Rinnovo contratti pubblici, Presidenza del Consiglio: le novità dell’accordo per i dirigenti

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Rinnovo contratti pubblici, accordo raggiunto per il personale dirigenziale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il rinnovo del CCNL per il triennio 2016-18 prevede aumenti medi del 3,48 per cento; novità anche nella parte normativa, dalle ferie alle assente per malattia. Appello della Fp Cgil a chiudere rapidamente anche il rinnovo per il personale non dirigenziale.

Rinnovo contratti pubblici, Presidenza del Consiglio: le novità dell'accordo per i dirigenti

Rinnovo contratti pubblici, proseguono i “segnali di vita”.

Il 24 marzo è stato firmato dall’Aran e dai sindacati rappresentativi del comparto l’ipotesi di contratto nazionale per l’area dirigenziale della Presidenza del Consiglio dei ministri per il periodo 2016-2018.

Sono previsti aumenti medi a regime del 3,48 per cento, con novità nel settore delle relazioni sindacali e per quel che riguarda le ferie, la malattia e la responsabilità disciplinare.

La notizia è rilevante perché si trattava di un contratto scaduto da anni e perché arriva dopo la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale del 10 marzo scorso.

Vediamone di seguito i dettagli.

Rinnovo contratti pubblici, Presidenza del Consiglio: le novità dell’accordo per i dirigenti

Il rinnovo del contratto della dirigenza della PCDM riguarda i consiglieri e i referendari e i dirigenti di I e II fascia del ruolo speciale, tecnico amministrativo della Protezione Civile.

Solo per quel che concerne il personale dirigenziale di Palazzo Chigi si tratta di circa 300 dirigenti tra prima e seconda fascia.

È vero che si tratta di un rinnovo su un periodo già scaduto, ovvero il triennio 2016-18, tuttavia può essere considerato un primo segnale di scongelamento sul fronte dei rinnovi dei contratti pubblici, soprattutto perché arriva due settimane dopo la sottoscrizione del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, sebbene le trattative fossero partite a ottobre dello scorso anno.

Dal punto di vista economico, i dirigenti della presidenza del Consiglio si vedranno riconosciuti aumenti medi del 3,48 per cento, in linea con gli incrementi riconosciuti agli altri comparti della pubblica amministrazione nello stesso periodo.

In particolare, consiglieri e dirigenti di I fascia riceveranno 160 euro in più in busta paga, mentre per referendari e dirigenti di II fascia l’aumento sarà di 125 euro.

Inoltre, vengono rivalutati i valori minimi e massimi annui lordi della retribuzione di posizione per i referendari e o dirigenti di II fascia collocati in uffici dirigenziali non generali: rispettivamente di 12.849,81 euro e di 48.903, 67 euro.

In una sua nota l’Aran informa che:

“Una parte degli incrementi retributivi è stata finalizzata alla retribuzione di risultato, al fine di premiare i dirigenti che conseguono più elevate valutazioni della performance”.

In particolare, si segnala l’aumento del fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e risultato del 2,28 per cento per consiglieri e dirigenti di I fascia e dell’1,75 per cento per referendari e dirigenti di II Fascia.

Rinnovo contratto PCDM, parte normativa e appello per il resto del personale

Per quel che riguarda la parte normativa dell’ipotesi di rinnovo, che ovviamente andrà sottoposta al giudizio dei dipendenti, le novità riguardano tra l’altro:

  • le relazioni sindacali per quel che riguarda gli istituti della partecipazione, in particolare informazione, confronto, organismo paritetico per l’innovazione e la contrattazione integrativa;
  • introduce ferie e riposi solidali in favore di dirigenti che debbano assistere figli minori bisognosi di cure;
  • tutela delle donne vittime di violenza;
  • assenze per malattia e in caso di terapia per gravi patologie.

Al margine della chiusura di questa trattativa, va registrato l’appello per rinnovare anche il contratto del personale non dirigenziale del comparto da parte di una delle organizzazioni sindacali firmatarie, l’Fp Cgil, che chiede:

“un atto di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, un ulteriore ritardo sarebbe davvero incomprensibile”.

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