ODV: definizione e caratteristiche

Cristina Cherubini - Associazioni

ODV, organizzazione di volontariato: dalla definizione alle caratteristiche peculiari. Il codice del terzo settore ha previsto delle nuove e specifiche categorie entro cui far rientrare le associazioni che comporranno il RUNTS. Una panoramica su questa particolare categoria di ETS che si fonda sulla figura del volontario.

ODV: definizione e caratteristiche

Che cos’è una ODV, organizzazione di volontariato? È una delle nuove tipologie di forme associative che fanno parte del mondo del terzo settore, insieme ad APS, enti filantropici, imprese sociali, reti associative e le società di mutuo soccorso.

Una panoramica sulla tipologia di ente che ruota attorno alla figura del volontario: dalla definizione alle caratteristiche.

Le diverse forme associative sono disciplinate dal d.lgs 117/2017 all’interno del titolo V artt. 32-44 “di particolari categorie degli enti del terzo settore”. La prima categoria che viene descritta dal legislatore è proprio l’organizzazione di volontariato, abbreviata in ODV.

Tale tipologia associativa nasce con l’intento di comprendere quelle che una volta erano le organizzazioni a cui veniva tipicamente attribuita anche la qualifica fiscale di ONLUS.

ODV: definizione

L’organizzazione di volontariato, conosciuta anche con l’abbreviazione di ODV, è disciplinata dal Capo I, Titolo V del d.lgs 117/2017, in particolare dagli articoli 32-34.

Il legislatore ha fornito la presente definizione per tale forma associativa, al comma 1 dell’art. 32, “le organizzazioni di volontariato sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta, da un numero non inferiore a sette persone fisiche o a tre organizzazioni di volontariato, per lo svolgimento prevalentemente in favore di terzi di una o più attività di cui all’articolo 5, avvalendosi in modo prevalente delle prestazioni dei volontari associati.

All’interno del presente articolo vi sono alcuni elementi fondamentali, su cui è necessario soffermarsi al fine di poter ben delineare le caratteristiche proprie di una ODV.

L’art. 32 tratta infatti della forma giuridica che l’ODV può assumere, della gestione e dell’organizzazione al suo interno implementabile, dell’attività da essa esercitabile e della tipologia di soggetti che devono farne parte.

L’ODV è costituita in forma di associazione, le origini di tale dizione si riscontrano all’interno del Titolo II del codice civile, volgarmente per essa si intente infatti un “gruppo di persone fisiche riunite ed organizzate per conseguire uno scopo comune, consistente in un fine altruistico o in un vantaggio per gli associati”.

Di base quindi l’ODV si conferma un ente associativo, un’organizzazione di persone, costituita in forma riconosciuta o non riconosciuta.

Il riconoscimento di cui si parla in questo caso è relativo alla personalità giuridica che un’associazione può richiedere agli organi preposti, al fine di potersi garantire una più chiara definizione delle responsabilità ed un’autonomia patrimoniale perfetta.

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ODV: caratteristiche dell’organizzazione di volontariato

Per quanto riguarda l’aspetto gestionale dell’ODV invece la norma impone un numero minimo di componenti che si declina in due distinte possibilità, differenziate sulla base della tipologia di partecipanti.

Nel caso in cui difatti si tratti di persone fisiche, il numero minimo è di sette persone, se invece è composta da altri enti ne bastano tre.

L’ODV formata prevalentemente da persone, o da enti del terzo settore, si costituisce al fine di poter raggiungere uno scopo, un fine solidaristico, di pubblica utilità.

Il codice del terzo settore ha riunito all’interno dell’art. 5, 26 attività considerate di “interesse generale”, tra le quali le associazioni devono configurare quella da loro principalmente esercitata, potendo però successivamente aggiungere, sempre all’interno dello statuto, ulteriori attività considerate “diverse” necessarie al raggiungimento degli obiettivi sociali e strumentali quindi a quella principale disciplinata appunto dall’art. 5.

Infine una delle componenti fondamentali riguarda proprio il ruolo dei “volontari associati” all’interno di una ODV.

Difatti il nome della categoria di associazione organizzazione di volontariato è funzionale alla focalizzazione dell’utente sull’elemento essenziale, fulcro del senso proprio della presente tipologia associativa.

Il ruolo del volontario e la natura della figura e del significato che essa riveste all’interno del mondo del terzo settore è un argomento di vasto interesse, che merita un approfondimento specifico.

Il codice del terzo settore introduce infatti numerose limitazioni ma anche nuove possibilità, andando ad alleggerire ad esempio la modalità di remunerazione dei rimborsi da parte delle associazioni nei confronti dei volontari attivi.

L’organizzazione di volontariato è quindi una forma associativa, composta da persone o da enti del terzo settore, costituita al fine di raggiungere uno scopo solidaristico, perseguendo una o più attività di interesse generale, e attività diverse strumentali a quella principale, per lo svolgimento delle quali si avvale prevalentemente di volontari.

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