Quali interpelli all’Agenzia delle Entrate saranno a pagamento con la riforma fiscale?

Tommaso Gavi - Fisco

Gli interpelli all'Agenzia delle Entrate che saranno a pagamento sono quelli di tipo antiabuso. In linea generale verrà potenziato il ricorso alle circolari e alle FAQ, le risposte alle domande più frequenti

Quali interpelli all'Agenzia delle Entrate saranno a pagamento con la riforma fiscale?

Quali saranno gli interpelli all’Agenzia delle Entrate a pagamento, una volta approvata la riforma fiscale?

Intervistato da Il Sole 24 Ore il 17 marzo scorso il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha chiarito che si richiederà un contributo solo nei casi di interpello antiabuso.

Tale tipologia di interpello è infatti particolarmente difficile e richiede di analizzare in profondità il caso del contribuente.

Per limitare il numero degli interpelli ricevuti dall’Agenzia delle Entrate, all’Amministrazione finanziaria sarà richiesto di utilizzare in modo più ampio le circolari e le FAQ, le risposte alle domande più frequenti.

Quali interpelli all’Agenzia delle Entrate saranno a pagamento con la riforma fiscale?

La legge delega della riforma fiscale è stata approvata dal Consiglio dei Ministri dello scorso 16 marzo.

Saranno tante le novità che interesseranno il sistema fiscale italiano, molte concentrate sulle imposte, dall’IRPEF all’IRES, passando per l’IRAP e per i tributi locali.

Diverse modifiche interverranno anche in merito ai procedimenti dichiarativi e a quelli di accertamento, così come sull’aspetto delle sanzioni.

Nell’ambizioso processo di riforma, che si dispiegherà almeno nei prossimi due anni, saranno molte le novità che dovranno passare dallo schema generale all’applicazione pratica.

Tra le misure previste nella bozza del testo della legge delega c’è la previsione di un pagamento per la richiesta di risposte del Fisco.

Un contributo che permetterà di ottenere risorse che saranno spese per finanziare la formazione professionale del personale e la specializzazione dell’Amministrazione Finanziaria.

Ma quali saranno gli interpelli all’Agenzia delle Entrate a pagamento? Alcune anticipazioni sono arrivate dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo, nel corso dell’intervista a “Il Sole 24 Ore” del 17 marzo scorso.

Il viceministro ha spiegato che è necessario un deciso cambio di rotta:

“Deve cambiare la metodologia interpretativa dell’Amministrazione. Prima di tutto si devono fare circolari, e qui ecco un ruolo importante che possono svolgere le associazioni professionali e via dicendo.”

In prima battuta l’Agenzia delle Entrate dovrà provvedere all’emanazione di circolari interpretative della norma, che affrontino gli aspetti meno chiari:

“Questa è l’idea che mi sono fatto. Segnalare tutti gli aspetti critici o gli aspetti che richiedono approfondimento da parte dell’Amministrazione. L’Amministrazione emana delle circolari e tratta tutti i casi che possono emergere, casi complicati, che richiedono approfondimento. Questa è l’attività primaria che deve fare l’Amministrazione.”

Per alcuni temi, la cui risposta in termini giuridici è più immediata, si potrà fare ricorso anche alle FAQ. A riguardo Maurizio Leo ha suggerito come esempio alcune delle questioni relative alle norme che riguardano il superbonus:

“Poi ci sono dei quesiti che sono di facile soluzione, per cui non c’è bisogno di aspettare 120 giorni, con i tempi dell’interpello, sospensioni e quant’altro. Pensiamo ai quesiti che sono stati fatti per il superbonus. Tante cose, se l’intervento è trainante, trainato o altri aspetti, questi possono essere risposti con delle FAQ, non c’è bisogno di fare l’interpello.”

Quali interpelli all’Agenzia delle Entrate saranno a pagamento: solo quelli antiabuso

L’obiettivo di inserire un contributo da pagare per ottenere la risposta da parte del Fisco è quello di limitare al massimo l’utilizzo degli interpelli.

L’obiettivo è quello di ridurre al massimo lo strumento alle soluzioni che richiedono interventi di alta specializzazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, lasciando alle circolari e all’emanazione delle FAQ il compito di fugare i dubbi del contribuente in prima battuta.

Il viceministro Leo ha infatti spiegato quanto segue:

“Cerchiamo di concentrare questi interpelli, limitarli agli interpelli antiabuso, prevedere una commissione al pari di quello che avviene a livello internazionale. Far concentrare l’Amministrazione su quei pochi casi specifici, scivolosi, difficili e evitare che l’Amministrazione subbissata da tutte queste richieste risponda sbrigativamente “no”, in mancanza di un precedente.”

Ribadita la necessità di potenziare l’utilizzo delle circolari e delle FAQ, l’istanza di interpello dovrebbe rimanere come marginale.

In merito ai casi sui quali si potrà adottare, Maurizio Leo ha sottolineato quanto di seguito riportato:

“Che cosa rimane fuori? Noi oggi abbiamo quattro tipi di interpello: l’ordinario, il probatorio, l’antiabuso e il disapplicativo. Io dico, per l’antiabuso che è un interpello particolarmente difficile, quindi è un interpello che richiede di entrare nel caso specifico del contribuente, pensiamo a operazioni di riorganizzazione aziendale, fusioni, scissioni, che possono presentare profili di abuso del diritto. Bene in quel caso, come già oggi avviene per le tematiche internazionali, per gli APA, pagare un contributo per far sì che l’Amministrazione approfondisca ed esamini questi casi, li si esamini con la dovuta attenzione.”

Nel corso dell’evento che si è svolto presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati il 9 marzo scorso, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha presentato i risultati raggiunti nello scorso anno e le prospettive future.

Ernesto Maria Ruffini ha reso noto che sono state circa 18.000 le risposte all’interpello fornite dall’Agenzia delle Entrate.

Un numero molto alto che da un lato fa emergere la complessità del quadro normativo di riferimento, dall’altro restituisce la notevole mole di impegno di personale dell’Agenzia delle Entrate nei tentativi di chiarimento della normativa fiscale.

Si dovrà attendere per vedere l’eventuale attuazione di quanto indicato nella legge delega e i risultati sull’attuale scenario. Serviranno diversi anni per capire se un’eventuale riduzione di domande all’Agenzia delle Entrate permetterà di mantenere comunque lo stesso livello di chiarezza del quadro fiscale.

Il processo è soltanto all’inizio e deve essere inserito in una visione organica di interventi.

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