Partite IVA «apri e chiudi»: dall’Agenzia delle Entrate le modalità di controllo per le nuove aperture

Francesco Rodorigo - Imposte

L'Agenzia delle Entrate definisce i criteri e le modalità di controllo in seguito all'apertura di nuove partite IVA. In caso di rischio, se il richiedente non si presenta di persona dopo l'invito dell'Agenzia o non fornisce adeguati chiarimenti, scatta la cessazione della partita IVA e la sanzione di 3.000 euro

Partite IVA «apri e chiudi»: dall'Agenzia delle Entrate le modalità di controllo per le nuove aperture

Partono i controlli per l’apertura di nuove partite IVA, previsti dalla Legge di Bilancio 2023.

L’obiettivo è quello di contrastare l’evasione fiscale, soprattutto la pratica delle cosiddette “partite IVA apri e chiudi”, adottando nuovi criteri e modalità di controllo e di analisi del rischio per verificare i dati forniti dai contribuenti per il rilascio di nuove partite IVA.

I dettagli sono stati definiti dall’Agenzia delle Entrate tramite il provvedimento pubblicato il 17 maggio 2023.

Il contribuente che non si presenta personalmente dopo la convocazione da parte dell’Agenzia e non fornisce adeguati chiarimenti oppure la documentazione richiesta viene punito con una sanzione da 3.000 euro e la cessazione della partita IVA.

Partite IVA “apri e chiudi”: dall’Agenzia delle Entrate le modalità di controllo per le nuove aperture

La Legge di Bilancio 2023, tra le misure di contrasto all’evasione fiscale, ha previsto una intensificazione dei controlli per arginare in particolar modo il fenomeno delle cosiddette partite IVA apri e chiudi.

Si tratta della pratica per cui società e professionisti, che richiedono l’apertura della partita IVA, cessano l’attività prima di versare le imposte dovute.

In attuazione di quanti previsto all’articolo 1, comma 148 della Manovra, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il 17 maggio 2023 il provvedimento n. 156803 con i criteri, le modalità e i termini per l’analisi del rischio e il controllo per l’apertura di nuove partite IVA.

In particolare, tramite apposite analisi dei rischi, si intensificano i controlli già previsti dall’articolo 35, comma 15 bis del decreto IVA (DPR n. 633/1972) volti all’accertamento dei requisiti soggettivi e/o oggettivi e di eventuali violazioni. In questo modo si intende individuare tempestivamente i soggetti che mostrano criticità o anomalie.

La valutazione è orientata principalmente su elementi di rischio:

  • riconducibili al titolare della ditta individuale, al lavoratore autonomo o al rappresentante legale di società, associazione o ente, con o senza personalità giuridica;
  • relativi alla tipologia e alle modalità di svolgimento dell’attività, rispetto ad anomalie economico-contabili nell’esercizio della stessa, strumentali a gravi o sistematiche condotte evasive;
  • relativi alla posizione fiscale del soggetto titolare della partita Iva, per il quale emergano gravi o sistematiche violazioni delle norme tributarie.

Questi sono determinati sulla base del confronto di dati e informazioni disponibili nelle banche dati dell’Agenzia e di quelli acquisiti da altre banche dati e fonti informative.

Agenzia delle Entrate - Provvedimento del 17 maggio 2023
Criteri, modalità e termini per l’analisi del rischio ed il controllo delle nuove partite Iva, in attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 35, commi 15-bis.1 e 15-bis.2 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, introdotti dalla Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di Bilancio 2023)

Partite IVA “apri e chiudi”: come funzionano i controlli e quali sono le sanzioni

I titolari di partita IVA che presentano gli elementi di rischio individuati, vengono inviati dall’Agenzia a presentarsi di persona presso l’ufficio competente, secondo le modalità e i tempi previsti dall’ordinamento tributario, per verificare la propria posizione.

Questi, inoltre, sono tenuti a fornire tutti i chiarimenti necessari e a mostrare la documentazione richiesta.

Se il contribuente non si presenta in seguito alla convocazione oppure non fornisce gli elementi necessari a dimostrare l’infondatezza del rischio, l’Agenzia provvede a notificare allo stesso il provvedimento di cessazione della partita IVA e lo sanziona con una penale da 3.000 euro.

Accedendo al servizio di verifica della partita IVA dalla sezione dedicata del sito dell’Agenzia delle Entrate sarà possibile monitorare l’eventuale cessazione della partita IVA. Tutti gli operatori, dunque, potranno controllare se se nei confronti di un proprio fornitore o di un proprio cliente sia stato emesso un provvedimento di cessazione.

Per riaprire la partita IVA, il contribuente dovrà presentare una polizza fideiussoria o una fideiussione bancaria di tre anni non inferiore a 50.000 euro.

Nel caso in cui siano state commesse violazioni fiscali prima dell’emanazione del provvedimento di cessazione, l’importo della fideiussione deve essere pari alle somme ancora dovute se superiori a euro 50.000.

Il fac simile del documento è disponibile in allegato al provvedimento dell’Agenzia e disponibile di seguito.

Agenzia delle Entrate - Provvedimento del 17 maggio 2023 - Allegato 1
Fac-simile polizza fideiussoria

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