Navigator Campania, l’accordo tra De Luca e ANPAL non cancella i paradossi

Rosy D’Elia - Lavoro

Navigator Campania, l'accordo tra De Luca e ANPAL sblocca i contratti, ma non cancella i paradossi che hanno caratterizzato il caso, emblema di un sistema di ricerca del lavoro troppo fragile. Con quattro mesi di ritardo i 471 selezionati sono pronti a scendere in campo al fianco dei Centri per l'Impiego e degli oltre 178.370 beneficiari sul territorio che richiede più energie.

Navigator Campania, l'accordo tra De Luca e ANPAL non cancella i paradossi

Navigator Campania: dopo oltre 100 giorni di proteste, manifestazioni, scioperi della fame, arriva l’accordo tra il governatore Vincenzo De Luca e ANPAL. L’intesa sblocca 471 contratti di collaborazione coordinata e continuativa per le figure professionali selezionate con il concorso dello scorso giugno.

Con quattro mesi di ritardo, anche la compagine campana è pronta a scendere in campo al fianco dei Centri per l’Impiego e degli oltre 178.370 beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno il diritto e il dover di cercare un lavoro.

Il reinserimento professionale, d’altronde, è l’obiettivo ultimo della misura di sostegno economico, l’elemento innovativo rispetto al passato, il suo punto di forza.

Ma il blocco campano ha fatto emergere chiaramente paradossi e punti di debolezza del sistema del reddito di cittadinanza, e più in generale delle politiche attive del lavoro, che non si eliminano con l’intesa tra i due presidenti Vincenzo De Luca e Mimmo Parisi.

Navigator Campania, accordo tra De Luca e ANPAL: sblocco dei contratti e assunzioni per i Centri per l’Impiego

“Dopo mesi di lotta per la difesa dei nostri diritti finalmente è stata raggiunta l’intesa per la nostra contrattualizzazione”.

Con queste parole pubblicate sul gruppo Facebook dedicato, nel pomeriggio del 17 ottobre, i navigator della Campania hanno tirato un sospiro di sollievo dopo l’incontro tra Regione e ANPAL, Agenzia Nazionale Politiche Attive per il Lavoro.

A breve potranno firmare anche loro, come i colleghi di tutta Italia, un contratto di collaborazione fino al 30 aprile 2021 con un compenso lordo annuo di 27.338,76 euro, a cui si aggiungono circa euro 300,00 euro lordi di rimborso forfettario.

I navigator erano rimasti bloccati nel braccio di ferro tra le due istituzioni, che si erano palleggiati la responsabilità della situazione con un ritmo sempre più serrato, fino a quando Vincenzo De Luca il 7 ottobre non aveva aperto uno spiraglio di dialogo.

A distanza di dieci giorni, è arrivato l’accordo che suona come una trattativa di pace:

“L’incontro tra i due stamattina è stata l’occasione per fare anche il punto complessivo sulle problematiche del mondo del lavoro e sulle situazioni di particolare emergenza sociale”.

Così si legge nella notizia pubblicata da ANPAL.

Roma si impegna a procedere, non solo con i navigator, ma anche per risolvere il problema del precariato nei Centri per l’Impiego campani: con il comunicato stampa diffuso da Palazzo Santa Lucia, arriva l’annuncio di un concorso per 650 assunzioni stabili nelle strutture territoriali.

E Napoli si impegna a collaborare ad ampio spettro per favorire sul territorio le attività di ricerca del lavoro legate al reddito di cittadinanza, anche mettendo subito a disposizione piattaforme informatiche per lo scambio di informazioni.

ANPAL - Regione Campania: Accordo Navigator del 17 ottobre 2019
Scarica il testo dell’accordo ANPAL De Luca sul caso navigator diffuso dalla Regione Campania il 17 ottobre 2019.

Navigator Campania, l’accordo tra De Luca e ANPAL non cancella i paradossi

Tutto è bene quel che finisce bene. Ma non è questo il caso. L’accordo tra De Luca e ANPAL non cancella i paradossi di un sistema di politiche attive del lavoro troppo fragile.

Il caso dei navigator in Campania rappresenta un fermo immagine sul meccanismo messo in piedi dal reddito di cittadinanza e fa emergere alcune questioni importanti, che persistono anche dopo l’intesa e vanno oltre i confini territoriali.

“Un’iniziativa sbagliata”: così il governatore definiva il reclutamento dei navigator in Campania, come nel resto d’Italia. Perché? Debuttano nel sistema dei Centri per l’Impiego nuovi potenziali, e futuri, precari che si aggiungono a una schiera di oltre 600 lavoratori in bilico. Questa era stata la risposta.

Si tratta, in effetti, di una questione nata insieme al progetto dei navigator: in prima battuta l’ex Ministro del Lavoro Luigi Di Maio aveva parlato di un esercito di 6.000 nuove figure professionali.

Ma nel dialogo tra Stato e Regioni, la necessità di potenziare i Centri per l’Impiego con 4.000 assunzioni ha avuto la meglio: una parte delle risorse sono state spostate e il numero dei navigator è stato dimezzato.

Un altro aspetto su cui il caso campano richiama l’attenzione è la debolezza del rapporto lavorativo che ANPAL instaura con i selezionati del concorso: un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

Si tratta di una forma contrattuale che dal 1° luglio 2019, è vietata per la Pubblica Amministrazione. Ma che ANPAL Servizi S.p.A., pur essendo diretta discendente dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, si configura come un ente privato e può stipulare. Non c’è un futuro definito e certo per chi ha intrapreso questa nuova professione.

L’infrastruttura su cui si poggia la ricerca del lavoro legata al reddito di cittadinanza ha fondamenta precarie, proprio sull’aspetto caratterizzante: l’occupazione.

A questo circolo di paradossi, poi, bisogna aggiungere che la macchina organizzativa con tutte le sue fragilità negli altri territori ha preso il via, mentre è rimasta ferma proprio nel territorio che richiede lo sforzo maggiore.

La Campania detiene il primato per numero di domande di reddito di cittadinanza accolte e di beneficiari che devono intraprendere un percorso di inserimento professionale.

A inizio settembre ANPAL stimava che ad ogni navigator campano spetta la sfida di trovare un’occupazione a 379 beneficiari, con un notevole svantaggio in termini di tempo e di formazione rispetto a tutti gli altri colleghi.

Se è vero che il reddito di cittadinanza ha come elemento distintivo e punto di forza il reinserimento professionale, non si può non tener conto che la ricerca del lavoro, per tutti, poggia su un sistema troppo debole.

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