Dai PVC agli avvisi bonari: focus su scadenze e sanzioni nel nuovo accertamento

Rosy D’Elia - Dichiarazione dei redditi

Dai PVC, processi verbali di constatazione, agli avvisi bonari passando per gli atti di recupero: focus sulle scadenze previste e sulla riduzione delle sanzioni. Vecchie regole e novità della riforma fiscale si integrano nel nuovo accertamento che partirà dal 2024 e si coordinano con la revisione dello Statuto del Contribuente

Dai PVC agli avvisi bonari: focus su scadenze e sanzioni nel nuovo accertamento

Il padre della riforma fiscale, il viceministro all’Economia e alle Finanza Maurizio Leo, nella conferenza stampa di presentazione del quinto decreto di attuazione ha delineato il nuovo procedimento di accertamento. “Ridisegniamo proprio le modalità con cui l’amministrazione finanziaria può far valere la sua pretesa tributaria”, ha sottolineato durante la conferenza stampa del 3 novembre.

Dai PVC, processi verbali di costatazione, agli avvisi bonari che pure non vengono toccati dall’ondata di revisione, è utile fare una panoramica delle date di scadenza previste e delle sanzioni, in versione ridotta, da versare.

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Dai PVC agli avvisi bonari: focus su scadenze e sanzioni nel nuovo accertamento

Il procedimento di accertamento dell’imposta e delle sanzioni, gli atti di recupero e le comunicazioni che derivano dai controlli automatizzati sono le tre direzioni delle attività di accertamento.

Partendo dal primo punto bisogna considerare due fasi: l’emissione da parte dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza del PVC, processo verbale di constatazione con l’evidenza delle eventuali violazioni commesse, e l’emissione degli atti di accertamento da parte delle Entrate.

La notifica del PVC apre un bivio.

“Il contribuente può fare acquiescenza entro 30 giorni, questo accelererà sicuramente il la definizione del rapporto e comporta, come già oggi avviene, una riduzione del carico sanzionatorio.

Ha sottolineato il viceministro Leo.

Aderire al processo verbale di constatazione prevede una riduzione delle sanzioni a un sesto del minimo: l’atto di definizione viene notificato, poi, entro 60 giorni.

Chi, invece, non accetta quanto stabilito nel PVC riceverà dall’Agenzia delle Entrate lo schema del provvedimento di accertamento.

Nelle slide illustrative dei nuovi meccanismi previsti riforma fiscale, che sono state messe a disposizione dal quotidiano ItaliaOggi, un riepilogo di ciò che accade.

Nei 60 giorni successivi, che si possono prorogare per altri 30 giorni, si avvia il contraddittorio nella sua versione rinnovata con gli interventi effettuati, sempre nell’ambito della riforma fiscale, sullo Statuto dei diritti del Contribuente.

A questo punto, le strade per il contribuente sono tre:

  • aderire e pagare l’imposta dovuta con le sanzioni ridotte a un terzo;
  • proporre una istanza di accertamento con adesione;
  • aspettare il provvedimento definitivo e impugnarlo.

Atti di recupero: le regole del nuovo procedimento di accertamento

Le novità approvate in esame preliminare il 3 novembre riguardano, poi, gli atti di recupero: viene definito un unico procedimento accertativo.

Tramite questo strumento, si procede al recupero dei crediti, non spettanti, inesistenti, o compensati indebitamente, in tutto o in parte; degli importi non versati, anche quelli relativi a contributi e agevolazioni; delle indebite cessioni di crediti d’imposta.

“Noi sappiamo che soprattutto in materia di cessione di crediti ci sono state tutta una serie di patologie che attraverso questi meccanismi verranno corretti in modo molto più rapido”.

Ha sottolineato Leo.

La notifica degli atti di recupero, sempre più digitalizzata con le novità in arrivo, può essere effettuata entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla violazione. Per l’utilizzo indebito del credito ci sono otto anni per procedere.

Tramite gli atti di recupero è possibile beneficiare della definizione agevolata delle sanzioni a un terzo prevista dalla normativa.

Nel panorama delle regole bisogna, poi, considerare che vige il divieto di compensazione per il pagamento entro il termine di presentazione del ricorso.

Con riferimento all’indebito utilizzo del credito, viene definito un unico periodo di decadenza del potere di notifica dell’atto entro 8 anni dall’utilizzo dello stesso.

Controlli automatizzati e avvisi bonari: un riepilogo delle regole

Nel panorama del procedimento di accertamento rientrano anche i controlli automatizzati che danno vita agli avvisi bonari.

“Resta fermo il meccanismo della correzione degli errori formali quindi il meccanismo dell’invio degli avvisi bonari e delle cartelle di pagamento”

Chiarisce Maurizio Leo.

In caso di incongruenze emerse dalle verifiche, l’Agenzia delle Entrate emette un avviso bonario che, come riepilogato nelle slide illustrative, permette ai contribuenti di fare tre diverse scelte entro la scadenza dei 30 giorni:

  • versare le somme, anche in maniera rateale, beneficiando della riduzione delle sanzioni (10 per cento per il controllo automatico, 20 per cento per il controllo formale);
  • fornire elementi sulle anomalie evidenziate, chiedendo di annullare del tutto o in parte l’avviso inviato;
  • non pagare le somme richieste.

Questa ultima decisione, poi, comporta l’iscrizione a ruolo e la notifica della cartella.

Il meccanismo di controlli automatizzati chiude il quadro delle tre direttrici previste dalla attività di accertamento dopo l’opera di razionalizzazione e semplificazione che rientra nella cornice della riforma fiscale.

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