Malattia dei figli e delle figlie: verso la proroga dei termini per le professioniste madri

Rosy D’Elia - Commercialisti ed esperti contabili

Novità in arrivo per le professioniste in caso di malattia dei figli o delle figlie: prevedere una proroga dei termini per le madri impegnate nell'assistenza. È questa la proposta che si fa spazio nella Legge di Bilancio. La soddisfazione di commercialisti e commercialiste e la proposta di andare oltre la logica di genere

Malattia dei figli e delle figlie: verso la proroga dei termini per le professioniste madri

Prevedere una proroga dei termini per le professioniste in caso di malattia grave o ricovero dei figli e delle figlie.

È questa la proposta che prende forma in un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2023. Tutte le modifiche e le integrazioni dell’impianto attuale devono essere vagliate dalla Commissione Bilancio della Camera e poi seguire l’iter parlamentare per l’approvazione.

Intanto commercialisti e commercialiste, con il comunicato stampa del 12 dicembre 2022 pubblicato dalle associazioni di categoria, sul punto chiedono ampio consenso, superando anche il legame con il genere, e un’apertura da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Malattia dei figli e delle figlie: proroga dei termini per le professioniste madri nella Legge di bilancio?

Esattamente un anno fa i professionisti e le professioniste raggiungevano un traguardo importante dopo una lunga attesa e l’esperienza dell’emergenza Covid: la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti tributari a carico del libero professionista in caso di malattia o in casi di infortunio.

Con un emendamento ad hoc, la misura ha trovato spazio nell’articolo 1, commi 927-944, nella Legge di Bilancio dello scorso anno.

Dopo un anno, in occasione della definizione del pacchetto di misure da inserire nella Manovra, si parla di estendere le stesse tutele alle professioniste madri che si trovano ad assistere i figli e le figlie in caso di ricovero d’urgenza o malattia grave.

Come si legge nel comunicato stampa del 12 dicembre pubblicato dalle associazioni di categoria dei commercialisti ADC, AIDC, ANC e UNGDCEC, la proposta è stata formulata con un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2023 firmato dall’Onorevole Andrea De Bertoldi.

Malattia dei figli e delle figlie, la proposta di estendere le tutele sulla sospensione dei termini

Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo l’iter parlamentare. Gli emendamenti presentati sono circa 3.000 e una prima scrematura ha portato a 450 le proposte di modifiche ed integrazione che saranno valutate per poi essere inserite nel testo della Manovra.

I giochi, quindi, sono ancora aperti e la misura che estenderebbe la sospensione dei termini per le professioniste impegnate nella cura dei figli e delle figlie con problemi di salute resta ancora nel campo delle ipotesi.

Per questo motivo commercialiste e commercialisti da un lato esprimono soddisfazione per la proposta presentata e dall’altro chiedono un’attenzione unanime al tema:

“I presidenti delle Associazioni sono concordi che si tratti della logica estensione del diritto al rinvio dei termini delle scadenze per il professionista in caso di malattia o infortunio, ottenuto lo scorso anno sempre grazie alla battaglia condotta dall’On. De Bertoldi. Registrano con soddisfazione che il sostegno a questo provvedimento di civiltà arrivi anche da parte del Ministro per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella, nella certezza che vi sarà un ampio arco di consensi nei confronti di una misura che tutela i minori in momenti di particolare fragilità e preserva la serenità delle famiglie”.

Le associazioni di categoria, inoltre, rilanciano con la proposta di riconoscere il diritto ai genitori, prescindendo dal genere.

Il timore, però, è che un veto non arrivi tanto dalla politica quanto dall’Agenzia delle Entrate.

“Ci si augura, inoltre, che siano infondate le voci riguardo un presunto parere negativo da parte dell’Agenzia delle Entrate, la quale sarebbe entrata in questa delicata tematica esprimendo il proprio disaccordo, confondendo, se così fosse, il tema erariale con un tema di diritti individuali e civiltà sociale”.

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