Brevetti e marchi nel mirino delle truffe online, il MIMIT: attenzione alle richieste di pagamento

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Se si riceve una richiesta di pagamento per emissione di attestati di registrazione di marchio d’impresa bisogna fare attenzione: potrebbe essere una truffa. Il MIMIT comunica che anche nel 2024 continuano le richieste fraudolente di pagamento provenienti da diversi indirizzi e-mail ingannevoli

Brevetti e marchi nel mirino delle truffe online, il MIMIT: attenzione alle richieste di pagamento

Il MIMIT segnala nuovi tentativi di truffa relativi a false richieste di pagamento per l’emissione di attestati di registrazione di marchio d’impresa.

Si tratta di una nuova campagna di phishing che sfrutta la comunicazione istituzionale del Ministero e dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi per spingere cittadini e imprese ad effettuare versamenti di denaro verso conti esteri.

Il Ministero invita a prestare la massima attenzione e a segnalare le comunicazioni sospette alla Linea Diretta Anticontraffazione.

Inoltre, ricorda che per le domande di registrazione e rinnovo del marchio, le tasse di deposito si versano solo tramite F24 o PagoPA e al momento del deposito.

Brevetti e marchi d’impresa nel mirino delle truffe, il MIMIT: attenzione alle richieste di pagamento

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’avviso pubblicato sul sito il 4 marzo 2024 informa imprese e cittadini che anche in questi primi mesi del 2024 sono stati registrati nuovi tentativi di truffa online.

Si tratta di una nuova campagna di phishing, cioè di messaggi ingannevoli che provano a riprodurre lo stile delle comunicazioni istituzionali per sfruttarne l’affidabilità e per mettere in atto delle frodi a danno dei cittadini e delle imprese.

Nello specifico, le email segnalate dal MIMIT richiamano le intestazioni di articolazioni del Ministero e dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), così come il cognome e il nome di Dirigenti in servizio presso il medesimo Dicastero.

In allegato alla mail si trova anche un falso “Attestato di registrazione per Marchio di Impresa”.

Una comunicazione che all’apparenza sembra ufficiale e affidabile mentre nella realtà nasconde una richiesta fraudolenta di pagamento.

La tecnica del phishing, infatti, consiste proprio in questo, si confeziona una comunicazione del tutto simile a quella istituzionale per ingannare i destinatari invitandoli a compilare form, a fornire dati personali, ad effettuare pagamenti o a scaricare file malevoli.

Le tasse per la registrazione o il rinnovo del marchio si pagano solo con F24 o con PagoPA, attenzione alle truffe

Le comunicazioni con le richieste fraudolente di pagamento individuate e segnalate, sottolinea il Ministero, provengono da diversi indirizzi e-mail ingannevoli con i seguenti domini:

“@minister.com, @divisione3-uibm.com, @divisione1-uibm.com, @contatto-mimit.com, @ufficio-mimit.com e @marchi-mimit.com.”

Le email in questione chiedono ai destinatari di procedere al versamento di diversi importi, pari alternativamente a 790, 810, 825, 83, 850, 865, 870 1.400, 1.860 e 1.780 euro.

Il MIMIT sottolinea che gli IBAN sui quali viene chiesto di effettuare il versamento risultano riconducibili a conti esteri e che tali comunicazioni non hanno nulla a che fare con il Ministero o l’UIBM.

Chi ha ricevuto una simile comunicazione, specifica il Ministero, è invitato a non pagare e a inviarne una copia alla Linea Diretta Anticontraffazione, gestita da UIBM in collaborazione con la Guardia di Finanza, all’indirizzo [email protected].

Allarmi di questo tipo arrivano ormai purtroppo a cadenza regolare, gli utenti devono prestare la massima attenzione a verificare nei minimi dettagli il contenuto della richiesta in caso di dubbi.

Per avere la certezza della comunicazione, inoltre, è possibile contattare il ContactCenterUIBM (“[email protected]”), inoltrando il messaggio potenzialmente fraudolento ricevuto.

Infine, il Ministero specifica che nel caso di domande per la registrazione o il rinnovo del marchio, i versamenti delle relative tasse di deposito possono avvenire esclusivamente tramite il Modello F24 (se provenienti dall’Italia) o attraverso la piattaforma Pago PA, al momento del deposito della domanda.

Gli utenti, quindi, non riceveranno richieste di pagamento via email.

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