Dopo il confronto al MEF, salta lo sciopero dei commercialisti: il 93% dei lettori non è d’accordo

Rosy D’Elia - Fisco

Dopo il confronto al MEF della scorsa settimana, lo sciopero dei commercialisti è stato revocato e le manifestazioni previste per oggi, 15 settembre 2020, sono state annullate. Un ruolo nella definizione della riforma fiscale e un emendamento al DL Agosto con la moratoria delle sanzioni per i versamenti delle imposte sui redditi l'origine del dietrofront, ma il 93% dei lettori di Informazione Fiscale non è d'accordo sull'inversione di marcia.

Dopo il confronto al MEF, salta lo sciopero dei commercialisti: il 93% dei lettori non è d'accordo

Un ruolo nella definizione della riforma fiscale e un emendamento al DL Agosto con la moratoria delle sanzioni per i versamenti delle imposte sui redditi hanno determinato la revoca dello sciopero dei commercialisti, che si sarebbe dovuto tenere in questa terza settimana di settembre. Obiettivo raggiunto o compromesso fragile? Il 93% dei lettori di Informazione Fiscale non è d’accordo sul passo indietro fatto dai professionisti dopo l’incontro al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

In via XX Settembre il viceministro Antonio Misiani e i sottosegretari Maria Cecilia Guerra e Alessio Villarosa hanno incontrato la delegazione del Coordinamento dei sindacati dei commercialisti (Maria Pia Nucera – ADC, Andrea Ferrari – AIDC, Marco Cuchel – ANC e Matteo De Lise – UNGDCEC) e il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Massimo Miani.

Sul tavolo del MEF due offerte che hanno determinato l’inversione di rotta:

  • la moratoria delle sanzioni per i ritardati pagamenti delle liquidazioni delle imposte in scadenza il 20 agosto, da inserire in un emendamento al DL 104 del 2020 che preveda pagamento entro venerdì 30 ottobre con la sola maggiorazione dello 0,8% per i contribuenti che hanno registrato nel primo semestre del 2020 una riduzione del fatturato di almeno il 33%;
  • un coinvolgimento sulla riforma fiscale, sugli interventi di semplificazione e definizione di riforma organica del welfare sul lavoro autonomo e professionale che si concretizza in un primo incontro con il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri fissato per il 7 ottobre 2020.

Dopo il confronto al MEF, salta lo sciopero dei commercialisti: ma il 93% dei lettori non è d’accordo

Nel manifesto dell’evento di protesta che si sarebbe dovuto tenere oggi, 15 settembre 2020, in Piazza Santi Apostoli a Roma, annullato insieme allo sciopero, i sindacati dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili mettevano nero su bianco quattro priorità:

  • la moratoria delle sanzioni per i contribuenti che verseranno le imposte dopo il 20 agosto entro 30 settembre;
  • l’istituzione di un tavolo di concertazione con il Ministro dell’Economia e delle Finanze ed Agenzia delle Entrate in ordine alla preannunciata riforma fiscale;
  • l’attivazione di meccanismi di confronto permanente sulla normativa di politica, economica, finanziaria e tributaria;
  • il ripristino della parità di trattamento delle professioni ordinistiche negli incentivi riconosciuti alle altre categorie economiche del Paese.

Le richieste della categoria sono il metro per valutare la portata dei risultati ottenuti al MEF. Il confronto sulla riforma fiscale e l’emendamento per ottenere una moratoria nei termini stabiliti dal Ministero possono essere considerati elementi validi per fare un passo indietro sullo sciopero?

Per la maggioranza dei lettori che hanno partecipato al sondaggio condotto sul tema dalla redazione di Informazione Fiscale, il compromesso raggiunto è troppo fragile.

Le promesse del Ministero che, dal canto suo, ha definito l’incontro “positivo” non sono altro che un “piatto di lenticchie” per la lettrice Liliana C.

I professionisti avrebbero dovuto proseguire con l’astensione dal 14 al 22 settembre 2020, come previsto. È questa la posizione che mette d’accordo il 93% dei partecipanti.

“O moratoria gratuita per tutti i soggetti IVA fino a fine settembre (magari inglobando tutte le scadenze) e definizione della questione liquidazioni periodiche semi-automatizzate o sciopero ad oltranza!!”

La revoca è una pessima idea nel commento di Paolo P.

Dopo il confronto al MEF, salta lo sciopero dei commercialisti: ma la revoca non mette tutti d’accordo

La stessa notizia pubblicata l’11 settembre da PRESS, testata ufficiale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC), per comunicare in maniera ufficiale la revoca dello sciopero dei commercialisti sottolinea la portata limitata dei risultati ottenuti al MEF:

Le associazioni, “prendendo atto della parziale positiva apertura alle richieste avanzate sul piano sindacale, esprimono la propria riserva relativamente alle condizioni richieste per la moratoria nei versamenti. La moratoria proposta, infatti, pur mostrando attenzione verso i contribuenti in difficoltà finanziaria, non tiene tuttavia conto delle difficoltà affrontate dalla categoria”.

E infatti la decisione non è stata unanime, ma di maggioranza.

Un ruolo nella definizione della riforma fiscale e un emendamento al DL Agosto sulla moratoria delle sanzioni sono elementi troppo deboli per fermare la protesta anche per alcune sigle sindacali presenti al MEF, Associazione Nazionale Commercialisti, Sindacato Italiano Commercialisti e Unione Nazionale Commercialisti ed Esperti Contabili.

Appare chiaro che rispetto ai risultati emersi dal sondaggio di Informazione Fiscale, dove il fronte a sostegno della revoca è quello più ristretto con il 7%, nella delegazione dei commercialisti presenti all’incontro le cifre sono invertite. E infatti la decisione di interrompere la protesta è stata quella che, nonostante il veto di alcuni, ha ottenuto l’approvazione.

Ma la vicenda, sottolinea PRESS, non pone fine allo stato di agitazione, “che cesserà solo al concretizzarsi dei punti programmatici al momento condivisi, ed al proficuo esito delle annunciate consultazioni”.

Se si guarda in quest’ottica alla revoca delle sciopero, quindi, lo stop alla protesta è solo un armistizio in attesa di un trattato di pace da stipulare nei prossimi mesi con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che possa soddisfare le richieste della categoria.

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