterna - Scuola

Sciopero della scuola il 10 dicembre 2021: la giornata di astensione dal lavoro è stata indetta dai sindacati di categoria della Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda, Snals e Anief per un aumento delle retribuzioni dei docenti che vada oltre i 12 euro medi mensili previsti nella Legge di Bilancio 2022 e per un contratto di lavoro scaduto già da tre anni.

Sciopero scuola del 10 dicembre 2021: poche le risorse per il rinnovo dei contratti

Venerdì 10 dicembre 2021 sarà sciopero della scuola pubblica, l’agitazione è stata proclamata dalle principali sigle sindacali di categoria, tranne la Cisl: Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda, Snals e, separatamente, dall’Anief.

Alla base della giornata di astensione del lavoro c’è la grande insoddisfazione delle organizzazioni dei lavoratori della scuola per la scarsezza delle risorse destinate al comparto istruzione dalla Legge di Bilancio 2022 predisposta dal Governo Draghi.

A detta dei sindacati, persino le cifre assolute stanziate quest’anno sono inferiori del 5,2 per cento rispetto a quelle previste nella Manovra dello scorso anno, mentre permane uno scarto di circa 350 euro a sfavore dei docenti con le retribuzioni medie degli altri settori del pubblico impiego, a parità di titoli di studio.

“Un governo nato per ridurre le disuguaglianze” - hanno commentato in merito i numeri uno della Flc Cgil Francesco Sinopoli e della Uil Scuola Pino Turi - “con questa manovra le allarga”, mentre sullo sfondo già si intravede lo sciopero generale del 16 dicembre indetto dalle “case madri” delle confederazioni sindacali.

Ma intanto cerchiamo di vedere nel dettaglio le ragioni dello sciopero della scuola indetto per venerdì 10 dicembre 2021.

Sciopero della scuola del 10 dicembre 2021, le motivazioni dell’agitazione

Al centro dell’insoddisfazione dei sindacati della scuola c’è la convinzione che il Governo abbia davvero dedicato poca attenzione al comparto istruzione nel quadro della prossima Legge di Bilancio che pure prevede investimenti in generale per 33 miliardi di euro.

A fronte di questa massa di risorse nutrite anche dal PNRR per i docenti si prevede un incremento di retribuzione complessivo di 210 milioni di euro, pari a circa 12 euro medi mensili che si aggiungono agli 87,5 euro lordi già stabiliti prima della Manovra di Bilancio: quindi complessivamente un aumento sotto le tre cifre per il rinnovo di un contratto nazionale già scaduto da tre anni.

Inoltre, a far infuriare ulteriormente i sindacati di categoria, Palazzo Chigi nella sua Manovra prevede che questi aumenti vengano elargiti non a tutti, ma al solo personale che mostra particolare “dedizione” sul lavoro: fattore che viene giudicato particolarmente grave dalle organizzazioni dei lavoratori della scuola dopo l’anno e mezzo di emergenza pandemica da Sars-Cov2 e gli impegni presi dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nel Patto per l’istruzione e la formazione.

Sciopero della scuola: le questioni ATA Covid, cattedre scoperte e “classi pollaio”

I sindacati che hanno indetto lo sciopero del prossimo 10 dicembre lamentano anche una grave disattenzione dell’esecutivo nei confronti del personale ATA assunto appositamente per affrontare l’emergenza Covid-19 per il quale non vengono previste proroghe contrattuali.

In effetti, l’apposito stanziamento di 300 milioni di euro riguarderà solo il personale docente, anche se per la gestione della pandemia si sono previste assunzioni soprattutto nella categoria dei collaboratori scolastici che non avranno invece ulteriori prolungamenti contrattuali.

Nel frattempo anche dal prossimo anno secondo i sindacati rimarranno scoperte ben 27.000 cattedre di sostegno che già adesso costituiscono un vero e proprio punto debole per le scuole, mentre non vengono previsti investimenti reali per combattere il sovraffollamento delle classi, tanto più urgenti dato che ancora ci si trova in stato di emergenza sanitaria.

L’agitazione del personale della scuola si inquadra ovviamente nel prossimo sciopero generale del 16 dicembre indetto dalle confederazioni sindacali di Uil e Cgil, ma non va dimenticata la situazione di perdurante stallo nel quale si trovano le trattative per il rinnovo dei contratti per il pubblico impiego, in particolare quello per il comparto Funzioni Centrali, che funge da battistrada anche per regolare l’importante vicenda dello smart working per il quale comunque si sono sottoscritte recentemente le linee guida.

In proposito, giungono notizie di avvicinamento tra le parti, oltre che i commenti ottimistici del Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, ma anche su questo versante l’annuncio dello sciopero generale potrebbe invece rappresentare l’ennesima “gelata” sul prosieguo delle trattative che solo con difficoltà potranno concludersi entro la data del 31 dicembre 2021.

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