Ristori, cartelle esattoriali, CIG: quale priorità per il Governo Draghi? - Sondaggio

Rosy D’Elia - Fisco

Ristori, cartelle esattoriali, CIG e blocco dei licenziamenti: quale deve essere la priorità assoluta del Governo Draghi? Le questioni che chiedono una risposta imminente, non solo sul piano sanitario, sono numerose ma sicuramente il nuovo Esecutivo dovrà fare delle scelte. Da dove partire? La parola ai lettori di Informazione Fiscale. Risposte al sondaggio direttamente online e commenti via mail alla redazione.

Ristori, cartelle esattoriali, CIG: quale priorità per il Governo Draghi? - Sondaggio

Ristori, cartelle esattoriali, CIG e blocco dei licenziamenti: quale deve essere la priorità assoluta del nuovo Governo Draghi?

Il provvedimento con l’ultimo pacchetto di aiuti, atteso per la fine di gennaio e rimasto in stand by con la crisi di governo, così come il futuro della riscossione e dell’accesso agli ammortizzatori sociali rientrano nella lunga lista di questioni che, insieme a quelle sanitarie, chiedono una risposta imminente.

Il nuovo Esecutivo dovrà scegliere in che direzione orientare le energie iniziali. Tutto è ancora da definire. Ma da dove sarebbe giusto e utile partire? Ai lettori di Informazione Fiscale la parola. Per esprimere la propria opinione basta cliccare su “partecipa al sondaggio” nel box di seguito.

Ristori, cartelle esattoriali, CIG

Quale priorità per il Governo Draghi?

L’invito della redazione è anche quello di approfondire la risposta con commenti, motivazioni e considerazioni inviando una mail con oggetto “Priorità Governo Draghi - Sondaggio” all’indirizzo [email protected].

La crisi di governo ha congelato i lavori per circa un mese: le dimissioni dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono arrivate il 26 gennaio 2021, oggi 17 febbraio 2021 il nuovo premier Mario Draghi ha chiesto la fiducia al Senato.

Per una valutazione chiara sul grado di necessità e urgenza degli interventi è utile riavvolgere il nastro per avere una panoramica sui tre fronti:

  • la definizione di un pacchetto di ristori con bonus e misure di sostegno economico per lavoratori e imprese particolarmente colpiti;
  • la sospensione dell’attività di riscossione e la scadenza della pace fiscale;
  • la messa a punto di una nuova strategia per arginare gli effetti dell’emergenza sul mercato del lavoro.

Ristori, cartelle esattoriali, CIG: quale priorità per il Governo Draghi? - Sondaggio

Andando per ordine, rispetto alle promesse dell’ormai vecchio Governo, il pacchetto di aiuti, con l’ultimo e corposo provvedimento emergenziale, sarebbe dovuto arrivare entro fine gennaio 2021.

Dopo la posa della prima pietra del Decreto Ristori 5, con l’approvazione il 21 gennaio alla Camera e al Senato di un ulteriore scostamento di bilancio per un valore di 32 miliardi di euro, l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri aveva indirizzato una lettera al Vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ed al Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni per illustrare la decisione presa e le modalità di utilizzo delle risorse.

Il sostegno economico alle imprese e ai settori più colpiti era una delle priorità evidenziate. Ma i lavori dopo pochi giorni si sono fermati: anche se adottare un provvedimento emergenziale rientra tra le azioni possibili per un Governo che resta in carica per gli affari correnti, il cantiere è rimasto bloccato.

In un lungo post pubblicato su Facebook il 14 febbraio Nunzia Catalfo, dopo aver lasciato la guida del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ha scritto:

“In queste ore, molti di voi mi stanno scrivendo chiedendomi informazioni sulle nuove misure di sostegno contenute nel prossimo Decreto Ristori. È compito del nuovo Esecutivo vararle e mi auguro che ciò avvenga al più presto: il Paese non può più aspettare”.

E ha stilato una lunga lista delle misure a cui si stava lavorando prima di passare il testimone ad Andrea Orlando. Tra le altre, compaiono anche nuove indennità per i lavoratori dello spettacolo, stagionali, stagionali del turismo, intermittenti, autonomi privi di partita IVA, ex percettori di NASpI e DIS-COLL.

Per ora, però, non c’è alcuna conferma della volontà di mantenere una linea di continuità con il pacchetto di aiuti che si stava delineando.

E mentre il Governo chiede la fiducia, per i lavoratori e le imprese resta l’attesa.

Cartelle esattoriali, la decisione sull’attività di riscossione tra le priorità del Governo Draghi

E se è vero che il tempo stringe per i ristori, è anche vero che sul fronte della cartelle esattoriali c’è una data spartiacque ben precisa: il 28 febbraio 2021.

Con il DL n. 7/2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 gennaio, la sospensione degli invii, già prolungata con il decreto ponte del 14 gennaio, è stata rimandata di un mese, spostando la necessità di adottare una soluzione definitiva per la ripresa dell’attività di riscossione alla fine di febbraio.

La questione riguarda circa 50 milioni gli atti congelati, e alle nuove notifiche si devono aggiungere anche i pagamenti sospesi dallo scorso 8 marzo. Senza ulteriori proroghe, il 31 marzo 2021 bisognerà effettuare il pagamento degli importi dovuti.

Ma i nodi da sciogliere non si esauriscono con la ripresa, o meno, degli invii: il 1° marzo 2021 è la scadenza per pagare le rate di rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle relative al 2020. In caso di versamento tardivo, si decade dal piano di definizione agevolata accordato.

Anche in questo caso, sarà necessario prendere delle decisioni ma non trapelano linee di indirizzo dal nuovo Governo Draghi. Senza dubbio, si tratta di una questione cruciale e cara ad alcuni dei partiti che hanno preso parte alla squadra di governo.

CIG e blocco dei licenziamenti, tra le questioni che chiedono risposta al governo Draghi

Il tema che ha una scadenza più lontana ma che richiede sicuramente una programmazione più accurata è la definizione di una strategia per arginare gli effetti di un anno di restrizioni, chiusure ed eccezioni alle regole standard sul mercato del lavoro.

Come ha sottolineato anche il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi nel discorso per la fiducia al Senato il 17 febbraio l’emergenza coronavirus ha avuto “rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento”.

Secondo le ultime novità approvate con la Legge di Bilancio, la data di scadenza per mettere in campo nuove azioni è il 31 marzo 2021, termine ultimo per accedere alla cassa integrazione ordinaria per coronavirus e data in cui, appunto, termina il blocco dei licenziamenti.

I due temi sono collegati tra loro e le scelte che il nuovo governo metterà in campo interesseranno in prima persona un numero considerevole di lavoratori.

Gli oltre 4 miliardi di ore di CIG approvate dal 1° aprile al 31 dicembre 2020 danno un’idea della portata della questione.

Poco prima della caduta, il vecchio governo andava nella direzione di un prolungamento della cassa integrazione per coronavirus e del divieto dei licenziamenti, per poi passare a un’ulteriore proroga solo per i settori più colpiti, diversamente da quanto previsto in questa fase.

Poi la crisi politica ha lasciato la patata bollente delle decisioni alla nuova formazione. Il blocco, per definizione, ha agito come una forzatura creando delle temporanee distorsioni sul mercato del lavoro: si è creata una diga, che prima o poi deve essere aperta, ma che rischia di travolgere.

Decidere se confermare o far cadere il divieto non è sufficiente, necessario è pianificare una modalità di ritorno alle regole ordinarie cercando di preservare ancora lavoratori e datori di lavoro.

Ed è proprio questo il punto critico. Nel frattempo alla guida del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è salito Andrea Orlando che il 14 e il 16 febbraio ha già avuto i primi incontri con le parti sociali, come ha scritto in un post pubblicato su Facebook:

“L’obiettivo è quello di sottoporre all’attenzione di tutti, al termine di questo primo giro di interlocuzioni, un documento con un impianto di riforma sul tema degli ammortizzatori sociali e un’agenda di lavoro e di priorità, tra le quali ho indicato, anche alla luce degli allarmanti dati diffusi in questi giorni, la perdita di posti di lavoro per donne e giovani.

Dovremo usare questi mesi che ci separano dalla ripresa della normalità per ragionare e prevedere che cosa potrà accadere dopo”.

In questo caso, più che nei precedenti, è necessario mettere a punto una strategia di lungo periodo per evitare uno strascico duraturo di conseguenze negative.

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