Legge di Bilancio 2022, le proposte dell’INT su IRAP e IRPEF

Tommaso Gavi - Imposte

Legge di Bilancio 2022, l'INT formula alcune proposte sulla manovra. Nel comunicato stampa del 26 novembre 2021 si mostra apprezzamento per l'accordo relativo all'IRAP mentre non soddisfa quanto indicato per l'IRPEF.

Legge di Bilancio 2022, le proposte dell'INT su IRAP e IRPEF

Legge di Bilancio 2022, accolto con favore sull’accordo relativo all’IRAP, da migliorare la revisione dell’IRPEF.

Questa è la posizione espressa dall’Istituto nazionale tributaristi nel comunicato stampa del 26 novembre 2021, che commenta quanto previsto l’accordo politico di ieri.

Accolta favorevolmente la cancellazione dell’IRAP su micro imprese e lavoratori autonomi mentre quanto previsto per l’IRPEF necessita di maggiore equità.

Il comunicato stampa segue quello della giornata precedente che riassume le proposte dell’INT inviate alla Commissione Bilancio del Senato.

Legge di Bilancio 2022: “bene su IRAP, da migliorare revisione IRPEF”

In merito alla discussione sulla Legge di Bilancio 2022, l’Istituto nazionale tributaristi accoglie con favore quanto previsto per l’IRAP, mentre evidenzia margini di miglioramento nella revisione dell’IRPEF.

La posizione è stata espressa nel comunicato stampa del 26 novembre 2021, che riporta anche le dichiarazioni del Presidente Riccardo Alemanno:

“Un calo seppur minimo della pressione fiscale è sempre da preferire ad un aumento delle imposte. Il primo step di cancellazione dell’IRAP su micro imprese e lavoratori autonomi è in linea con quanto auspicavamo, anche se sarà necessario in tempi rapidi un intervento per le società.”

Dopo aver espresso apprezzamento per le misure da mettere in campo per quanto riguarda l’IRAP, il Presidente Alemanno si è fatto portavoce delle riflessioni dell’INT anche sull’IRPEF.

In merito Alemanno dichiara:

“Circa l’IRPEF si deve fare di più, sia in termini di riduzione, sia di equità. Positivo sicuramente l"intervento sui redditi medi, ma bisogna lasciare a 75 mila euro la soglia di applicazione dell’aliquota al 43 per cento e recuperare risorse da redditi superiori a 200 mila euro applicando un’aliquota del 45 per cento come avviene in altri Stati europei.”

Tra le criticità riscontrate, per Alemanno, il tema di maggiore importanza è quello legato all’equità:

“È una questione di equità, non si può tassare con la stessa aliquota la parte di reddito superiore ai 50 mila euro sia essa relativa ad alcune migliaia di euro sia a svariate centinaia di migliaia. L’applicazione del 43 per cento a partire da 50 mila euro di reddito, inoltre, può tramutarsi in un incentivo a non superare tale soglia, disincentivando soprattutto il lavoro autonomo, ma anche i redditi da lavoro dipendente punendo i miglioramenti di carriera e di posizione a danno del merito e del giusto obiettivo di migliorare, nel rispetto degli obblighi costituzionali di versamento delle imposte, la propria posizione reddituale.”

Legge di Bilancio 2022, le proposte dell’INT su IRAP e IRPEF

Il comunicato del 26 novembre 2021 segue quello del giorno precedente, che fa il punto sulle proposte dell’INT da inserire all’interno della manovra.

Nel comunicato precedente Riccardo Alemanno e Giuseppe Zambon, anche nella loro rispettiva veste di Presidente e Segretario Generale dell’Osservatorio nazionale sulla fiscalità di Confassociazioni, fanno sapere di aver depositato una memoria sulla Legge di Bilancio su richiesta dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Bilancio del Senato.

I principali temi trattati sono, appunto:

  • la revisione dell’IRPEF;
  • la cancellazione dell’IRAP;
  • i bonus edilizi.

In merito al primo punto nella memoria si sostiene che:

“per una riforma dell’IRPEF che abbia effetti positivi sul Paese occorre determinazione, in particolare è necessaria una riduzione dell’aliquota dello scaglione da 28.001 fino a 55.000 euro, attualmente del 38 per cento, ma dovrebbe essere rivista, in virtù non solo di recupero di gettito ma anche di equità, quella dai 75.000 euro in su, che potrebbe passare per i redditi superiori ai 200.000 euro al 45 per cento, come già in altri Paesi europei.”

Per quanto riguarda l’IRAP, si chiarisce invece quanto segue:

“cancellare un’imposta che ha nella base imponibile il costo del lavoro, ancorché ridotto negli anni, ed il costo dei finanziamenti per investimenti, sarebbe solo un atto di civiltà. Comprendendo però la necessità di affrontare gradualmente tale intervento, a causa delle scarse risorse finanziarie, si ritiene non più rinviabile l’annullamento per le micro imprese ed i professionisti e l’accorpamento, con riduzione, all’ IRES per gli enti e società di capitale (IRES che gradualmente dal 2008 in poi è stata ridotta di nove punti passando dal 33 al 24 per cento). Con tale intervento, oltre alla riduzione della pressione fiscale si semplificherebbero le dichiarazioni dei redditi di imprese e lavoratori autonomi che non dovrebbero più rideterminare un imponibile specifico per l’applicazione dell’IRAP.”

Infine, per quanto riguarda i bonus edilizi, la memoria mette in evidenza che è necessario:

“individuare una percentuale di incentivo di carattere strutturale e stabile per gli interventi edilizi volti alla tutela dell’ambiente e della sicurezza. Bisogna riflettere sul continuo utilizzo di bonus e detrazioni, che costringono il legislatore a continui interventi per arginare le truffe e trovare copertura finanziaria, creando situazioni di blocco nonché di estrema difficoltà nella gestione degli investimenti su immobili. Occorre inoltre ridurre il peso burocratico sui bonus, evitando, ad esempio, costosi controlli formali sui documenti che, se le banche dati digitali della P.A. fossero interoperabili, sarebbero superabili con un semplice controllo diretto dei documenti inviati alle varie piattaforme digitali. I bonus denotano un problema relativo alle frodi la cui prevenzione è necessaria, ma non a scapito dei contribuenti e delle imprese corrette, come invece è avvenuto con l’emanazione del decreto antifrode (d.l.157/2021) con effetti retroattivi e con complicazioni burocratiche che di fatto vanificano i bonus sugli interventi edilizi minori.”

Tra gli altri punti presi in considerazione, nell’ottica di favorire la semplificazione, ci sono i seguenti:

  • il rafforzamento dello Statuto del contribuente con divieto inderogabile circa la retroattività delle norme;
  • la possibilità di compensare crediti e debiti tributari tra i componenti del nucleo familiare definito “...una sorta di consolidato fiscale famigliare...”;
  • la semplificazione delle compensazioni dei crediti per imprese e persone fisiche;
  • la semplificazione deposito di atti presso le CCIAA.

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