Lavoro domestico: la deducibilità totale del costo di colf e badanti farebbe risparmiare le famiglie

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Secondo Assindatcolf la soluzione all'aumento dei costi per il lavoro di colf e badanti è la deducibilità totale e non solo di una parte dei contributi. Un'ipotesi che garantirebbe alle famiglie risparmi anche fino a 5.000 euro annui e che favorirebbe l'emersione del lavoro nero

Lavoro domestico: la deducibilità totale del costo di colf e badanti farebbe risparmiare le famiglie

I costi che le famiglie devono sostenere per il lavoro domestico sono cresciuti nel 2023 per via degli aumenti retributivi e dell’inflazione e sono destinati a salire ancora nel 2024.

Una deducibilità totale dei costi, spiega l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico (Assindatcolf), porterebbe le famiglie a risparmiare tra i 2.000 e i 5.000 euro ogni anno e al contempo favorirebbe anche l’emersione del lavoro nero.

Attualmente, infatti, i datori di lavoro domestico possono beneficiare solamente della una deduzione dei contributi in dichiarazione dei redditi nel limite di 1.549,37 euro.

Una soglia che sarebbe dovuta salire a 3.000 euro ma il provvedimento che lo stabiliva non è stato incluso nella versione definitiva del decreto lavoro.

Lavoro domestico: la deducibilità totale del costo di colf e badanti farebbe risparmiare le famiglie

In base alle stime elaborate da Assindatcolf, l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, se le famiglie che impiegano colf e badanti potessero portare in deduzione non solo una parte dei contributi ma tutto il costo del lavoro, potrebbero arrivare a risparmiare tra i 2.000 e i 5.000 euro l’anno.

Come si legge nel comunicato stampa pubblicato il 18 maggio, il report a cura di Effe (European Federation for Family Employment & Home Care) è stato presentato in occasione dell’eventoLavoro domestico, non autosufficienza e natalità in Europa: modelli a confronto”.

Le famiglie già da gennaio 2023 si trovano a dover sostenere costi più elevati per il lavoro domestico, dati gli aumenti delle buste paga di colf, badanti e baby sitter, scattati appunto a inizio anno, e che si sommano a quelli legati all’inflazione.

Attualmente, infatti, i datori di lavoro domestico possono portare in deduzione nella dichiarazione dei redditi solamente una parte dei contributi versati, per un massimo di 1.549,37 euro. Chi ha diritto anche alle detrazioni, come ad esempio nel caso di una badante assunta a tempo pieno per assistere una persona non autosufficiente, può beneficiare della detrazione del 19 per cento della retribuzione.

Secondo quanto riportato dall’Associazione, però, una deducibilità totale dei costi del lavoro e non solo quella parziale per i contributi, garantirebbe consistenti risparmi alle famiglie, dai 2.000 e i 5.000 euro l’anno a seconda delle fasce di reddito, contrastando efficacemente gli aumenti retributivi e contributivi, destinati a salire ancora nel 2024.

Inoltre, un intervento in questa direzione eviterebbe anche pesanti ricadute sul lavoro irregolare, in un settore già fortemente caratterizzato dal lavoro nero. La possibilità di scontare dalla tasse le somme versate, infatti, darebbe una spinta all’emersione.

Sono molti gli effetti positivi, dunque, che potrebbero giustificare i costi elevati di una simile operazione.

Lavoro domestico: colf e badanti fuori dalle agevolazioni del decreto Lavoro

Il raddoppio della soglia di deducibilità dei contributi era una delle misure inizialmente previste dal nuovo decreto lavoro 2023 e che non ha visto la luce perché tagliata dal testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Secondo quanto previsto nelle bozze del testo, infatti, la soglia dei 1.549,37 euro sarebbe dovuta salire a 3.000 euro, non al livello di una deducibilità totale ma comunque il doppio del beneficio attuale.

Altra misura esclusa dal testo ufficiale del decreto lavoro è la possibilità per i lavoratori domestici di richiedere la sorveglianza sanitaria, senza alcun onere da parte delle famiglie.

Lavoratori domestici, che sono anche tagliati fuori dai bonus assunzione previsti per i giovani NEET under 30 e dal nuovo taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi.

“Per evitare pesantissime ricadute, anche sul lavoro irregolare, chiediamo al Governo un intervento urgente, soprattutto alla luce del recente mancato raddoppio della soglia di deducibilità dei contributi nel Dl Lavoro ed in previsione della predisposizione della nuova legge fiscale.”

Queste le parole di Andrea Zini, presidente di Assindatcolf.

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