Opzione donna 2022, regole e requisiti: cosa cambia?

Eleonora Capizzi - Pensioni

Opzione donna 2022, quali sono i requisiti di età e contributivi per l'uscita anticipata dal lavoro riservata alle lavoratrici? Facciamo il punto delle regole attuali e delle novità in arrivo con la Legge di Bilancio.

Opzione donna 2022, regole e requisiti: cosa cambia?

Cosa cambia per Opzione donna nel 2022? Facciamo il punto su regole e requisiti, alla luce di quanto previsto dal disegno di Legge di Bilancio, attualmente in fase di discussione in Senato.

La prima versione del testo elaborata dal Consiglio dei Ministri il 28 ottobre 2021 prevedeva un aumento del requisito anagrafico per l’accesso ad Opzione donna, condizione poi eliminata in sede di definizione della versione definitiva del disegno di legge.

Salvo ulteriori modifiche, per andare in pensione con Opzione donna dal 1° gennaio 2022 bisognerà avere almeno 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome.

La novità è rappresentata dalla data entro cui questi requisiti dovranno essere maturati, ossia non più entro il 31 dicembre 2020, ma entro entro il 31 dicembre 2021. Una proroga che permetterà anche alle classi 62-63 di rientrare nella fascia agevolata.

Ma facciamo il punto su quali sono ora le regole per accedere ad Opzione donna con un occhio alla proroga in arrivo con la Legge di Bilancio 2022 e ai relativi effetti sulla maturazione dei requisiti necessari.

Opzione donna 2022, regole e requisiti: cosa cambia?

Tra le novità in materia di pensione previste dal Disegno della Legge di Bilancio 2022 c’è spazio anche per la proroga di un anno di Opzione donna.

La novità, da confermare, prevede la possibilità di maturare i requisiti richiesti, 35 anni di contributi e 58-59 anni di età, entro il 31 dicembre 2021 e non più entro il 31 dicembre 2020.

Già la Manovra 2021 aveva operato un correttivo dello stesso tenore modificando la versione originale della norma, che fissava al 2019, l’art. 16 del DL n. 4/2019, il termine per la maturazione dei requisiti spostandolo al 2020.

Per lavoratrici dipendenti e per autonome il requisito d’età per l’accesso ad Opzione donna è attualmente fissato a:

  • 58 anni per le dipendenti;
  • 59 anni per le autonome.

Così come quello anagrafico, anche il requisito dell’anzianità contributiva rimane ad un minimo di 35 anni di versamenti.

Opzione donna verso la proroga al 2022: come funziona

Oggi, dopo l’ultima modifica apportata dalla Legge di Bilancio 2021, Opzione donna può essere utilizzata dalle dipendenti e dalle autonome che abbiano maturato i requisiti richiesti entro la fine del 2020.

La formula, prevista in principio esclusivamente per il biennio 2019-2020 e poi estesa al 2021, offre la possibilità di andare in pensione anticipata a coloro che abbiano, entro il termine indicato, compiuto 58 anni (59 anni le autonome) e versato almeno 35 anni di contribuzione.

In altre parole, si tratta di una facoltà - ecco perché si parla di “opzione” - azionabile dalle le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1962 e dalle autonome nate entro il 31 dicembre 1961. A condizione, per entrambe le categorie, che sia raggiunto entro il 31 dicembre 2020 il requisito contributivo citato.

Per una maggiore chiarezza si rimanda alla tabella sottostante che riporta i requisiti oggi richiesti in base alla tipologia delle lavoratrici interessate nel rispetto dei limiti temporali.

LavoratriciRequisito contributivoRequisito anagraficoTermine per la maturazione del requisito contributivoUltima data di nascita utile
Autonome 35 anni 59 anni 31 dicembre 2020 31 dicembre 1961
Dipendenti 35 anni 58 anni 31 dicembre 2020 31 dicembre 1962

Questo il riepilogo delle date che consentono il rispetto dei requisiti anagrafici e contributivi utili per esercitare l’Opzione donna, con indicazione anche dell’ultimo termine entro cui si possono compiere i 58-59 anni richiesti.

Opzione donna 2022, le regole sulla domanda e le finestre mobili

Il termine ultimo per la maturazione dei requisiti di Opzione donna, attualmente fissato al 31 dicembre 2020, non incide sulla possibilità di presentare domanda di prepensionamento anche successivamente.

In altre parole, sono ammesse al pensionamento anticipato anche coloro che, avendo maturato i requisiti in tempo utile, presentino domanda dopo la scadenza del regime opzionale, in base al cosiddetto principio della “cristallizzazione” del diritto a pensione.

Ciò significa, quindi, che una lavoratrice che ha raggiunto i requisiti sopra descritti entro il 2020 mantiene la possibilità di accedere all’Opzione donna anche successivamente al 31 dicembre 2020.

Per questa tipologia di prestazione, poi, sono previste le cosiddette “finestre mobili”, ossia il meccanismo secondo cui l’assegno viene erogato dopo un certo periodo di tempo.

Si tratta, in estrema sintesi, di un periodo che consente all’INPS di differire il pagamento della pensione e contenere le relative spese, per un arco di tempo variabile.

Per Opzione donna le finestre mobili sono così strutturate:

  • 12 mesi dalla maturazione dei requisiti per le dipendenti;
  • 18 mesi per le autonome.

In ogni caso, queste sono le regole di Opzione donna oggi in vigore, che a parte la proroga di un anno, rimarranno le stesse anche per il 2022. Ad ogni modo, sia sul per la conferma delle novità in arrivo è necessario seguire l’iter che porterà all’approvazione definitiva del testo ufficiale della prossima Manovra che arriverà entro la fine di quest’anno.

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