Pubblica Amministrazione: ai sindacati non piace la Legge di Bilancio 2021

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Pubblica Amministrazione, giudizi negativi sulla Legge di Bilancio 2021 per quanto riguarda la mancanza di un piano straordinario di nuove assunzioni e per il fatto che non viene garantito il turn over del personale in uscita al 100%. Critiche anche sullo smart working e sulla scarsa capacità di proteggere il lavoratori pubblici dal virus, soprattutto nel settore sanitario.

Pubblica Amministrazione: ai sindacati non piace la Legge di Bilancio 2021

La Legge di Bilancio 2021 non piace ai sindacati della Pubblica Amministrazione, nonostante gli sforzi di rassicurazione della responsabile della Funzione pubblica Fabiana Dadone che battono sui soliti punti dolenti: assunzioni, smart working e sicurezza dei lavoratori pubblici nel contesto della pandemia da Sars-CoV-2.

“Chiuso l’esame della #manovra alla Camera” - aveva infatti twittato il ministro lo scorso 27 dicembre sul suo profilo personale - “aiutiamo famiglie, imprese e lavoratori in difficoltà. Rafforziamo il Reddito di cittadinanza, estendiamo il Superbonus, abbassiamo le tasse sul lavoro e prevediamo oltre 60.000 assunzioni in più per la PA”.

La dichiarazione in questione è venuta solo qualche giorno dopo l’ennesima apprezzamento negativo proveniente da Cgil, Cisl e Uil che rilevavano la mancanza di un piano di assunzioni a fronte del progressivo impoverimento del lavoro pubblico avvenuti negli ultimi anni.

Legge di Bilancio 2021: dopo lo sciopero del 9 dicembre, rimangono i nodi delle risorse per le assunzioni

È da tempo che i rapporti tra il Dipartimento della funzione pubblica (e quindi il governo) e i sindacati di categoria sono tesi. Il 9 dicembre i confederali avevano anche indetto uno sciopero di tutti i servizi pubblici.

Al centro di quella mobilitazione vi era la scarsità di risorse messe a disposizione dal governo per il rinnovo dei contratti pubblici (altro tema caldissimo), ma anche l’insufficienza degli investimenti previsti per le nuove assunzioni.

Ora l’ok alla Legge di Bilancio 2021 non sembra aver fatto cambiare idea alle organizzazioni sindacali. Qualche giorno prima dell’approvazione definitiva da parte della Camera, si leggeva in una nota unitaria dei tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil:

“I settori pubblici soprattutto in questa fase devono essere rafforzati per contrastare il progressivo impoverimento a cui negli anni che abbiamo alle spalle sono stati sottoposti, per questa ragione, appare non più rinviabile, un piano di assunzioni che consenta soprattutto nei settori più esposti – sanità e istruzione e servizi educativi in particolare - di rispondere agli effetti più pesanti dell’emergenza sanitaria e sociale.”.

Tra le critiche indirizzate a Palazzo Chigi e alla Dadone c’è appunto la mancanza di un piano di assunzioni straordinario, dato che al momento non sembra coperto nemmeno il turn over del personale in uscita al 100%.

Smart working e sicurezza, le altre spine per il Governo

Il lavoro agile e la sicurezza dei lavoratori del comparto pubblico sono gli altri due elementi di debolezza della Legge di Bilancio 2021 e al centro della critica sindacale.

In particolare, in materia di smart working le organizzazioni sindacali non hanno mai accettato quello che definiscono il potere discrezionale dei dirigenti che scavalcherebbe il livello della contrattazione e i mancati investimenti sulla digitalizzazione che verrebbero invece sostituiti con la disponibilità dei lavoratori all’impiego di proprie strumentazioni.

Disimpegno, quindi, da parte del governo che il sindacato Fp Cgil registra anche su un tema molto caldo come quello della sicurezza in un contesto come quello della pandemia da Coronavirus soprattutto (ma non solo) per gli operatori della sanità:

“Lavoratrici e lavoratori” - dichiara l’organizzazione di categoria - “che stanno registrando un tasso di contagiosità al virus molto alto e che andrebbero garantiti e protetti proprio in una fase molto delicata del nostro paese, nella quale stiamo provando ad affrontare la nuova ondata”.

Insomma l’approvazione della manovra di bilancio non sembra affatto aver rasserenato il clima tra Governo e sindacati: tutt’altro.

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