Nomadi digitali, ingresso in Italia più facile per i lavoratori extra UE: le novità nel DL Sostegni ter

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Nomadi digitali: ingresso in Italia più facile per i lavoratori extra UE. A stabilirlo è un emendamento al DdL di conversione del decreto Sostegni ter, che consente l'accesso nel Paese senza il nullaosta al lavoro purché in possesso di una polizza sanitaria.

Nomadi digitali, ingresso in Italia più facile per i lavoratori extra UE: le novità nel DL Sostegni ter

Più facile l’ingresso in Italia dei nomadi digitali extra UE.

Un emendamento al DdL di conversione del decreto legge n. 4/2022 (Sostegni ter) definisce giuridicamente la disciplina dei cosiddetti nomadi digitali, cioè i lavoratori di Paesi al di fuori dell’Unione Europea che svolgono mansioni altamente professionali e digitali.

Questa nuova categoria di lavoratori potrà entrare in Italia senza il nullaosta al lavoro.

Per entrare nel Paese sarà quindi sufficiente un visto d’ingresso, che consentirà di ottenere il permesso di soggiorno di durata non superiore ad un anno e che verrà rilasciato solamente dimostrando la disponibilità di un’assicurazione sanitaria che copra tutti i possibili rischi.

I nomadi digitali avranno comunque l’obbligo di adempiere a tutte le disposizioni di carattere fiscale e contributivo previste.

Nomadi digitali, ingresso in Italia più facile per i lavoratori extra UE: le novità nel DL Sostegni ter

La categoria dei nomadi digitali avrà una identità giuridica definita.

A stabilirlo è l’emendamento al DdL di conversione del decreto Sostegni ter, approvato in Commissione Bilancio del Senato e parte delle modifiche che verranno discusse in Aula.

La disciplina relativa al lavoro per gli stranieri di Paesi extra UE a cui può essere rilasciato il nullaosta per casi particolari, e quindi al di fuori dei limiti previsti annualmente dal Decreto Flussi, è stabilita dal decreto legislativo numero 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazone).

La proposta di modifica presentata in sede di conversione del decreto Sostegni ter aggiunge all’articolo 27 del Testo Unico la lett. q-bis, in cui si specifica la nuova categoria di lavoratori “nomadi digitali e lavoratori da remoto, non appartenenti all’Unione europea” e ne dà la seguente definizione:

“Cittadini di un Paese terzo, che svolgono attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici che consentono di lavorare da remoto in via autonoma ovvero per un’impresa anche non residente nel territorio dello Stato italiano.”

La nuova categoria definisce, dunque, lavoratori che svolgono da remoto professioni altamente qualificate. Si ad esempio di programmatori web, specialisti di digital marketing, scrittori e blogger o ancora traduttori e graphic designer.

Questi lavoratori, che possono svolgere la propria mansione in smart working, potranno entrare in Italia e lavorare come autonomi o per imprese, anche non residenti nello Stato, senza la necessità di ottenere il nulla osta.

Il permesso di soggiorno, della durata massima di un anno, verrà rilasciato loro purché siano in possesso di una assicurazione sanitaria.

Nomadi digitali e la disciplina dei lavoratori extra UE

Gli ingressi dei cittadini di Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea sono regolati dal Testo Unico sull’immigrazione 286/1998.

I cittadini di Paesi extra UE possono accedere al mercato del lavoro italiano se già regolarmente soggiornanti in Italia e, quindi, in possesso di regolare permesso di soggiorno, previa sottoscrizione di un contratto di soggiorno con il datore di lavoro e in presenza di tutte le condizioni di legge.

Se provenienti dall’estero, l’accesso al mercato del lavoro è ammesso nell’ambito delle quote stabilite dal cosiddetto Decreto Flussi.

Il Decreto Flussi stabilisce quindi annualmente le quote di ingresso per motivi di lavoro sulla base delle esigenze del sistema produttivo.

I lavoratori che rientrano nella categoria di nomadi digitali beneficeranno della possibilità di entrare nel Paese al di fuori delle quote massime di ingresso per lavoro, senza il nullaosta.

Basterà il visto d’ingresso, e potranno ottenere il permesso di soggiorno di durata non superiore ad un anno a condizione di avere un’assicurazione sanitaria che copra ogni eventuale rischio.

Questi lavoratori saranno comunque tenuti a rispettare gli obblighi fiscali e contributivi loro richiesti dalle disposizioni vigenti nell’ordinamento nazionale.

A completare la disciplina sarà poi un ulteriore decreto dei Ministero dell’Interno, del Lavoro, degli Affari Esteri e del Turismo, che dovrà stabilire:

  • le modalità e i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno (comprese le categorie di lavoratori altamente qualificati che possono beneficiarne);
  • i limiti minimi di reddito del richiedente;
  • le modalità per la verifica delle attività lavorative da svolgere.

Si va quindi verso la definizione della categoria giuridica dei nomadi digitali, nei confronti dei quali si fanno più semplici le modalità di ingresso e lavoro in Italia.

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