Appalti pubblici e Covid, ANAC: maggiore flessibilità per le imprese in difficoltà

Eleonora Capizzi - Pubblica Amministrazione

Appalti pubblici e crisi Covid: l'ANAC, con il comunicato del 13 aprile 2021, raccomanda alle stazioni appaltanti una maggiore flessibilità per agevolare il più possibile la partecipazione delle imprese che sono in difficoltà a causa della pandemia.

Appalti pubblici e Covid, ANAC: maggiore flessibilità per le imprese in difficoltà

Appalti pubblici e crisi Covid: è indispensabile che le stazioni appaltanti adottino una maggiore flessibilità per permettere alle imprese, in difficoltà a causa della pandemia, di partecipare alle gare.

Con il comunicato del 13 aprile 2021 l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) invita le Pubbliche Amministrazioni ad allargare le maglie dei requisiti di accesso, sempre nel rispetto della normativa di riferimento, al fine di facilitare la partecipazione alle gare per la fornitura di servizi.

In particolare, in considerazione del capillare squilibrio finanziario che affligge diversi settori produttivi in tempo di Covid, si raccomanda una valutazione più tollerante dei requisiti di capacità economica finanziaria e di capacità tecnica.

Appalti pubblici e Covid: l’ANAC suggerisce maggiore flessibilità per le imprese in difficoltà

La pandemia ha impattato sensibilmente su gran parte dei settori produttivi, pertanto, l’ANAC ha voluto fornire dei suggerimenti consoni alla situazione per la predisposizione di bandi di gara, sempre nella cornice della disciplina di riferimento.

ANAC comunicato del 13 aprile 2021
scarica il comunicato stampa su impatto dell’emergenza sanitaria da Covid-19 sui requisiti di partecipazione alle procedure di affidamento

Si tratta, infatti, di raccomandazioni rivolte alle stazioni appaltanti affinché favoriscano il più possibile la partecipazione alle gare pubbliche da parte delle imprese.

Con il comunicato del 13 aprile 2021 l’Autorità, innanzitutto, raccomanda di valutare attentamente la necessità di richiedere la dimostrazione dei requisiti di capacità economica e finanziaria, per i servizi che più sono stati interessati dalle misure di contenimento all’emergenza sanitaria.

Un’esibizione che, quando sollecitata, riguarda il fatturato minimo annuo per il triennio precedente la gara (Allegato XVII del Codice degli Appalti, lett. c) e che, ad oggi, ricomprenderebbe gli anni 2020 e 2021 nel corso dei quali si sono visti di più gli effetti della crisi economica.

Qualora le stazioni appaltanti ritengano, comunque, necessario richiedere la dimostrazione di un fatturato minimo annuo, sarebbe opportuno che il valore del fatturato richiesto fosse inferiore a quello massimo consentito dalla norma, ossia al doppio dell’importo a base d’asta”.

Si legge nel Comunicato con riferimento all’articolo 83, comma 5 del Codice degli Appalti. che fissa, appunto, il tetto massimo del fatturato al doppio del valore stimato dell’appalto.

Appalti pubblici e Covid, flessibilità riguardo a servizi prestati negli anni precedenti

L’ANAC, tra i suggerimenti destinati alle stazione appaltanti, non può fare a meno di evidenziare come negli ultimi due anni si siano, di fatto, congelate gran parte delle attività imprenditoriali per via delle misure restrittive di contrasto al contagio.

Anche l’ulteriore requisito dei servizi prestati negli anni precedenti all’indizione della gara per valutare la capacità tecnica delle imprese, pertanto, deve essere rivisto in un’ottica di maggiore flessibilità.

Atteso che la mancata erogazione dei servizi può avere impatto anche sulla dimostrazione dei principali servizi effettuati negli ultimi tre anni, si ricorda che l’Allegato XVII, parte II, del Codice dei contratti pubblici specifica che per assicurare un livello adeguato di concorrenza, le amministrazioni aggiudicatrici possono precisare che sarà preso in considerazione la prova relativa a forniture o a servizi forniti o effettuati più di tre anni prima ”.

Riporta l’ultima parte del comunicato del 13 aprile.

L’ANAC, quindi, proprio per favorire la massima partecipazione delle imprese, raccomanda alle Pubbliche Amministrazioni di non focalizzarsi unicamente sulle attività svolte nei tre anni antecedenti poiché risulteranno, di certo, condizionate dalla congiuntura economica innescata dalla pandemia, ma di prendere in considerazione anche i periodi precedenti.

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