Forfettari, in arrivo il tax day per le partite IVA

Forfettari alla cassa per il secondo acconto: entro il 1° dicembre 2025 si paga l'imposta sostitutiva dovuta dalle partite IVA, la flat tax del 15 o del 5 per cento. Nessuna chance di rateizzazione o proroga (al momento)

Forfettari, in arrivo il tax day per le partite IVA

Forfettari, è tempo di secondo acconto: la flat tax del 15 per cento, che scende al 5 per cento per le nuove attività, incontra la scadenza del 1° dicembre 2025.

Questa la data del tax day per le partite IVA, chiamate a pagare la seconda o unica quota di acconto dovuta sulla base delle risultanze della dichiarazione dei redditi 2025.

Anche l’imposta sostitutiva dovuta da chi applica il regime forfettario segue il meccanismo del saldo e dell’acconto, e dopo il primo appuntamento di luglio è ora tempo di conti finali.

L’importo dovuto andrà saldato in un’unica soluzione e, al momento, non si intravede la possibilità di beneficiare di forme di rateizzazione e proroga del versamento.

Forfettari, secondo acconto della flat tax in scadenza il 1° dicembre 2025

L’appuntamento con il secondo acconto delle imposte chiama la cassa la generalità dei contribuenti, cioè partite IVA, dipendenti e pensionati. Sono tuttavia imprese e lavoratori autonomi i più coinvolti, tenuti a versare il conto dovuto sempre in autonomia mediante il modello F24.

Fare il punto sulle regole in vista della scadenza ormai prossima è centrale, soprattutto per i contribuenti che applicano il regime forfettario, per i quali sono frequenti i dubbi sulle modalità di pagamento.

Partendo dal termine da annotare, è bene evidenziare che la scadenza canonica del tax day, fissata al 30 novembre, subisce un lieve rinvio per l’anno in corso: cadendo di domenica, è differita in automatico a lunedì 1° dicembre.

Una scadenza che assume un peso di rilievo, non solo perché chiude i conti del 2025 relativamente agli acconti dovuti, sulla base dei dati indicati in dichiarazione, ma anche perché non può essere diluita nel tempo.

Per il secondo acconto 2025 le partite IVA dovranno fare a meno della possibilità di rateizzazione in cinque quote, così come della contestuale proroga al 16 gennaio dell’anno successivo prevista nell’ultimo biennio. Salvo sorprese dell’ultim’ora, non sarà rinnovata la misura introdotta nel 2023 e nel 2024 per i soggetti IRPEF di minori dimensioni.

La flat tax dei forfettari: chi paga il secondo acconto

Dopo una panoramica generale sull’appuntamento del 1° dicembre, è utile un riepilogo delle regole generali per il pagamento della flat tax dei forfettari.

Sulla base di quanto previsto dal comma 64, articolo 1 della legge n. 190/2014, l’imposta sostitutiva del 15 per cento, ridotta al 5 per cento per i primi cinque anni di attività, si paga secondo le regole previste in via generale per il versamento delle imposte sui redditi.

Se il valore della flat tax che emerge dal rigo LM39 del modello Redditi 2025 è inferiore a 51,65 euro l’acconto non è dovuto.

Al contrario, per le somme di valore superiore si applicano le seguenti regole:

  • se il totale dell’acconto non supera i 257,52 euro, si paga in un’unica soluzione entro il 1° dicembre 2025;
  • in caso di importo dovuto superiore a 257,52 euro, l’acconto si paga in due rate, pari al 50 per cento ciascuna per i soggetti ISA:
    • entro il 30 giugno (21 luglio per quest’anno) era dovuto il primo acconto;
    • entro il 1° dicembre 2025 si paga il secondo acconto.

Si ricorda inoltre che l’acconto non è dovuto nel primo anno di attività.

Calcolo storico o previsionale anche per le partite IVA in regime forfettario

Per il calcolo delle somme dovute sono due le modalità da seguire.

In particolare, con il metodo storico, il calcolo dell’imposta si fa prendendo come riferimento l’imposta sostitutiva versata nell’anno precedente.

Adottando il metodo previsionale invece, il calcolo degli acconti viene effettuato sulla base di una previsione del reddito nell’anno in corso. Se il contribuente prevede un reddito inferiore rispetto al periodo d’imposta precedente, gli acconti sono pagati in misura inferiore.

Si tratta quindi di un metodo utile ma anche rischioso: se si paga meno di quanto emergerà successivamente a chiusura d’anno, verrà applicata la sanzione per omesso versamento pari al 25 per cento.

Si evidenzia infine che ai fini del versamento sarà necessario indicare nel modello F24 il codice tributo 1791, relativo per l’appunto al versamento del secondo acconto o dell’acconto in un’unica soluzione.

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