ISCRO 2024: le novità in cantiere

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Rinnovo dell'ISCRO per il 2024? La misura è allo studio del Governo, nonostante lo scarso utilizzo rispetto alle previsioni. Novità potrebbero arrivare con la Legge di Bilancio. Si lavora anche a modifiche dei requisiti

ISCRO 2024: le novità in cantiere

Quali novità sono in cantiere per l’ISCRO 2024? Si valuta la proroga dell’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, il trattamento di integrazione salariale per i lavoratori autonomi inscritti alla Gestione separata dell’INPS.

La misura, introdotta in via sperimentale nel triennio 2021-2023, non ha riscosso il successo sperato, come emerso dal tavolo riunito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali a cui hanno partecipato ieri i sindacati e le associazioni di categoria.

Le domande inviate (e accolte dall’INPS) sono state inferiori rispetto alle stime.

Ad incidere sulla scarsa fruizione dello strumento sarebbero i requisiti eccessivamente stringenti, condizioni che potrebbero essere modificate a partire dal prossimo anno, in caso di rinnovo dell’ISCRO anche per il 2024.

L’allungamento dell’agevolazione potrebbe arrivare con la Legge di Bilancio ai blocchi di partenza.

ISCRO: rinnovo per l’agevolazione nel 2024?

L’ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa per i soggetti iscritti alla Gestione separata dell’INPS, si avvicina al termine.

La misura è stata introdotta in via sperimentale dalla Legge di Bilancio 2021 per il triennio 2021-2023.

La domanda 2023 dovrà essere inviata entro il 31 ottobre prossimo, al netto di un possibile rinnovo all’interno della Legge di Bilancio 2024.

Ieri, 19 settembre, si è riunito il tavolo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a cui hanno partecipato anche i sindacati e le associazioni di categoria, come previsto dalla legge 4/2013.

L’agevolazione è stato il tema centrale del confronto. In linea di massima è emerso uno scarso utilizzo, come già messo nero su bianco dall’ultimo rapporto annuale dell’INPS, che sottolineava quanto di seguito riportato:

“Nel 2021 e nel 2022 si sono avuti rispettivamente circa 3.800 e 900 percettori, in entrambi gli anni l’importo medio su dodici mesi è stato di circa 4.000 euro.”

Cifre molto al di sotto delle aspettative, la platea stimata inizialmente era di oltre 40.000 soggetti.

Il contributo è stato finanziato con un’aliquota aggiuntiva ai contributi dovuti dagli iscritti alla gestione separata. Tale aumento è stato pari a 0,26 punti percentuali nel 2021 e 0,51 punti percentuali per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Le risorse hanno superato i fondi richiesti sulla base delle domande accolte.

Lo scarso utilizzo potrebbe essere legato ai requisiti stringenti, che sono riepilogati nella circolare INPS numero 94 del 30 giugno 2021.

Per avere accesso alla misura i soggetti devono rispettare le seguenti condizioni:

  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non essere beneficiari di reddito di cittadinanza di cui al decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26;
  • avere prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all’anno precedente alla presentazione della domanda;
  • avere dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 8.972,04 euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati rispetto all’anno precedente;
  • essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • essere titolari di partita IVA attiva da almeno quattro anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.

Nel rispetto dei requisiti reddituali, l’ISCRO può essere erogata una sola volta nel triennio dopo l’invio e l’accoglimento dell’apposita domanda.

L’importo che può essere corrisposto è compreso tra 250 e 800 euro mensili e la somma viene corrisposta per un massimo di 6 mesi.

Per il prossimo anno è in valutazione un rinnovo dell’agevolazione, con modifiche alle condizioni di accesso.

ISCRO: le possibili modifiche in arrivo con la Legge di Bilancio 2024

Ad anticipare alcune delle modifiche che potrebbero interessare l’ISCRO, nel caso di rinnovo dell’agevolazione per il 2024, è il quotidiano Il Sole 24 Ore.

Uno dei requisiti che potrebbe essere oggetto di modifica è l’iscrizione alla Gestione separata dell’INPS per almeno 4 anni, durata che potrebbe essere ridotta a 2 anni.

Potrebbe inoltre essere innalzato il requisito reddituale per l’accesso all’agevolazione, passando da 8.972,04 euro a 10.000 o 12.000 euro.

Inoltre è in valutazione un ampliamento della fruizione dell’agevolazione, nell’ottica di renderla strutturale.

Tra le modifiche potrebbe esserci la possibilità di richiederla per più anni e non esclusivamente per la singola annualità.

Un rinnovo della misura potrebbe arrivare già con la Legge di Bilancio 2024, il cui iter inizierà a breve con la presentazione della NADEF (la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza) entro il prossimo 27 settembre 2023.

Le modifiche dei requisiti potrebbero richiedere invece più tempo. Il cantiere 2024 è aperto ma al momento il rinnovo è tutt’altro che certo.

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