Nella Manovra 2026 i giovani sono grandi assenti: oltre il bonus assunzioni, non ci sono novità rilevanti e gli aiuti sono per chi ha già una casa e dei figli
A destare preoccupazione nella Manovra 2026 in cantiere non dovrebbe essere tanto l’aiuto ai ricchi quanto la totale mancanza di futuro: i giovani, da cui dipende la sostenibilità dei conti pubblici nei prossimi anni, sono i grandi assenti.
Negli ultimi giorni si è tornato a parlare della flat tax per under 30, una tassazione agevolata al 5 per cento, come possibile novità da inserire nella Legge di Bilancio tramite gli emendamenti. Ma per ora, di certo, nel pacchetto di misure messo a punto da Governo non ci spinte rilevanti verso l’indipendenza economica, nonostante sia una delle strade utili per intervenire anche su un grande emergenza italiana: la denatalità.
Agli under 35 non resta che accontentarsi del bonus assunzioni, un’agevolazione che negli anni non ha dato grandi frutti.
Una Manovra senza futuro: per i giovani solo la conferma del bonus assunzione
Preoccuparsi delle persone più giovani vuol dire preoccuparsi del futuro del Paese che per l’Italia si fa sempre più difficile.
C’è un circolo vizioso che difficilmente si può disinnescare senza politiche di visione, che guardino al lungo periodo, che non siano limitate al singolo stimolo-risposta.
La popolazione italiana invecchia, nascono sempre meno bambini e bambine, la partecipazione al mercato del lavoro cala. Di conseguenza, ci sono meno persone a contribuire e più spese da sostenere: per le pensioni e la sanità, ad esempio.
Nel frattempo anche la popolazione potenzialmente attiva fa fatica a dare il suo contributo.
L’Italia è il paese europeo con la più bassa partecipazione di ragazzi e ragazze al mercato del lavoro: negli ultimi dati ISTAT sul mercato del lavoro a un tasso di disoccupazione del 6,1 per cento tra i giovani sale al 20,6 per cento (15-24 anni).
Aumentare i livelli di occupazione giovanile per l’Italia è una necessità: lo sottolinea periodicamente lo stesso Istituto, lo hanno raccomandato l’OCSE e il Fondo Monetario Internazionale.
È una questione strutturale che richiede interventi su più fronti e a cui la Manovra 2026 risponde con la stessa agevolazione che è in campo da anni e che evidentemente non basta: un esonero contributivo per i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato persone fino a 35 anni.
Per i giovani nessuna buona notizia nella Manovra 2026
E nulla si prevede oltre la questione occupazionale, che è la prima ma non è l’unica da affrontare. Anche chi rientra nella schiera degli occupati e delle occupate non si muove su un territorio solido: giovani e donne fanno principalmente i conti con il lavoro povero, con contratti instabili e periodi di stop.
Il nostro Paese si colloca al quarto posto nell’UE27 (dopo Croazia, Slovacchia e Portogallo) con la più alta proporzione di giovani che prolungano la loro permanenza nella famiglia di origine: oltre due giovani di 18-34 anni su tre, contro uno su due della media UE27, si legge nel rapporto annuale ISTAT 2025.
Ma succede spesso così: mentre i dati indicano la luna, i Governi, se tutto va bene, guardano il dito.
Lo scorso anno la Legge di Bilancio ha eliminato la detrazione per i figli o le figlie a carico over 30, ad eccezione dei casi di disabilità.
A 30 anni bisogna essere autonomi e questo è punto di vista condivisibile, ma non è una strada praticabile nel contesto attuale.
Dalla relazione tecnica trasmessa al Senato prima dell’approvazione del testo emergeva la stima di un maggiore gettito annuo, a regime, pari a 308,1 milioni di euro di IRPEF e, rispettivamente, 8,0 e 3,2 milioni di euro di addizionale regionale e comunale.
Sarebbe stato utile investire questi risparmi in politiche per i giovani, ma nella Manovra dello scorso anno non c’è stata alcuna dichiarazione di intenti in questo senso. Nessuna novità anche nel Disegno di Legge di Bilancio 2026, nonostante anche tra gli obiettivi di riforma fiscale ci sia la necessità di adottare misure per favorire la crescita economica degli under 36.
La Manovra 2026 dimentica i giovani e aiuta chi ha già una casa e una famiglia
Senza prospettive chiare, manca la possibilità di costruire un’indipendenza, una casa, una famiglia. Ed è nell’intersezione di questi tre elementi che si dovrebbe guardare per intervenire anche sul tema della natalità che mette a rischio anche la stabilità dei conti pubblici.
La direzione, però, sembra essere quella opposta: gli aiuti della Legge di Bilancio 2026 sono concentrati su chi una casa e una famiglia ce l’ha già, come spesso accade.
Con le novità sul calcolo dell’ISEE si agevolano le famiglie numerose e chi può contare su una casa di proprietà, nonostante i dati ISTAT indichino difficoltà maggiori per chi vive in affitto: tra le persone in povertà assoluta il 22,1 per cento è in affitto contro il 4,7 di quelle che vivono in abitazioni di proprietà.
Anche sul fronte femminile, gli aiuti sono destinate alle mamme che hanno già almeno due figli o figlie. È giusto supportare chi ha un carico economico e di cura maggiore. Ma è altrettanto ingiusto, ma soprattutto antieconomico sul lungo periodo, dimenticarsi di costruire le basi per un futuro, una casa, una famiglia per chi ancora non ce l’ha.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Una Manovra senza futuro: nessuna novità per i giovani