Superbonus, imponibilità sugli immobili a 5 anni: la richiesta dei commercialisti

Tommaso Gavi - Irpef

Cancellare la tassazione delle plusvalenze per gli immobili oggetto di interventi agevolati con il superbonus e venduti nei 10 anni successivi alla conclusione dei lavoro o quantomeno dimezzarla a 5 anni. La richiesta arriva dai commercialisti nell'audizione presso le Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato del 9 novembre sulla Legge di Bilancio 2024

Superbonus, imponibilità sugli immobili a 5 anni: la richiesta dei commercialisti

Eliminare la norma sull’imponibilità per 10 anni per gli immobili oggetto di interventi del superbonus o, in alternativa, ridurre la durata a 5 anni.

La richiesta è stata formulata dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili nel corso dell’audizione sulla Legge di Bilancio, che si è tenuta presso le Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato del 9 novembre 2023.

Per il CNDCEC, sebbene la norma stabilisca misure per il futuro si pone in contrasto con il principio del legittimo affidamento.

Superbonus, imponibilità sugli immobili a 5 anni: la richiesta dei commercialisti

“Pur disponendo per il futuro, ha il retrogusto amaro della retroattività e si pone evidentemente in contrasto con il principio del legittimo affidamento del contribuente, per cui non risponde al modello ideale da seguire per l’introduzione di nuovi presupposti impositivi.”

Con queste parole il comunicato stampa del 9 novembre del CNDCEC commenta la norma che prevede la tassazione delle plusvalenze al 26 per cento per le vendite di immobili oggetto di interventi di superbonus, entro 10 anni dalla conclusione degli stessi.

Nel corso dell’audizione che si è tenuta presso le Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato di ieri, i commercialisti hanno avanzato la proposta di eliminare la norma o, quantomeno, ridurre il periodo di tempo a 5 anni, come previsto nelle bozze precedenti all’approvazione del testo del disegno di legge di Bilancio 2024.

Mantenendo l’esclusione degli immobili ricevuti per successione e di quelli che durante tale periodo siano stati adibiti ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari per la maggior parte del tempo “potrebbe comunque essere riconosciuta come a suo modo sistematica rispetto all’attuale previsione, sempre nell’ambito dei redditi diversi, dell’imponibilità delle plusvalenze relative agli immobili rivenduti prima che siano trascorsi 5 anni dalla loro acquisizione.”

Nel corso dell’audizione, il Consiglio nazionale, ha fornito anche altre proposte sulla maxi agevolazione introdotta dal decreto Rilancio.

Tra queste alcune norme di interpretazione autentica per ridurre il rischio di contenzioso tra imprese e committenti.

Tale rischio è legato alla riduzione dell’agevolazione al 70 per cento nel 2024 per i condomini, nei casi in cui gli interventi in avanzata esecuzione al 31 dicembre 2023 non risultassero ancora ultimati.

Di seguito il documento presentato in audizione.

CNDCEC - Documento presentato nell’audizione del 9 novembre 2023
Le richieste sulla tassazione delle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili e sulle norme di interpretazione autentica del superbonus.

Superbonus, imponibilità sugli immobili a 5 anni: la richiesta dei commercialisti

In merito all’imponibilità nell’arco temporale di 10 anni, i commercialisti chiedono una marcia indietro che possa almeno dimezzare la durata.

Nel comunicato stampa la misura è stata definita:

“Una scelta che non sembra trovare giustificazione se non in una certa volontà di colpire chi, in ultima analisi, ha semplicemente fruito di una opportunità che lo stesso legislatore gli aveva offerto, in relazione a immobili diversi da quelli ricevuti per successione o adibiti ad abitazione principale.”

Le motivazioni dell’inserimento della misura, infatti, non sono neppure legate alla necessità di reperire le risorse necessarie alla Manovra 2024, come spiegato dai commercialisti.

Nel comunicato viene infatti evidenziato quanto di seguito riportato:

“Sotto quest’ultimo profilo, le perplessità sono ancora più evidenti se si considera che la misura non viene cifrata in relazione tecnica e quindi non risponde nemmeno all’esigenza, discutibile, ma comprensibile, di reperire coperture finanziarie per altri provvedimenti di maggiore spesa o di minore entrata presenti nella manovra.”

L’iter del disegno di legge trasmesso al Senato è ancora lungo e modifiche potrebbero arrivare nel percorso parlamentare.

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