Pensioni: crollo delle uscite anticipate, Quota 103 e Opzione Donna non confermate per il 2026

Francesco Rodorigo - Pensioni

I dati del CIV INPS presentati questa mattina mostrano il crollo nel 2024 delle pensioni anticipate. Solo 1.154 le uscite con Quota 103 dopo gli interventi normativi in chiave restrittiva. Crollo anche per Opzione Donna. La Legge di Bilancio 2026 non prevede la conferma delle due misure in scadenza a dicembre

Pensioni: crollo delle uscite anticipate, Quota 103 e Opzione Donna non confermate per il 2026

Nel 2024 è crollato il ricorso alla pensione anticipata, soprattutto per via delle restrizioni introdotte dai vari interventi normativi.

In forte calo il pensionamento con Quota 103, sono 1.154 gli assegni liquidati rispetto ai 112.982 con Quota 100 nel 2021, ma anche con Opzione Donna e Ape Sociale.

In calo anche gli importi: il valore degli assegni pagati ai pensionati nel 2024 è inferiore rispetto a quelli già in essere.

A fornire il quadro aggiornato della situazione, non solo in relazione alle pensioni, è il Rendiconto sociale 2024 del CIV INPS, presentato questa mattina a Roma.

Pensioni: crollo delle uscite anticipate

I numeri presentati questa mattina dal Consiglio di Indirizzo e vigilanza (CIV) INPS confermano il progressivo calo delle pensioni anticipate.

Nel 2024 sono state liquidate quasi 862.000 pensioni previdenziali, in leggero aumento rispetto al dato registrato nel 2023 (837.399) ma sostanzialmente stabili negli ultimi anni. Le prestazioni pensionistiche assistenziali liquidate nel 2024 sono state, invece, 643.750 rispetto alle 613.203 dell’anno precedente.

A subire un calo rilevante è il numero di pensioni anticipate liquidate nel 2024 rispetto agli anni
precedenti. Un calo “già annunciato” per effetto dei diversi interventi normativi previsti nel corso degli ultimi anni e che hanno ridotto drasticamente la platea di possibili beneficiari e disincentivato l’utilizzo dei principali canali di uscita anticipata: Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale.

Come evidenziano i dati del CIV INPS, si riduce nettamente il numero delle beneficiarie di Opzione Donna e delle Quote.

Particolarmente evidente il crollo di Opzione Donna, dopo che è stata drasticamente ridotta la platea di possibili beneficiarie (resa accessibile solo a caregiver, dipendenti o licenziate da imprese in crisi o invalide al 74 per cento) e sono stati incrementati i requisiti d’accesso: 61 anni d’età e 35 anni di contributi.

I pensionamenti sono passati dai 26.427 del 2022 ai 4.784 del 2024.

La versione di Quota 103 con il ricalcolo contributivo (attualmente in vigore, che consente l’uscita con 62 anno d’età e 41 di contributi), invece, ha visto la liquidazione di 1.154 assegni rispetto ai 112.982 liquidate con Quota 100 nel 2021.

Nel 2024, ricordiamo, la Legge di Bilancio ha introdotto una serie di penalizzazioni, a partire dalle modalità di calcolo dell’importo dell’assegno spettante.

A diminuire nel 2024 sono anche i trattamenti di Ape sociale, scesi da 19.461 a 17.429, e quelli liquidati a favore dei lavoratori precoci (passati da 11.133 a 8.645).

Sono aumentati, invece, quelli collegati ai lavori usuranti, saliti da 1.856 a 2.249.

Da evidenziare anche il dato sugli assegni: gli importi medi delle pensioni liquidate nel 2024 sono inferiori ai valori di quelle in essere, “indicatore preoccupante per le tendenze future” sottolinea il CIV.

Addio a Quota 103 e Opzione Donna nel 2026

Il colpo di grazie per Quota 103 e Opzione Donna sembra essere in arrivo con la Legge di Bilancio 2026, attualmente all’esame del Senato dove comincerà l’iter parlamentare in vista dell’approvazione definitiva entro il 31 dicembre.

Nel testo del disegno di legge, infatti, manca la conferma dei due canali per la pensione anticipata, misure che, come noto, sono in scadenza a fine anno dopo essere state rinnovate con la scorsa Manovra.

Dal prossimo anno, dunque, se il testo della Legge di Bilancio dovesse restare invariato anche dopo il passaggio parlamentare, lavoratori e lavoratrici dovranno dire addio alla pensione anticipata con Quota 103 e Opzione Donna.

Ad essere confermata, per ora, sarebbe solo l’Ape Sociale, il trattamento di anticipo pensionistico dedicato a chi svolge lavori gravosi e ad altre specifiche categorie di lavoratori e lavoratrici (invalidi civili al 74 per cento, disoccupati e caregivers) con 63 anni e 5 mesi d’età e almeno 30 di contributi versati.

Viene confermato per un altro anno, invece, il bonus Maroni, conosciuto anche come bonus Giorgetti.

Si tratta dell’incentivo al posticipo del pensionamento che riconosce un aumento di stipendio ai dipendenti che decidono di restare al lavoro nonostante abbiano maturato i requisiti per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Quest’anno poteva essere richiesto anche da chi ha maturato i requisiti per Quota 103.

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