Nuove misure su coronavirus: il dpcm 8 marzo ha “dimenticato” le scadenze fiscali?

Rosy D’Elia - Scadenze fiscali

Nuove misure su coronavirus: perché il dpcm 8 marzo non interviene sulle scadenze fiscali? Si procede per priorità. L'emergenza ha imposto ulteriori disposizioni immediate per prevenire il contagio e non appesantire ulteriormente il sistema sanitario. Gli interventi su adempimenti, termini procedimentali e processuali probabilmente arriveranno in un secondo momento. E dal Fisco c'è da attendersi flessibilità.

Nuove misure su coronavirus: il dpcm 8 marzo ha “dimenticato” le scadenze fiscali?

Nuove misure su coronavirus: perché il dpcm, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, datato 8 marzo non interviene sulle scadenze fiscali? È questa la domanda che si stanno facendo in tanti. Ma probabilmente la risposta è nella natura stessa della situazione: l’emergenza impone una scala di priorità, in cima c’è la necessità di contenere il contagio ed evitare di appesantire ulteriormente il sistema sanitario.

Da questo presupposto nascono le misure dell’ultimo decreto firmato da Giuseppe Conte. Tutto il resto, seppur importante, per forza di cose viene dopo.

Appare verosimile, infatti, pensare che le istruzioni su tempi e modalità per far fronte agli appuntamenti col Fisco arriveranno in un secondo momento.

Nuove misure su coronavirus: perché il dpcm 8 marzo non interviene sulle scadenze fiscali?

Se il decreto legge numero 9 del 2 marzo dedica i primi articoli del Capo I proprio alla sospensione e proroga dei termini, il dpcm firmato dal presidente del Consiglio dei Ministri l’8 marzo non interviene sulle scadenze fiscali.

E fa già discutere gli addetti ai lavori e i contribuenti che, anche oltre i confini della zona rossa, sono chiamati a stravolgere la routine quotidiana per effetto dei provvedimenti adottati.

“È evidente che, alla luce delle disposizioni emanate oggi dalla Presidenza del Consiglio con decreto, è ormai indifferibile un provvedimento a carattere generale per l’intero territorio nazionale che, oltre a sospendere i termini di tutti i versamenti e gli adempimenti tributari, contributivi e assistenziali, sospenda altresì tutti i termini procedimentali e processuali, nonché i termini legali connessi alle procedure esecutive in corso, prevedendo una moratoria anche nella riscossione ordinaria, straordinaria, coattiva e in pendenza di giudizio. Urgente anche la proroga dei termini per la convocazione delle assemblee di approvazione dei bilanci societari e dei consuntivi degli enti pubblici e privati”.

A portare l’attenzione sulla necessità di un intervento per rivedere il calendario di impegni col Fisco, e non solo, in tutta Italia è il presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti Massimo Miani con la nota dell’8 marzo.

Si tratta di una richiesta che probabilmente sarà accolta quanto prima, in un nuovo testo. Il dpcm dell’8 marzo non chiude gli interventi sull’emergenza Coronavirus, ma stabilisce nuove regole sulla priorità assoluta: limitare il contagio.

Nel frattempo, infatti, si continua a lavorare per adottare nuove misure sugli effetti trasversali della crisi epidemiologica in tutta Italia, in cui anche le scadenze fiscali dovrebbero avere il loro posto.

In questa settimana dovrebbe arrivare, intanto, anche il pacchetto di aiuti per famiglie e imprese per un valore di 7,5 miliardi di euro.

Nel dpcm 8 marzo nessuna proroga o sospensione delle scadenze fiscali: si avvicina il saldo IVA

Tornando sul fronte del Fisco, l’appuntamento che genera più dubbi e su cui contribuenti e addetti ai lavori chiedono delucidazioni è la scadenza del 16 marzo per il versamento del saldo IVA che deriva dalla dichiarazione annuale del 2019.

Per i titolari di partita IVA la liquidazione annuale dell’imposta sul valore aggiunto è un appuntamento importante e imminente, su cui si addensa una nuvola di incertezze.

Anche se non dovesse arrivare per tempo una sospensione o una proroga, è molto probabile che sulle scadenze fiscali di questo periodo di emergenza nazionale si possa beneficiare di una certa flessibilità.

D’altronde anche in caso di ritardi, c’è la possibile via della rimessione in termini: una modalità già adottata di recente dall’Agenzia delle Entrate.

“L’Agenzia delle entrate, in considerazione dei recenti eventi meteorologici eccezionali, comunica che sarà valutata la disapplicazione per causa di forza maggiore delle sanzioni previste per ritardi nell’effettuazione degli adempimenti tributari, anche in relazione ad eventuali provvedimenti che potranno individuare le aree interessate da tali eventi.”

Così si legge nel comunicato stampa del 27 febbraio 2018 pubblicato a ridosso della scadenza della comunicazione delle liquidazioni Iva trimestrali del quarto trimestre del 2017.

Poco più di due anni fa l’Amministrazione finanziaria mostrava il suo volto più flessibile: al tempo l’Italia era coperta dalla neve, un’emergenza con un impatto di gran lunga più debole rispetto a quello della crisi epidemiologica del Coronavirus.

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