Sciopero Enac il 16 settembre contro la privatizzazione. Rischio cancellazione voli

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Sciopero Enac il 16 settembre 2020. Un vasto fronte di organizzazioni sindacali ha proclamato l'astensione dal lavoro che determinerà probabilmente la cancellazione di molti voli. L'obiettivo è quello di contrastare la trasformazione in Ente pubblico economico dell'organismo che si occupa della regolazione del traffico aereo: «Nessun paese ha mai adottato una soluzione privatistica in Europa».

Sciopero Enac il 16 settembre contro la privatizzazione. Rischio cancellazione voli

Sciopero dei lavoratori dell’Enac contro il progetto di trasformazioni in Ente pubblico economico (Epe): le organizzazioni sindacali di categoria lo hanno fissato per mercoledì 16 settembre e sarà seguito anche da un’iniziativa pubblica che si terrà a Roma in una data che verrà resa nota nei prossimi giorni.

A proclamare l’astensione dal lavoro che potrebbe mettere a rischio molti dei voli previsti per la giornata, sono state le principali sigle sindacali del settore Fp Cgil, Fit Cisl, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Usb Pi e Cida.

L’obiettivo delle organizzazioni di categoria è quello di contrastare il progetto presentato nel luglio scorso dal presidente dell’Enac, Nicola Zaccheo che definiscono di privatizzazione dell’ente che si occupa della regolazione del traffico aereo.

Ad agosto, in effetti, era già stato proclamato lo stato di agitazione degli oltre 800 dipendenti, ma la notizia che ha indirizzato definitivamente i sindacati verso lo sciopero è stato l’annuncio da parte del ministro dei Trasporti Paola De Micheli nel corso di un convegno di dar corso a una non meglio precisata riforma del regolamento di Enac.

La genericità della dichiarazione è stata però evidentemente messa in relazione dai sindacati con il precedente progetto di Zaccheo che il Mit non ha mai respinto.

Sciopero Enac il 16 settembre 2020: la trasformazione in Epe e il fallimento della conciliazione

A Ferragosto, peraltro, era fallito anche il tentativo di conciliazione tra le parti esperito dal ministero dei Trasporti: da qui la decisione dei sindacati di attivare lo stato di agitazione dei lavoratori del settore.

“Ciò che la ministra tralascia di affermare pubblicamente” - si legge nel comunicato unitario dei sindacati - “o che non intende far conoscere, però, è che l’incomprensibile riforma che si vuole imporre all’Enac contro la volontà dei lavoratori, ovvero la sua sostanziale privatizzazione e trasformazione in Ente pubblico economico dal 1° gennaio 2021, condurrebbe fuori dal perimetro pubblico un ente che di fatto perderebbe la sua capacità di esercitare con le dovute garanzie di indipendenza, imparzialità e trasparenza i poteri pubblici autoritativi attribuitegli dalle norme vigenti in materia di regolazione, vigilanza, controllo del trasporto aereo e sicurezza del volo che garantiscono la sicurezza dell’intera collettività, piegandolo alle logiche proprie del libero mercato e del profitto che nulla hanno a che fare con i principi istitutivi dell’Enac”.

In effetti, in genere gli Epe sono ben distinti dalla pubblica amministrazione e hanno come finalità principale la gestione di un’attività di natura commerciale che non si addice molto a un ente di natura regolatoria come l’Enac.

Enac, nessuno in Europa opera attraverso gli Epe

Quello che sottolinea in particolare il vasto fronte sindacale che raggruppa peraltro organizzazioni assai lontane e diverse tra loro, è che nessun paese in Europa, nemmeno la “liberista” Gran Bretagna ha adottato soluzioni privatistiche per un organismo di regolazione, propendendo invece per la costituzione di autorità che pur godendo di indipendenza rispetto all’esecutivo rimangono certamente nel comparto della Pa.

Le proposte in tal senso avanzate dalle diverse sigle sindacali non sarebbero state prese in alcuna considerazione o giudicate impraticabili sia dalla dirigenza dell’Enac, sia dal ministero dei Trasporti, motivo per il quale è stato infine indetto lo sciopero del prossimo 16 settembre.

Sul versante opposto, invece, in luglio il presidente Zaccheo si diceva convinto della necessità di trasformare l’assetto dell’ente per consentire la migliore gestione e valorizzazione di beni quali gli aeroporti, in particolare quelli minori.

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