Le norme fiscali? Una giungla, 18.000 risposte all’interpello dall’Agenzia delle Entrate: parola di Ruffini

Rosy D’Elia - Fisco

Il panorama delle norme fiscali è una giungla: parola di Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate che per interpretarle nel 2022 ha fornito circa 18.000 risposte all'interpello. E spesso anche all'interno dell'Amministrazione finanziaria si fatica ad avere una lettura univoca. Nei lavori di riforma bisognerà tenere conto anche di questo

Le norme fiscali? Una giungla, 18.000 risposte all'interpello dall'Agenzia delle Entrate: parola di Ruffini

Se la legge non ammette ignoranza, non dovrebbe ammettere neanche testi vaghi, contorti, complessi da comprendere. Eppure sono questi i primi tre aggettivi che vengono in mente quando si pensa alle norme fiscali. E non si tratta di una sensazione: sono proprio così.

A confermarlo è lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, intervenuto presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati il 9 marzo per presentare i risultati raggiunti nello scorso anno e le prospettive future.

In totale sono circa 18.000 le risposte all’interpello fornite dall’Agenzia delle Entrate nel corso del 2022 per permettere ai cittadini e alle cittadini di orientarsi nella normativa tributaria che lo stesso direttore definisce “una giungla” e su cui la stessa Amministrazione finanziaria spesso fa fatica a individuare una direzione di lettura univoca.

Anche di questo si dovrà tenere conto nei lavori di riforma fiscale che la legge delega, attesa entro metà marzo in Consiglio dei Ministri dovrebbe avviare.

Nella giungla delle norme fiscali 18.000 chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate: parola di Ruffini

Quando dalla teoria del testo normativo si passa alla pratica dell’applicazione concreta, le infinite situazioni possibili fanno sorgere una serie di interrogativi.

Ed è per questo che l’articolo 11 della legge numero 212 del 2000 sancisce e tutela il diritto all’interpello che risponde a una logica semplice: chi domanda non fa errori.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’interpretazione delle norme fiscali. Ma se il dire si affida a parole poco chiare e il fare rischia di essere un errore che si paga a caro prezzo, allora le domande raggiungono cifre esponenziali.

Nel 2022 l’Agenzia delle Entrate ha risposto a quasi 16.000 interpelli a livello regionale e oltre 2.000 a livello centrale, ha elaborato 36 circolari e 81 risoluzioni.

“Nella giungla normativa tributaria l’Agenzia deve anche fornire un’attività di interpretazione perché così gli è chiesto”.

Ha sottolineato Ernesto Maria Ruffini presentando i risultati raggiunti nel 2022 e prospettive future dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia delle entrate-riscossione presso la Sala della Regina dell Camera dei Deputati nella mattinata del 9 marzo.

Senza l’intenzione di una “mancanza di rispetto per le leggi vigenti”, il direttore ha associato il panorama normativo a un luogo fitto, intricato e insidioso e ha sottolineato il ruolo delicato dell’Amministrazione finanziaria di tracciare un percorso da seguire.

Ruffini: per rispondere alla complessità delle norme fiscali serve una voce univoca dell’Agenzia delle Entrate

La chiarezza normativa, spesso, è una chimera.

Un esempio pratico? L’esigenza di avere regole chiare sul Superbonus, ad esempio, è stata indicata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti come una delle ragioni che hanno portato all’approvazione delle novità introdotte con il DL Aiuti quater che, però, hanno contribuito a rendere il quadro di riferimento più complesso, e a cui si sono aggiunti i correttivi della Legge di Bilancio e le ultime novità del DL n. 11 del 2023.

Mentre si studiano nuove soluzioni per le questioni che restano aperte, la normativa fiscale del Superbonus, che in meno di tre anni di vita è stata modificata più di 30 volte, diventa sempre più inaccessibile.

È in questa selva oscura che l’Agenzia delle Entrate è chiamata ad assumere un il ruolo che Virgilio ha avuto per Dante nella Divina Commedia e che non sempre riscuote lo stesso successo: spesso anche all’interno dell’Amministrazione finanziaria emergono letture diverse.

A sottolineare la mancanza, ma soprattutto l’esigenza, di un’unica direzione condivisa è sempre Ernesto Maria Ruffini:

“In attesa di conoscere il contenuto della delega e poi quando sarà della riforma fiscale, che sarà un’occasione per fare chiarezza e ordine nelle norme esistenti, ci è venuto in mente (con il Viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo n.d.r.) di poter garantire a tutti i contribuenti la possibilità di ottenere una risposta univoca, indipendentemente dal domicilio fiscale in cui risiedono, anche per evitare che quel contribuente sia costretto a fare ricorso per ottenere quell’interpretazione che in un’altra regione magari viene fornita”.

In che modo?

“In questa prospettiva cercheremo di fare una commissione dove tutti i direttori regionali potranno esprimere le eventuali divergenze per garantire un’unica voce dell’Agenzia delle Entrate perché i contribuenti indipendentemente da dove risiedono hanno il diritto di avere un’unica interpretazione”.

“E questa è una sfida che abbiamo davanti”, ha concluso Ruffini guardando il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo che, dal canto suo, ha definito spaventosi i numeri delle attività di consulenza giuridica “spaventosi”.

Con l’arrivo della legge delega per la riforma fiscale in Consiglio dei Ministri entro metà marzo, i tempi diventano maturi per affrontarla e alla lunga lista di risposte attese con il progetto di revisione del sistema tributario si aggiunge una nuova voce.

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