Rientro dei capitali: dal contrasto ai paradisi fiscali al un sistema fiscale più competitivo

Tommaso Gavi - Fisco

Per favorire il rientro dei capitali dai paradisi fiscali è necessario un doppio intervento: rendere uniformi le regole europee e più competitivo il sistema fiscale italiano. Le dichiarazioni di Meloni nella conferenza stampa di fine anno

Rientro dei capitali: dal contrasto ai paradisi fiscali al un sistema fiscale più competitivo

Quali sono le azioni che il governo può mettere in campo nei confronti dei circa 200 miliardi di euro presenti nei paradisi fiscali?

La risposta sugli importi non dichiarati e sulla possibilità di farli tornare in Italia o quantomeno “tassarli” è stata fornita dalla stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa di fine anno.

Nell’incontro con i giornalisti, che si è appena concluso oggi, 4 gennaio 2024, dopo un doppio rinvio legato alle condizioni di salute della premier, Giorgia Meloni ha evidenziato due principali linee di intervento per il rientro dei capitali.

Da un lato è necessaria un’azione europea per uniformare le regole nell’Unione, dall’altro un’intervento per rendere il sistema fiscale più competitivo.

Rientro dei capitali dai paradisi fiscali: regole comuni all’interno dell’UE

“Penso che sul tema dei cosiddetti paradisi fiscali la materia vada affrontata, e questo si farà dopo le elezioni europee, a livello europeo. Perché c’è una diversità anche all’interno dell’Unione europea che con il mercato unico, le regole uniche e tutto quello che conosciamo, secondo me produce obiettivamente un problema dei privilegi e delle discriminazioni.”

Il primo intervento per affrontare la questione dei rientro dei capitali dai paradisi fiscali, per la premier Giorgia Meloni, deve essere a livello europeo.

Per favorire che non ci siano vantaggi per spostare capitali in uno Stato rispetto ad un altro è necessario che ci siano regole comuni sulla tassazione, ha sottolineato in una risposta data nel corso della conferenza stampa di fine anno:

“Quindi intanto bisognerebbe lavorare per far sì che le regole all’interno del mercato europeo, su questa materia, valessero per tutti e che non ci fossero dei “paradisi fiscali”, insomma che non ci fossero nazioni che lavorano per drenare gettito ad altre nazioni, che fanno parte dell’Unione europea.”

Su tale linea si muove la global minimum tax, in vigore a partire dallo scorso 1° gennaio in diversi paesi, Italia compresa.

Viene infatti prevista un’imposta del 15 per cento alle multinazionali, per scoraggiare che venga scelto il Paese più conveniente per la collocazione della holding.

L’intervento a livello europeo non è però l’unico da mettere in campo, secondo la presidente del Consiglio.

Rientro dei capitali dai paradisi fiscali: rendere il sistema fiscale italiano più competitivo

Affianco ad un intervento comune sulle regole all’interno dell’Unione, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, mette in evidenza la necessità di rendere il sistema fiscale italiano più competitivo, per attrarre gli investimenti.

A riguardo la presidente ha sottolineato le azioni messe in campo nell’ambito della riforma fiscale e dei decreti attuativi della legge delega:

“A livello nazionale chiaramente quello che noi possiamo fare è soprattutto lavorare per rendere la tassazione in Italia più competitiva. Abbiamo tentato di farlo e tentiamo di farlo con varie misure. Intanto mi corre l’obbligo di ricordare che noi abbiamo varato la riforma fiscale, che è una riforma attesa da 50 anni circa.”

Giorgia Meloni ha infine posto l’accento su alcuni dei principi che hanno guidato la messa a punto del DDL di Bilancio, punto di partenza per l’approvazione della Legge di Bilancio 2024.

Tra queste le misure a vantaggio dei datori di lavoro sulle assunzioni:

“Penso che anche alcuni segnali che abbiamo dato in tema di tassazione in rapporto al mercato del lavoro siano importanti, perché uno dei principi introdotti all’interno della Manovra di Bilancio, quello del più “assumi meno paghi”, cioè più è alta l’incidenza di mano d’opera che hai in rapporto al fatturato meno tasse paghi, sia un altro segnale importante di attenzione al mondo produttivo ma anche al mondo produttivo in rapporto al lavoro che produce sul territorio.”

La questione è, quindi, tutt’altro che di facile soluzione. Per ottenere qualche risultato sarà necessario uno sforzo congiunto e a più livelli.

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