Riforma Irpef: reddito minimo esente, flat tax o aliquota continua? - Sondaggio

Rosy D’Elia - Irpef

Riforma Irpef, reddito minimo esente, flat tax o aliquota continua: l'Agenzia delle Entrate pone l'accento su tre possibili modelli di revisione del sistema di tassazione sul reddito delle persone fisiche. Per i contribuenti qual è la formula da adottare? La parola ai lettori di Informazione Fiscale. Risposte al sondaggio direttamente online e commenti via mail alla redazione.

Riforma Irpef: reddito minimo esente, flat tax o aliquota continua? - Sondaggio

Riforma Irpef: reddito minimo esente, flat tax o aliquota continua?

Tre opzioni molto diverse, quale potrebbe essere la migliore soluzione per una nuova veste dell’imposta sul reddito delle persone fisiche?

Il 2021 si apre con il confronto sulla revisione del sistema di tassazione. Il 12 gennaio di fronte alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, guardando anche all’estero, ha proposto tre modelli possibili.

Da un appiattimento della tassazione a un preciso calcolo della percentuale da applicare, gli schemi proposti aprirebbero strade del tutto alternative. Qual è la migliore formula da adottare secondo i contribuenti?

La parola ai lettori di Informazione Fiscale. Per esprimere la propria opinione basta cliccare su “partecipa al sondaggio” nel box di seguito.

Riforma Irpef

Quale modello adottare?

L’invito della redazione è anche quello di approfondire la risposta con commenti, motivazioni e considerazioni inviando una mail con oggetto “Riforma Irpef 2021 - Sondaggio” all’indirizzo [email protected].

Riforma Irpef 2021, reddito minimo esente, flat tax o aliquota continua?

Il mezzo secolo della legge delega di riforma rende necessaria una nuova revisione dell’Irpef, imposta sul reddito delle persone fisiche.

Dalla semplificazione del quadro normativo all’importanza di migliorare la trasparenza nel calcolo dell’aliquota effettiva, passando per la necessità di ridurre le aliquote medie per i redditi medi e medio-bassi, sono diversi gli obiettivi da raggiungere e i punti da correggere.

Il dibattito ormai è aperto, e acceso, da mesi. Ma la scelta non è semplice, se si considera la vastità e la complessità della platea di contribuenti potenzialmente interessati dalla riforma: stando ai dati elaborati dal Dipartimento delle finanze sulle dichiarazioni dei redditi presentate dalle persone fisiche per l’anno d’imposta 2018, i soggetti Irpef sono 41,4 milioni.

194 miliardi di euro è il valore dell’imposta: 880 miliardi i redditi a cui si applica.

Durante l’Audizione presso le Commissioni Finanze dei Camera e Senato del 12 gennaio 2021, il Direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini ha proposto tre modelli possibili da adottare:

  • guardando alla Spagna si potrebbe riconoscere a tutte le famiglie un reddito minimo esente, in base alla composizione della famiglia, a cui non applicare l’imposta con una progressività garantita esclusivamente da aliquote e scaglioni, e prevedendo ad esempio:
    • un incremento dell’importo del reddito minimo esente di alcune spese particolarmente rilevanti sotto forma di deduzione dal reddito imponibile, operata a partire dallo scaglione d’imposta più basso per evitare che la deduzione avvantaggi i redditi più alti;
    • l’introduzione di un’imposta negativa analoga a quella prevista negli USA per i soggetti attivi ma titolari di redditi modesti complementare ad altre forme di sostegno per soggetti privi di reddito;
  • ritornano ad accendersi, poi, i riflettori su una flat tax, tassazione piatta, in una formula che dovrebbe abbracciare tutti i redditi su una base imponibile ampia il più possibile e includere in un reddito minimo esente gran parte delle deduzioni, detrazioni, crediti e bonus, il modello dovrebbe preoccuparsi in ogni caso di non tradire il principio della progressività previsto dalla nostra Costituzione;
  • la terza opzione, invece, arriva dalla Germania e affonda le sue radici nella matematica: si potrebbe adottare un sistema ad aliquota continua, ovvero capace di calcolare, tramite un algoritmo, l’aliquota esatta da applicare sul totale della base imponibile non suddivisa per scaglioni, come accade adesso. Sarebbe, poi, da valutare la conferma o l’abolizione del sistema di agevolazione.

Anche all’interno del singolo modello sono infinite le possibilità per dare forma concreta a una nuova veste dell’Irpef. Ma, certamente, dall’assetto di partenza derivano, poi, tutte le altre scelte. Per questo la posa della prima pietra della riforma Irpef è fondamentale.

Sul fronte della politica si è ancora lontani da una definizione degli interventi che arriveranno. E mentre nelle aule del Parlamento si avvicendano gli attori coinvolti in prima linea con proposte, osservazioni e criticità, sulle pagine di Informazione Fiscale diamo spazio e voce ai contribuenti, interessati in prima linea e in prima persona, sulle possibilità all’orizzonte.

La parola, quindi, passa direttamente ai lettori: l’invito è quello di partecipare al sondaggio sul tema cliccando su “partecipa al sondaggio” nel box disponibile in testa all’articolo e di approfondire la risposta con commenti, motivazioni e considerazioni inviando una mail con oggetto “Riforma Irpef - Sondaggio” all’indirizzo [email protected].

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