Limite contanti a 2.000 euro fino al 31 dicembre 2022: come cambia il tetto ai pagamenti

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Fino al 31 dicembre 2022 il limite all'uso dei contanti è pari a 2.000 euro. Dal prossimo anno si scenderà a 1.000 euro, ma il Governo Meloni ha annunciato di voler intervenire sul tetto ai pagamenti. L'ipotesi è che si passi a 3.000 o a 10.000 euro.

Limite contanti a 2.000 euro fino al 31 dicembre 2022: come cambia il tetto ai pagamenti

Limite ai contanti fissato a 2.000 euro fino al 31 dicembre 2022, ma dal prossimo anno sono attese ulteriori novità.

La stretta all’uso del denaro contante potrebbe essere rivista: se da un lato è già prevista una nuova riduzione del limite ai pagamenti in contante dal 1° gennaio 2023, dall’altro il Governo Meloni ha annunciato di voler modificare le regole.

Per cercare di capire come funzionano i limiti ai pagamenti in contanti e cosa potrebbe cambiare, partiamo dalle regole vigenti ad oggi.

Con la legge di conversione del decreto Milleproroghe n. 228/2021 è stato fissato a 2.000 euro il tetto massimo per i pagamenti con denaro contante per l’anno in corso. Dal 1° gennaio 2023 è prevista la riduzione del limite a 1.000 euro.

Secondo le regole vigenti quindi, a partire dal 2023 non sarà possibile effettuare pagamenti in contanti per un importo superiore a 1.000 euro, 999,99 euro per la precisione.

Limite contanti a 2.000 euro fino al 31 dicembre 2022: come cambia il tetto ai pagamenti

È per ragioni di interesse pubblico che in Italia il limite all’uso dei contanti è stato progressivamente ridotto, per arrivare alla soglia massima di 1.000 euro.

Si tratta dell’ultima tappa di un percorso per fasi disegnato dal decreto legge fiscale n. 124/2019 che, all’articolo 18, ha previsto:

  • la riduzione dell’importo massimo dei pagamenti in contanti da 3.000 a 2.000 euro a partire dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021;
  • la riduzione da 2.000 a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio 2022.

Ed è sull’ultimo punto che è stata prevista l’ultima modifica, in sede di conversione del decreto Milleproroghe.

Al comma 6-septies dell’articolo 3 si legge che:

“All’articolo 49, comma 3-bis, del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, in materia di limitazioni all’uso del contante, le parole: 31 dicembre 2021 sono sostituite dalle seguenti: 31 dicembre 2022, e le parole: 1° gennaio 2022 sono sostituite dalle seguenti: 1° gennaio 2023.”

La modifica ha interessato quanto previsto dal decreto legislativo n. 231/2007, e in particolare dall’articolo 49 in materia di limitazione all’uso del denaro contante, che dispone:

  • il divieto di trasferimento di denaro contante e titoli al portatore in euro o valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, per un valore pari o superiore a 2.000 euro per il 2022 (1.000 euro dal il 2023). Il trasferimento superiore al predetto limite, quale che ne sia la causa o il titolo, è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti, inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati.
  • il divieto di negoziazione a pronti di mezzi di pagamento in valuta per un valore superiore a 2.000 euro nel 2022, ridotto a 1.000 euro dal 1° gennaio 2023.

Limite contanti, il Governo Meloni punta a portarlo a 3.000 o 10.000 euro dal 1° gennaio 2023

Sui limiti previsti in materia di utilizzo di denaro contante si attendono però novità, e la discesa del tetto massimo a 1.000 euro dal 1° gennaio 2023 sembra essere vicina all’eliminazione.

Questo quanto affermato prima da esponenti del Governo e poi dallo stesso Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che nel discorso in Senato del 26 ottobre ha annunciato l’intenzione di aumentare il valore massimo dei pagamenti cash.

Per la Lega il limite dovrebbe salire fino a 10.000 euro, ma una delle ipotesi emerse nelle ultime ore è che il tetto massimo possa aumentare ma non di troppo rispetto a quanto previsto fino al 31 dicembre 2022, arrivando quindi a 3.000 euro.

Si tratterebbe dell’ennesimo intervento su un tema controverso, che oltre ad intercettare la tematica della lotta all’evasione fiscale si inserisce anche nell’ambito delle misure volte a favorire la digitalizzazione dei pagamenti.

L’analisi dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo in Italia, pubblicata il 12 giugno 2019 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, confermava che l’uso del contante rappresenta un fattore di rischio per il riciclaggio e l’evasione fiscale.

Motivo per il quale i Governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni hanno messo mano alla normativa, riducendo progressivamente la soglia dei pagamenti:

Periodo temporaleLimite pagamento contanti
1° gennaio 2002 - 25 dicembre 2002 10.329,14 euro
26 dicembre 2002 - 29 aprile 2008 12.500 euro
30 aprile 2008 - 24 giugno 2008 4.999,99 euro
25 giugno 2008 - 30 maggio 2010 12.499,99 euro
31 maggio 2010 - 30 agosto 2011 4.999,99 euro
31 agosto 2011 - 5 dicembre 2011 2.499,99 euro
6 dicembre 2011 - 31 dicembre 2015 999,99 euro
1° gennaio 2016 - 30 giugno 2020 2,999,99 euro
1° luglio 2020 - 31 dicembre 2022 1.999 euro
Dal 1° gennaio 2023 (salvo novità) 999,99 euro

Una serie di interventi sui quali però si prospetta un passo indietro, con l’ipotesi di tornare alla soglia prevista fino al mese di giugno del 2020, o nell’ipotesi più estrema a quanto previsto nel 2002. Si resta in ogni caso in attesa di conferme, ed è con la Legge di Bilancio 2023 che potrebbero arrivare novità.

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